Prima che iniziate a pensare al fatto che questa pratica sia giusta o sbagliata, è bene chiarire in prima istanza che quanto scritto di seguito non è volto a pubblicità specifiche, ma si tratta piuttosto di una guida per tutte quelle persone che amano e rispettano gli animali, e quindi sono contrarie alla sperimentazione con loro, in particolare nel mondo della cosmesi.
La questione è fortemente controversia, dal momento che molti studiosi hanno considerato pro e contro dei test da laboratorio, ma certo rimane il fatto che la sperimentazione animale non è eticamente lecita.
Secondo PETA, la più grande organizzazione per il benessere degli animali al mondo, più di 100 milioni di animali in tutto il pianeta vengono utilizzati per testare prodotti di bellezza. Qualcosa che per la maggior parte di loro significa maltrattamento, tortura e morte. Qualcosa che, per questo motivo, è intollerabile.
Escludendo immagini che potrebbero ferire la vostra sensibilità, non è un mistero ciò che accade nei laboratori rivolti a questa pratica. Basterà digitare su Google per vedere le terribili conseguenze della sperimentazione animale: ratti, conigli, cavie, cani, gatti e molti altri esseri viventi sono soggetti a irritazioni della pelle o degli occhi, avvelenamenti o danni genetici.
Ecco cosa spiga PETA:
Topi e ratti sono costretti a inalare gas tossici, i cani sono costretti a ingerire pesticidi e i conigli vengono strofinati con sostanze chimiche corrosive sulla pelle e sugli occhi. Molti di questi test non sono nemmeno richiesti dalla legge e spesso producono risultati imprecisi o erronei.
La legge vieta i test… ma è davvero così?
La legge che viete effettivamente i test sugli animali è entrata in vigore nel 2013, ma con proroghe ed eccezioni. In questo momento, nell’Unione Europea, la vendita e la produzione di prodotti cosmetici è proibita sul suolo europeo (rimanete su questo dettaglio!) se prima questi vengono testati sugli animali.
Ma naturalmente, la legge è fatta, e così ecco la trappola. Sebbene sia proibito sul suolo europeo, non è proibito altrove. Infatti, l’80% dei paesi al di fuori dell’UE continua a sperimentare con gli animali, non avendo una legge che lo disciplini.
È il caso della Cina, il più grande cliente europeo. È qui che sta la trappola: anche se un prodotto cosmetico non può essere testato in Europa, il marchio può ordinare a un paese extracomunitario di farlo per loro. In realtà, le autorità cinesi richiedono ancora test sugli animali per i prodotti stranieri esportati. Ciò significa, in termini generali, che se un marchio cosmetico europeo viene esportato in Cina, deve essere testato su animali prima di essere commercializzato, anche se quel particolare marchio non lo fa in Europa.
Pertanto, è facile ora chiedersi se il trucco o la crema che avete utilizzato stamattina non sia stato testato sugli animali. Può anche darsi che la pubblicità lo indichi, ma questo non garantisce che lo stesso marchio non incoraggerà la sperimentazione animale al di fuori dell’Europa.
Come sapere quale prodotto cosmetico non è testato su animali?
Non è sempre facile distinguere quali prodotti cosmetici sono testati su animali e quali no. Soprattutto perché la legge non obbliga l’azienda a specificarlo sulla confezione: questa è senza dubbio una delle eccezioni più controverse e una delle lotte più assidue delle associazioni animaliste, che chiedono che sia resa obbligatoria.
Fortunatamente, la Cruelty Free Foundation ha progettato un logo per i marchi che non fanno esperimenti sugli animali da mettere sulle confezioni dei loro prodotti. Se vedete questo disegno in bianco e nero (o simile) con le tracce di un coniglio, significa che il prodotto è cruelty free!
Prodotti di bellezza cruelty free: ecco i marchi che NON testano sugli animali
Sul sito web di PETA è possibile verificare quali marche di cosmetici non praticano realmente la sperimentazione animale. Nell’elenco di seguito sono incluse solo le aziende che non utilizzano ingredienti di origine animale nella loro composizione, che non effettuano test su animali né in Europa né in altri Paesi e che hanno firmato la dichiarazione di sicurezza degli animali PETA o hanno presentato un documento che verifica che né loro né i loro fornitori eseguono, richiedono o pagano i test sperimentali.
Alcune marche di cosmetici cruelty-free:
Per fortuna, ci sono diverse marche animal cruelty-free, anche se non tutte sono facilmente reperibili nei negozi fisici, almeno in Italia.
PETA li ha divisi in diverse categorie: aziende che vendono prodotti vegani, aziende che hanno la licenza per l’uso del logo cruelty free e aziende affiliate all’organizzazione. Abbiamo selezionato alcuni dei più popolari, ma potete controllare l’elenco completo qui. Nessuno di loro ha composti animali o svolto test su di essi:
- Afterglow Cosmetics
- Anastasia Beverly Hills
- Ancient Formulas
- BareMinerals (Bare Escentuals)
- Kat Von D Beauty
- Inglot
- LUSH Cosmetics
- Marc Jacobs Beauty
- Montagne Jeunesse
- My Konjac Sponge
- NYX Los Angeles Inc.
- The Body Shop
- Too Faced Cosmetics
- Urban Decay
- Smashbox Cosmetics
- Tarte Cosmetics
- Wet n WIld
- W7 Cosmetics
Marchi che sperimentano sugli animali
Ed ecco che arriva la delusione, perché in questo elenco troverete alcuni dei marchi più famosi. In effetti, probabilmente ne avete usati alcuni. I seguenti marchi sono elencati da PETA e sono aziende che producono prodotti testati su animali ad un certo punto del loro sviluppo, come spiega l’organizzazione sul suo sito web. In altre parole, potrebbero non essere testate in Europa, ma lo sono in altri Paesi per poterle commercializzare, come abbiamo spiegato nel caso della Cina.
Potete consultarli tutti nell’elenco di PETA.
Va notato che ci sono marchi che appartengono alla stessa azienda e i cui prodotti sono su entrambe le liste: quelli che testano sugli animali e quelli che non lo fanno.
A volte è semplicemente per mancanza di informazione, altre volte perché decidiamo di guardare dall’altra parte. Il fatto è che il termine della sperimentazione animale, oltre al suo divieto legale, ha un altro modo più forte di arrivare alla fine: smettere di acquistare prodotti i cui marchi maltrattano gli animali.
E ora che avete queste informazioni, cosa ne farete?
Fonte articolo Alfemminile