Siamo abituati a sentire parlare di violenza sulle donne, del fatto che bisogna denunciare e chiedere aiuto invece quante volte sentiamo parlare di autodifesa, cioè come difendersi da sole?
Secondo una ricerca dell’Università di Harvard la violenza sulle donne è la prima causa di morte e di invalidità per le donne dai 16 ai 44 anni.
Ricordatati che chiedere aiuto è importante, ma devi essere tu a fare il primo passo per salvarti. Il cambiamento parte sempre da dentro.
Iscriversi a corsi di autodifesa è una decisione utilissima. Le donne imparando le tecniche di autodifesa possono acquisire quella sicurezza e motivazione che le permetterà di farsi rispettare e allontanarsi da chi vuole far loro del male.
L’autodifesa aiuta a rendersi consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza e quindi ad usarli a proprio vantaggio in caso di aggressione. Quello che cambia è il proprio atteggiamento mentale verso le situazioni di pericolo e verso gli aggressori.
Si riprende a credere nelle proprie capacità e non si ha più paura del rifiuto. Questa sicurezza dà risultati anche sul lavoro e nel rapporto con gli altri: migliora la postura, il tono di voce diventa più deciso e sicuro con conseguente rispetto da parte di tutti.
Nei rapporti sentimentali il risultato è simile, finalmente si ritrova il coraggio di poter esprimere la propria opinione, dire all’altro che esisti e hai le tue esigenze, e soprattutto nel caso di violenza fisica, può salvare la vita!
Violenza psicologica:
È importantissimo intraprendere contemporaneamente all’autodifesa un percorso interiore con l’aiuto di uno psicologo o psicoterapeuta che fornirà il giusto sostegno affinché si realizzi un cambiamento duraturo, si riacquisisca l’autostima, la fiducia in sé e il diritto di esistere.
La violenza è un’escalation, prima di arrivare a quella fisica inizia sempre con la violenza psicologica e solo un professionista può aiutarti.
I primi attacchi psicologici sono all’identità di una persona: la vittima viene ridefinita dal suo carnefice come “scema, stupida, pazza e parolacce varie”; l’altra tattica è quella di indurre la vittima a non fidarsi più delle proprie percezioni e sensazioni “l’hai immaginato, non è mai successo”.
Seguono le proiezioni, cioè l’attribuzione di caratteristiche del carnefice sulla vittima, per esempio un bugiardo dirà alla sua vittima che è lei la bugiarda.
L’utilizzo di sensi di colpa, minacce, insulti e svalutazione delle capacità dell’altra fino ad annullarla. Diffamano e allontanano la vittima da amici e familiari. Controllano la vittima facendola vergognare delle sue convinzioni e delle sue passioni, sminuendola e mortificandola.
Tutti questi comportamenti inducono la vittima a perdere la fiducia in sé, a non denunciare né a ribellarsi e a credere di essere un’incapace, un vero disastro esistenziale!
In questo caso è importante raccontare le situazioni vissute a uno psicologo così da riprendere contatto con la realtà e ritrovare la propria identità.
Per neutralizzare gli attacchi psicologici di questo tipo è importantissimo credere in se stessi e aggrapparsi alla propria verità.
Ricordati che imparare a difendersi è una necessità!
Chi è vittima di violenza psicologia e fisica è spesso vittima anche di violenza economica, cioè non ha a disposizione il denaro per scappare dalla situazione in cui si trova, è importante sapere che esistono corsi di autodifesa anche gratuiti (informati su quelli presenti nella tua città!) e sostegno psicologico gratuito presso gli sportelli e centri di ascolto donna!
Bell’articolo Ilaria, complimenti!
Grazie Angie!