Il cibo é un dono speciale. É fratellanza.

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Grazie, la vostra adesione alla mia proposta di scambiare ricette è stata accolta.

Ho ricevuto diverse ricette, idee, suggerimenti: grazie!

So che donare e preparare cibo è un vero atto di amore, anche se virtuale in questo caso, ma non è così semplice superare la reticenza nell’esporsi. Eppure lo avete fatto, avete messo da parte la vostra ritrosia, il timore di proporre una ricetta banale, di sbagliare qualche ingrediente e superato la pigrizia di scriverla ed inviarla.

Questo atteggiamento è quello che pervade il nostro Paese in questo momento storico: al di là delle solite e sterili recriminazioni di alcuni, tutti cercano di fare qualcosa, di dare una mano di esserci, di aiutare per davvero.

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I bambini, come spesso succede, sono i maestri in quest’arte. I bambini RESTANO A CASA, se ne vedono pochissimi in giro, fanno scuola a casa, giocano a casa, litigano a casa insomma fanno la loro vita a casa. Si lamentano certo, soffrono per la mancanza dei giochi all’aperto con gli amici, è normale, ma trovano un’alternativa nel piccolo mondo domestico; hanno accettato quanto i genitori hanno loro spiegato e trovato un senso a tutto questo. E poi non hanno dubbi che tutto finirà e finirà bene. “ANDRÁ TUTTO BENE” dipinto su un arcobaleno è uno slogan appeso in tutti i balconi di Italia e loro, i bambini, ci credono davvero. Sono una forza, dovremmo imparare da loro. Conoscono “segreti” che noi adulti abbiamo dimenticato.

Ecco, partecipando al “gioco” dello scambio di ricette siete tornati bambini, avete accantonato per un attimo preoccupazione e attività da grandi e siete entrati nella dimensione del possibile, della creatività libera, del piacere di dare e ricevere gratuitamente, del credere che anche voi potete fare la differenza.

E così è: alcuni mi hanno scritto, entusiasti, di essere riusciti a fare una certa torta mai riuscita prima, di avere “trionfato” contro la convinzione di essere negati a preparare dolci, di avere una golosa (e sana) alternativa a colazione. Sono momenti di soddisfazione, piccole cose, ma preziose e siete stati voi a renderle possibili. Godetevi i ringraziamenti di chi ha letto e provato le vostre ricette; avete fatto stare bene qualcuno.

Questo non ha prezzo.

Le proposte pubblicate nei commenti sono buone e belle, vanno benissimo anche come ingredienti e abbinamenti di sapori.

In base al gusto personale potete apportare qualche modifica e, il dovere mi chiama, limitate al massimo lo zucchero. Qualcuno usa il fruttosio in polvere: evitate, alza molto la glicemia, più dello zucchero. Quest’ultimo potete sostituirlo con sciroppo d’acero o frutta. Ricordate inoltre che se negli ingredienti usate cacao o cioccolato o marmellata o cocco o uvetta il sapore dolce è già garantito; non serve molto zucchero. Dolce si ma stucchevole no!

Per esempio Sibilla mi ha inviato la ricetta per fare la torta di mele ed uvetta.


Ecco gli ingredienti:

  • 4 etti di farina (meglio se non raffinata, per esempio va bene la farina di mandorle o di riso)
  • 1 uovo
  • 1 manciata di uvetta sultanina
  • 1 mela sbucciata e tagliata a fettine
  • la scorza di un limone biologico
  • 1 vasetto di yogurt bianco di soia
  • 2 cucchiaini di olio extra-vergine d’oliva
  • mezzo bicchiere di latte di soia
  • 1 pizzico di sale
  • 1 bustina di lievito
  • 1 cucchiaio scarso di zucchero di canna grezzo

Uvetta e mela creano immediatamente il sapore dolce, serve dunque poco zucchero per completare l’opera.

Ancora, la ricetta di Federica pubblicata nei commenti non contiene zucchero: i semi oleosi, il cocco e il miele sono più che sufficienti a garantire dolcezza, mentre le ricette pubblicate di Veronica e Patrizia hanno il pregio dell’uso della farina di legumi al posto della farina raffinata.

Tutte proposte pronte a deliziarci, a farci stare bene. Se vi piacciono, potete gustarle nei momenti giusti quindi mai dopo i pasti; mai dopo cena.

Però fra qualche giorno è Pasqua e non possiamo uscire, neppure lunedì dell’Angelo, giorno dedicato alle gite.

Il rischio è alto: una due giorni di cibo altamente calorico e zero spesa energetica perché chiusi in casa. C’è poi l’aggravante psicologica che posso riassumere in una frase “Mi avete tolto libertà, svago e lavoro. Volete togliermi anche il piacere del cibo? Non sono mica un santo!”.

Fa sorridere, lo so, ma è la verità. Sempre, ogni volta che un’area della nostra vita zoppica, cerchiamo forza, energia, gioia e riscatto in altre. Cerchiamo conforto insomma, la convinzione che sì, qualcosa non va ma il resto è ok. “Posso farcela, risolverò, andrà tutto bene. Va tutto bene”.

L’atteggiamento è corretto se non si nega l’evidenza e, sia chiaro, reagire e cercare ciò che ci fa stare bene è meraviglioso, umano, fisiologico. A patto che sia vero, che davvero cerchiamo e scoviamo la nostra personale terapia, la via di uscita, la zattera psicologica e fisica.

Ma non sempre è facile e alla portata di tutti, non sempre abbiamo le risorse interne per essere lucidi e motivati a farlo; non sempre crediamo di potercela fare.

Capita a tutti in un momento della vita: questo momento, ORA, riguarda molti, anche i più forti e ottimisti.

D’altronde il COVID-19 non è uno scherzetto: ci sta mettendo a dura prova su tutti i fronti, colpisce anche chi è immune perché non è solo la malattia in sé a farci tremare ma è l’ondata quotidiana di dolore che ci investe senza risparmio, lo smarrimento dell’isolamento, lo sconforto per il futuro. La solitudine che spesso tiene svegli la notte. Tra i tanti disagi del momento, l’insonnia è in testa. E questo peggiora il quadro fisico e psicologico.

Dicevo, anche i più forti, quelli che chiamiamo “roccia” vacillano perché temono per gli altri, perché assorbono la paura e tutta la batteria di emozioni che ricevono a destra e a manca. Anche loro, i forti, quelli che hanno la migliore visione del mondo e che sempre (o quasi) sorridono iniziano a perdere smalto. Sapete perché? Perché siamo tutti collegati dal famoso “filo invisibile” che ci tiene uniti e interconnessi e questa “cappa dolorosa e preoccupata” attraversa come un’onda tutti quanti. E se entriamo in risonanza con quest’onda ne potenziamo l’intensità che investirà gli altri. Siamo responsabili dei nostri pensieri e atteggiamenti perché riguardano anche gli altri; gli altri siamo un po’ anche noi.

É appurato: siamo influenzati dalle persone che ci circondano. Se scegli amici felici hai maggiori probabilità di essere di buon umore. Qualcuno mi disse “circondati di vincenti sei vuoi vincere”. Troppo selettivo?. Forse, ma segue la legge dell’attrazione (in sintesi: attiri situazioni e persone in risonanza con le tue caratteristiche e il tuo livello di energia). E se ci pensate così è. Anche in ambito alimentare: pare che chi ha amici sovrappeso tende a diventarlo pure lui in quanto meno attento ai pasti e alla qualità del cibo. Non dovete selezionare gli amici in base alla loro forma fisica; ma dovete essere gli influencer migliori possibili perché non possiamo salvare il mondo, ma possiamo dare il buon esempio. Questo fa la differenza. E siamo chiamati a farlo.

Allora quello che facciamo insieme, qui, ha ancora più senso: emettiamo energie di forza, educazione, speranza e, passatemela, anche “allegra leggerezza” per aiutarci ed aiutare.

Offriamo la mano. Lo scambio, anche quello che facciamo con cibo, ricette, idee, ne è un esempio. Non importa cosa; importa fare con le giuste intenzioni.

Insieme siamo più forti. Si dice che “nessuno di salva da solo”, allora noi abbiamo il potere di assottigliare quella cappa nera che sopra citavo, semplicemente pensando bene, proiettando e immaginando il meglio e restando sani, in forze e in forma.

Lasciatemelo fare e fatelo con me; è il nostro piccolo contributo.

Inizio io proponendo qualcosa di buono e sano per il pranzo di Pasqua e pasquetta.

Così non intacchi salute e linea. E non ti senti in colpa. Anche senza diventare un santo!

So che avete già in mente menù e leccornie da comprare. Possiamo fare un mix: ricette sane e bilanciate e qualche sgarro “santo” con le bontà dolci pasquali (magari a colazione così conteniamo i danni. Se oltre a mangiare fai anche un po’ di movimento corpo e umore ringraziano).

coronavirus pasqua

Ecco quanto ho selezionato. La prima ricetta è un suggerimento di Egizia che ringrazio:

GNOCCHI DI BROCCOLO SENZA PATATE (per 2 persone)

1 broccolo (o altra verdura gradita)

1 uovo

farina integrale o di legumi

1 pizzico di sale

Riducete il broccolo in cimette ed eliminate i gambi duri. Lessate le cimette in acqua bollente salata oppure a vapore. Cuocete per 5-8 minuti, lasciando il broccolo sodo.

Scolate e premete bene con il dorso del cucchiaio sul colino per eliminare l’acqua in eccesso. Trasferite tutto in una ciotola capiente e schiacciate con uno schiacciapatate le cimette, ottenendo una purea.

Aggiungete l’uovo intero e 2 pizzichi di sale. Amalgamate.

A questo punto iniziate ad aggiungere farina, prima mezzo bicchiere: impastate. Aggiungete farina fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico.

Riducetelo a filotti piuttosto voluminosi aiutandovi con un po’ di farina spolverata sul piano: tagliateli stretti in verticale, come ad ottenere tanti rettangolini.

Schiacciate con un dito i “rettangoli” e disponeteli in un ampio vassoio, distanziati. Sono pronti per essere buttati in acqua.

Lessate gli gnocchi in abbondante acqua poco salata finché salgono a galla. Quando a galla, trasferiteli in una padella antiaderente e imbrunite con pochissimo burro, per ottenere una crosticina deliziosa. Ma potete anche saltare questo passaggio, oppure utilizzare olio extravergine di oliva (più sano).

Servite gli gnocchi di cavolfiore con olio extra-vergine d’oliva, salvia e parmigiano, o con il vostro sugo preferito.

STRUDEL DI CIPOLLOTTI, PESTO DI RUCOLA E FORMAGGIO (per 4 persone)

240 g di farina di farro

6 g di lievito di birra fresco

1 cucchiaino di malto d’orzo

400 g di cipollotti

150 g di formaggio di capra morbido

pecorino

30 g di rucola

1 mazzetto di basilico

semi di lino

40 g di pistacchi non salati né pelati

1 spicchio di aglio

olio extra-vergine d’oliva

sale (poco)

Sbriciolate il lievito, scioglietelo in una ciotolina con poca acqua e il malto e fatelo riposare coperto per 5 minuti. Setacciate la farina a fontana sulla spianatoia, versate nel centro il lievito sciolto, circa 120 ml di acqua tiepida, 1 cucchiaio di olio e un cucchiaino di sale. Impastate energicamente per almeno 8-10 minuti. Formate un panetto, copritelo e lasciatelo lievitare fino al raddoppio del volume iniziale. Sbucciate lo spicchio di aglio e pestatelo finemente in un mortaio con le foglie di basilico, la ruchetta e i pistacchi. Unite il pecorino, poco sale e pepe e mescolate bene, unendo olio a filo fino a ottenere una crema. Private i cipollotti di radice, parte verde più dura e foglie esterne, tritali e fateli appassire a fuoco dolce in una padella con 3 cucchiai di olio e uno di acqua.

Stendete l’impasto lievitato in una sfoglia rettangolare sottile, farcitelo prima con il pesto di ruchetta, formaggio morbido e dopo con i cipollotti, ripiegate i lati più lunghi sopra il ripieno e arrotolate il tutto partendo da un lato corto. Trasferite lo strudel preparato su una teglia foderata con carta da forno, spolverizzatelo con i semi di lino e cuocetelo in forno già caldo a 180 °C per 30 minuti.

POLPO CON FAGIOLINI IN CREMA DI CIPOLLA E PATATE (per 4 persone)

Polpo (circa 500g)
120 g  Fagiolini
2 Patate rosse o viola
1 Cipolla rossa Tropea
1 pizzico di sale, pepe

olio extra-vergine d’oliva

Preparazione del polpo

Usate una pentola capiente sufficientemente capiente da contenere il polpo. Riempite di acqua e mettete sul fuoco.

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Quando l’acqua sarà ben calda, immergete il polpo tenendolo per la testa in modo da immergere tutti i tentacoli.

Ripetere l’operazione un paio di volte finché tutti i tentacoli saranno completamente arrotolati.

Lasciare cuocere a fuoco moderato per circa 30 minuti (dipende ovviamente dalla grandezza del polpo, se non è molto grande bastano anche 20 minuti). Quindi spegnere il fuoco e lasciare il polpo ancora in mollo fino a quando l’acqua non sarà tiepida (almeno altri 20 minuti circa).

Preparazione della crema di patate e cipolla

In una padella con un filo d’olio far soffriggere la cipolla a fuoco lento.

Tagliare le patate in fette sottili e aggiungere alla padella.

Bagnare con un mestolo di acqua di cottura del polpo e lasciare cuocere.

Se diventa troppo asciutto aggiungere ancora un poco di acqua di cottura.

Quanto le patate saranno morbide, passare tutto con il mixer ad immersione (se la crema dovesse risultare ancora troppo asciutta, aggiungere un filo d’olio o ancora il liquido di cottura del polpo fino a raggiungere la consistenza desiderata).

Aggiustate di sale e pepe quanto basta e frullate ancora.

Preparazione dei fagiolini

Mentre fate cuocere in padella le patate e la cipolla per la crema, portate a ebollizione anche un pentolino piena d’acqua.

Fate bollire i fagiolini (spuntateli da ambo le parti) per almeno una decina di minuti. Devono risultare cotti, ma ancora croccanti.

Scolateli e metteteli in una padella con acqua e ghiaccio per fermare la cottura e tenere un bel colore vivace.

Impiattamento

Togliere il polpo dall’acqua e tagliarlo in pezzettini lasciando un tentacolo intero e arricciato.

In un piatto non troppo fondo disporre la nostra crema (battete sul fondo per rendere omogeneo il contenuto.

Appoggiate i pezzetti di polpo delicatamente sulla crema lasciando il pezzettone di tentacolo al il centro.

Tagliate anche i fagiolini in piccoli pezzetti e ultimate la composizione.

Completate con qualche goccia di olio extra-vergine d’oliva.

TERRINA DI CARCIOFI, PATATE E ANACARDI ALLE ERBE (per 4 persone)

500 g di patate rosse o viola, 8 carciofi, 3 cipollotti (alternare anche con altre verdure gradite)

1 uovo

80 g di anacardi o altra frutta secca

50 g di pecorino grattugiato

prezzemolo

2 rametti di maggiorana, 2 rametti di menta

noce moscata

1 pizzico si pepe e sale

1 limone, erba cipollina

olio extra-vergine d’oliva

Sbucciate le patate e tagliatele a cubetti da uno/due cm di lato. Mondate, quindi, le teste dei carciofi e divideteli in 4-5 spicchi, eliminando le barbe. Poi pelate e accorciatene i gambi. Metteteli via via a bagno in acqua e succo del limone.

Cuocete i carciofi al vapore per 5 minuti, quindi aggiungete nel cestello anche le patate e continuate la cottura per 10-15 minuti. Alla fine gli ortaggi devono essere teneri.

Mondate e tritate finemente i cipollotti e fateli imbiondire con uno cucchiaio d’olio extra-vergine d’oliva ed eventualmente poca acqua in una padella per 5 minuti. Quindi riducete al minimo la fiamma e aggiungete le erbe aromatiche tritate (prezzemolo, maggiorana, menta, erba cipollina) lasciandone qualche fogliolina intera da parte per decorare.

Scolate gli ortaggi al vapore e aggiungeteli ai cipollotti, lasciateli insaporire a fuoco medio-basso per 5-10 minuti, mescolando e schiacciando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno per amalgamare bene gli ingredienti. Levate dal fuoco e aggiungete una generosa grattugiata di noce moscata, il pecorino, l’uovo leggermente battuto e 60 g di anacardi tritati. Alla fine salate e pepate.

Oliate leggermente una pirofila rettangolare da 22-24 cm di lunghezza. Trasferitevi il composto e infornate a 180 °C per 25-30 minuti. Sfornate, lasciate leggermente intiepidire, quindi condite la terrina con un filo d’olio, i restanti anacardi, tritati o sminuzzati, e le erbe tenute da parte.

Questa è solo una piccola selezione. Nulla vieta di onorare la tradizione e preparare coniglio, agnello o quello che vi pare. Ricordate però di abbinare sempre la verdura (per esempio ho ricevuto una ricetta “coniglio con peperoni” che va bene. Se non vi piacciono i peperoni optate per altra verdura, a patto che sia di stagione) e di scegliere la carne migliore e di limitarla nei giorni seguenti. Insomma confermo quanto già vi ho indicato negli articoli precedenti.

Anzi, proponete voi alternative che avete sperimentato, sia di primo che di secondo piatto, a Pasqua e nei pasti di tutti i giorni.

Non preoccupatevi se quello che fate vi sembra “poco sano”: sarà mia cura aggiustare il tiro e bilanciare nutrienti. Lo farò nei prossimi articoli e sarò il meno rigorosa possibile.

Promesso.

Lo so, le proposte di oggi non rispecchiamo esattamente il classico menù di Pasqua ma perché non testare nuovi sapori, colori, esperienze culinarie?

Perché non pensare un po’ fuori dagli schemi e non uscire dalla “zona comfort”?

Almeno in cucina si può fare! Cosa rischi?

Magari lo stupore di scoprirti sazio, appagato anche senza l’abbacchio o la torta pasqualina.

Magari di non avere bisogno di troppe persone anche in un giorno di festa perché quello che hai, che gusti e condividi è tutto quello che ti serve e piace; proprio in quel momento.

Magari quella strana sensazione nella pancia che ti fa sentire di essere fortunato così, senza necessariamente essere o fare qualcosa di straordinario o inconsueto perché è festa.

Magari di scoprirti disposto al cambiamento. All’inizio forzato. Ma ora no.

Tutto questo si chiama crescere, evolvere, diventare migliori. Per noi e per gli altri: anche così, con piccoli gesti che però aiutano il tuo corpo e, ricorda sempre, aiutano anche gli altri che ti “assorbono” attraverso il tuo stato d’animo e la tua salute.

Avanti così, allora.

Pensiamo alla salute, al bene, a tutto quello che puoi fare, donare, essere.

“GENIALITÁ É CREDERE IN TE STESSO:

SE RIESCI A FARE QUESTO PUOI FARE QUALSIASI COSA”.

Non lo dico io; lo dice Goethe che ne sa molto più di me.

Quello che so io è che sono contenta e grata di stare con voi anche così, e che ci sarò, anche la prossima settimana, con altre idee, ricette e consigli per il vostro/nostro bene, per noi tutti che siamo forti ma fragili e abbiamo bisogno di noi.

Non mi fermo qui. Non fermatevi voi.

Aprite la vostra mente, lasciate libera la fantasia e inviate ancora ricette e commenti.

Saranno accolti. Da me e dagli altri.

Da noi che siamo un tutt’uno.

TUTTO, ANDRÁ BENE!

Vi aspetto qui. La prossima settimana. Io ci sarò.

Grazie

Valentina Cutri

 

Articolo di Valentina Cutri  (http://www.valentinacutri.it)
  • dietista e naturalista. Diploma di economo-dietista e laurea in scienza naturali presso l’università statale di Milano
  • ha uno studio privato come dietista naturalista in Bovisio Masciago (Monza Brianza). Collabora in qualità di dietista naturalista presso centri benessere, farmacie e palestre.
  • organizza corsi di educazione alimentare presso gli stessi centri e aziende private
  • insegna presso Università di tutte le età Milano Loreto e Varedo la “psico-alimentazione.

L’articolo Il cibo é un dono speciale. É fratellanza. sembra essere il primo su Psicologo Milano.

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