L’occhio azzurro e le lunghe ciglia nere, emblema dell’imprenditrice digitale Chiara Ferragni, ha chiuso definitivamente i battenti. Almeno per quanto riguarda lo showroom fisico monomarca di Milano, situato in via Capelli, che unisce corso Como a piazza Gae Aulenti e inaugurato nel luglio 2017. La ex blogger di Blonde Salad aveva condiviso su Instagram un momento memorabile: il suo ingresso nel primo store della Chiara Ferragni Collection, durante il quale si era scontrata con il maniglione della porta d’ingresso. Il post aveva generato un’ondata di “like” che aveva superato rapidamente i 100 mila.
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Nel 2017 l’azienda era al suo picco di crescita, per poi arrivare al momento che tutti conosciamo: Il “pandorogate“, che l’ha portata ad una decrescenza del fatturato aziendale.
Cosa succede dopo
Chiara Ferragni, per anni simbolo di determinazione e intelligenza nel mondo della moda, ha visto la sua immagine di imprenditrice scintillante e eticamente impegnata perdere parte del suo fascino. Questo declino è evidente nel crescente allontanamento dei brand che hanno associato il loro nome al suo volto. Dopo il controverso “scandalo del pandoro”, il suo negozio milanese ha visto un calo significativo di visitatori, contrariamente ai tempi d’oro in cui i fan, soprattutto i più giovani, si accalcavano in fila con la speranza di avvistare la regina, magari in compagnia della madre o delle sorelle. Oggi, sui social, si vedono capi del marchio Ferragni venduti a prezzi stracciati nei mercati rionali, quasi come un segno del destino. Tuttavia, è risaputo che il mondo della moda è intrinsecamente capriccioso.
La fine del Chiara Ferrgani store
Le saracinesche del negozio di Chiara Ferragni si chiudono, ma il suo impero commerciale sembra mantenere una solidità sorprendente. Secondo i dati di Tbs Crew, la società che gestisce il blog e l’e-commerce dell’imprenditrice, il 2023 si è chiuso con un utile di 4,44 milioni di euro, leggermente inferiore ai 5,13 milioni dell’anno precedente.
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Questa lieve diminuzione, come spiegato nella relazione di bilancio firmata da Ferragni, è attribuita a “spese straordinarie”, tra cui multe imposte dalle autorità competenti, accantonamenti per rischi e oneri significativi effettuati per precauzione, e donazioni di 1.150.000 euro a ospedali e enti dedicati a cause civiche e di utilità sociale”. Senza questi oneri, la società avrebbe riportato risultati superiori a quelli del 2022. Questi costi aggiuntivi includono le controversie legate al pandoro-gate e alla commercializzazione dei prodotti Balocco a marchio Ferragni.
| Da Rumors.it