La lunga disputa legale tra Adriana Volpe e Giancarlo Magalli può finalmente dirsi conclusa. Il centro del contenzioso riguardo delle pesanti dichiarazioni di Magalli nei confronti della sua collega. Il conduttore televisivo avrebbe insinuato che la Volpe avesse ottenuto i suoi incarichi professionali solo grazie alcuni “favori”.
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Le accuse di diffamazione e l’esito del processo
Il caso si basa su un episodio del 2017, quando Magalli aveva risposto a un post su Facebook insinuando che Adriana Volpe fosse riuscita a mantenere il suo posto di lavoro in “Rai” non grazie alle sue capacità professionali, ma a “favori personali”. Tali commenti, diffusi sulle piattaforme social, avrebbero alimentato un pregiudizio secondo cui la carriera della conduttrice non fosse merito delle sue competenze. L’avvocato della Volpe ha sottolineato come queste insinuazioni abbiano avuto un impatto devastante sull’immagine della sua assistita, amplificate dalla rapidità con cui i social media diffondono le informazioni. A conclusione di questo processo il giudice del Tribunale di Roma, Lucia Guaraldi, ha condannato Magalli per diffamazione aggravata. La sentenza ha previsto anche un risarcimento di 5.000 euro, 1.600 euro di spese legali e una multa di 700 euro.
Ma vi ricordate, prima Magalli aveva detto che non lo avevo mai querelato (pur sapendo di avere due rinvii a giudizio) ora distorce una sentenza. Ma in che mondo parallelo vive? Rassegnati Magalli sei stato CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA pic.twitter.com/RcJVTYZ7OS
— Adriana Volpe (@AdrianaVolpeTV) December 17, 2021
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Una sentenza per le donne
L’importanza delle pari opportunità nel lavoro è un tema centrale deli ultimi anni. Quando il caso scoppiò nel 2017, Adriana Volpe aveva evidenziato quanto fosse importante fare giustizia non solo per lei, ma per tutte le donne vittime di soprusi e giudizi ingiusti, spesso alimentati da radicati pregiudizi culturali. La conduttrice aveva sottolineato l’urgenza di superare queste discriminazioni, che penalizzano le donne in molti ambienti professionali, limitando le loro opportunità e svilendo il loro valore. Qualche mese dopo, il 12 giugno dello stesso anno, decise di affrontare la situazione in modo concreto. Presentò, quindi, una querela formale contro Giancarlo Magalli per difendere non solo la sua dignità, ma anche quella di tutte le donne che lottano quotidianamente contro stereotipi e ingiustizie.
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| Da Rumors.it