Moda sostenibile: come rispettare l’ambiente vestendo bene

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Ultimamente si parla sempre più spesso di sostenibilità, un termine che nel bene o nel male è sulla bocca di tutti in vari ambiti. Se pensiamo alla sostenibilità come pratica da attuare nella vita di tutti i giorni, la domanda che potrebbe sorgere è: come faccio a rendere sostenibili le mie azioni quotidiane?

Il vocabolo sostenibilità ad oggi è entrato di fatto a far parte delle conversazioni di tutti i giorni. Molti settori si stanno informando per cercare di rendere le proprie produzioni quanto più sostenibili possibile per andare incontro al sostentamento del pianeta.

Ci sono tantissimi settori riconvertiti a questa nuova tendenza, che stanno cercando di dare il proprio meglio per una svolta definitiva a tema green. Il settore della moda è uno di questi e si è unito al trend già da qualche tempo, vediamo in che modo sta portando avanti il cambiamento.

A tal proposito nel video qui sotto trovi dei semplici trucchetti per evitare fregature in periodo di saldi.

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La moda sostenibile è consapevolezza

Essere consapevoli è il primo passo per essere sostenibili. Con questo concetto intendiamo informarsi riguardo ad esempio, i capi che indossiamo perchè la moda sostenibile comincia soprattutto dalle etichette. Sono nate numerose app che assegnano un punteggio di valore ai brand di moda sostenibile in base alle condizioni di lavoro, all’uso di animali e all’impatto ambientale. Fortunatamente questa buona pratica ha in qualche modo costretto le aziende a rivedere tutto il ciclo produttivo, modificando in parte o del tutto il programma seguito fino a quel momento.

Grazie a questo sistema di rating, alcuni piccoli brand molto attenti alla moda sostenibile sono emersi “dal buio” divenendo in breve tempo popolari proprio per le loro azioni in ambito sostenibilità.

L’industria della moda diventa etica e sostenibile

Dopo la denuncia di episodi di sfruttamento all’interno dei processi produttivi, la grande macchina della moda si è messa in moto verso un cambiamento radicale.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è sicuramente la strage del Rana Plaza, il crollo di una fabbrica in Bangladesch dove hanno perso la vita 1136 operai costretti a cucire vestiti per 12 ore al giorno con uno stipendio inferiore a 30€ al mese.
I capi di abbigliamento prodotti in questa fabbrica servivano a rifornire alcune delle più famose catene di fast fashion del mondo. Qualche esempio? Mango, Primark e Benetton. Da quel momento è come se un enorme vaso fosse stato scoperchiato rivelando tutti gli orribili segreti al suo interno.
Nessun può più fare finta di nulla ed anzi, adesso ogni casa di moda si è rimboccata le maniche per risultare vincitrice in quella che è diventata la corsa alla sostenibilità. Cosa hanno fatto o stanno facendo in concreto i brand di moda?

Etica è la parola d’ordine per le aziende, cioè:


  • impegnate per il benessere dei propri lavoratori
  • certificate contro lo sfruttamento
  • a favore di una retribuzione equa
  • attente a garantire buone condizioni sul posto di lavoro

Se prima non lo eravamo, ora siamo molto più consapevoli di quanto valga davvero una giacca, una gonna, un vestito o un pantalone che indossiamo. Per lo meno sappiamo cosa c’è dietro. E chi di noi non sarebbe più contento di indossare un capo d’abbigliamento che è stato creato senza far del male ad ambiente e lavoratori?

© GettyImages

Da Slow fashion a Recycled fashion: il vocabolario della moda sostenibile

Con il cambiamento radicale di cui parlavamo nei paragrafi precedenti, si sono definiti man mano dei nuovi termini riguardo la moda sostenibile che si contrappongono a quelli usati in precedenza. L’esempio lampante è il nuovissimo Slow Fashion che si oppone e distanzia da Fast fashion. Questo sta a significare che siamo passati da produrre vestiti di bassa qualità e a basso prezzo, che seguono solo ed esclusivamente le mode e la stagionalità, ad una più ricercata attenzione per la qualità ed il dettaglio, senza farci guidare dagli impulsi consumistici. Chi ha prodotto questo vestito e come lo ha fatto? E’ la domanda giusta da farsi.

Può sembrare – e lo è davvero – già un’enorme conquista, ma la moda green non si è fermata qui. Vediamo quali sono gli altri termini coniati in ambito Sustainable fashion.

Circular fashion
La moda circolare riguarda il ciclo di vita un prodotto, dalla creazione, all’uso e fino alla fase finale che deve essere il riciclo e non lo smaltimento. E’ una moda che si concentra e studia modi per riutilizzare i materiali minimizzando il loro impatto sull’ambiente.

Recycled e Upcycled fashion
Strettamente collegati alla moda circolare, questi due termini si riferiscono al processo industriale di scomposizione del capo in tutti i suoi materiali, che vengono poi utilizzati per qualcosa di nuovo. Ma non solo, anche immaginare nuovi utilizzi di uno stesso oggetto è una prerogativa della moda sostenibile.

Eco-friendly fashion
In questo caso il focus è sul materiale di cui è composto il capo d’abbigliamento. Il cotone organico, la canapa, il lino e le tinture fatte ad esempio con le verdure, saranno da preferire a tessuti sintetici e prodotti chimici.

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Cruelty-free & Vegan Fashion
Un marchio che si definisce cruelty-free si schiera nettamente contro i test di ingredienti e prodotti sugli animali. Ciò vuol dire che nel processo produttivo nessun animale viene ferito o ucciso per arrivare al prodotto finale. Per i brand che non usano affatto animali, il termine corretto è Vegano.

© GettyImages

Organic & biodegradable fashion
La moda organica è una moda che può definirsi tale in quanto utilizza solo materiali derivanti da coltivazioni senza uso di pesticidi, fertilizzanti, OGM o altro. Ad esempio, la lana se priva di miscele sintetiche è biodegradabile (può degradarsi nell’ambiente senza rilasciare sostanze chimiche dannose), ma ciò non significa che le pecore da cui proviene siano state trattate bene.

Greenwashing
Significa letteralmente “lavaggio verde” ed è un termine che sta ad indicare il fenomeno secondo cui alcuni brand danno una falsa impressione dei propri sforzi sostenibili. Un esempio? Sempre di più i marchi creano delle “capsule collection” sostenibili per dare prova dei principi che sono alla base del brand. Non è detto che sia tutto oro quello che luccica.

Cost per wear
Indica il valore di un capo in base a quante volte viene indossato. Questa parola ci porta ad un’importante riflessione: è molto meglio spendere di più per un capo duraturo che indosseremo tante volte, piuttosto che spendere poco per un abbigliamento che nel giro di poco sarà da smaltire, comportando un impatto a livello ambientale.

Carbon neutral
Un’azienda che si dimostra carbon neutral vuol dire che si impegna ed evitare emissioni di carbonio durante tutto il processo produttivo. Gucci è uno dei grandi nomi che sta provando a intraprendere questa strada, promettendo di compensare (nel caso di non riuscita) con delle donazioni a enti che combattono la deforestazione.

© GettyImages

La moda sostenibile per i grandi brand in Italia e nel mondo

Qualcuno lo abbiamo già nominato nei paragrafi precedenti, ma chi sono gli altri marchi italiani, eccellenze della moda che hanno scelto la strada della sostenibilità per la loro società?

Salvatore Ferragamo ha mantenuto la produzione completamente made in Italy aderendo ad una filiera produttiva responsabile e con standard alti per quel che riguarda le risorse umane.

Fendi invece, dal 2006 segue un progetto che prevede il riciclo dei materiali per crearne borse di lusso, riducendo al minimo l’impatto ambientale degli scarti di produzione.

Patagonia è un altro dei brand degni di far parte dell’olimpo della moda sostenibile. Ha dedicato una specifica sezione sul suo sito in cui è spiegato che i loro capi sono fatti per durare a lungo ed essere riparati dopo molti anni di utilizzo. Devolve inoltre l’1% dei propri profitti in favore di organizzazioni ambientaliste in tutto il mondo.

Stella McCartney famosa per essere oltre che una stilista anche un’attivista in campo green. Il suo flagship di Londra è uno tra i più sostenibili al mondo. I materiali usati per tutti i suoi vestiti sono ecologici.

Michael Kors, Bottega Veneta, Armani, Versace, Burberry e Ralph Lauren sono gli altri grandi nomi che da un po’ di tempo a questa parte hanno messo in atto azioni in favore della moda sostenibile.

© GettyImages

In che modo puoi dare il tuo contributo?

Se il tema ti appassiona e vuoi contribuire in modo significativo, leggi qui sotto un breve recap di tutto quello che puoi fare per continuare a vestire bene, con un occhio di riguardo al pianeta.

  • leggi sempre le etichette
  • informati riguardo la produzione di un brand che ti interessa
  • investi in abbigliamento di alta qualità che durerà più a lungo
  • scegli capi fatti con fibre biodegradabili e naturali
  • ricicla tutti i vestiti che non usi più
  • dai nuova vita ad accessori in disuso

A pensarci bene non è difficile, seguiamo tutti questi semplici step…e il pianeta ci ringrazierà!

Fonte articolo alfemminile

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Redazione MusaNews
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