Il primo giorno di lezione, Jerry Uelsmann, professore all’Università della Florida, ha suddiviso gli studenti di fotografia in due gruppi.
Tutti coloro che erano sul lato sinistro della classe, ha spiegato, si trovavano nel gruppo “quantità” e sarebbero stati valutati esclusivamente sulla quantità di lavoro che avrebbero prodotto. L’ultimo giorno di lezione, cioè, sarebbe stato calcolato il numero di foto inviate da ogni studente. Cento foto sarebbero corrisposte ad una A, novanta foto ad una B, ottanta foto ad una C e così via.
Invece, coloro che si trovavano sul lato destro della stanza appartenevano al gruppo “qualità“. Sarebbero stati valutati cioè solo sull’eccellenza del loro lavoro. A loro bastava produrre una sola foto durante il semestre, ma per ottenere una A doveva essere un’immagine quasi perfetta.
Alla fine del trimestre, il professore è rimasto molto stupito nello scoprire che tutte le migliori foto del gruppo classe sono venute fuori dal gruppo “quantità”. Durante il semestre, questi studenti erano impegnati a scattare foto, a sperimentare composizione e illuminazione, a testare vari metodi nella camera oscura e ad imparare dai loro errori. Nel processo di creazione di centinaia di foto, hanno affinato le loro abilità. Nel frattempo, invece, il gruppo di qualità stava seduto a speculare sulla perfezione. Alla fine, avevano poco da mostrare alla classe, se non le varie teorie sulla foto perfetta mai verificate con le mani in pasta e una foto mediocre.
Morale della favola: se ti sei fissato un obiettivo e per raggiungerlo cerchi il piano “perfetto” o “il migliore in assoluto”, etc… sarà facile per te impantanarti e fare pasticci. Il modo più veloce per perdere peso, il miglior programma per diventare muscolosi, l’idea perfetta per sbarcare il lunario… siamo così concentrati a capire quale sia l’approccio migliore, che non riusciamo a passare all’azione. Come diceva Voltaire: “Il migliore è il nemico del bene“.
Come si esce da questa empasse? Due punti da condividere con te.
1. Concentrati sulle ripetizioni e non sugli obiettivi
La prima indicazione è concentrarsi sulle ripetizioni e non sugli obiettivi.
Ovvero fai ciò che hanno fatto gli allievi di fotografia del primo gruppo: ripeti più e più e più volte l’azione che ti porterà a sviluppare una buona abilità e un buon prodotto, senza farti traviare dall’idea di perfezione. Ogni volta che lavori in modo coerente e impari dai tuoi errori, infatti, il risultato che ottieni è un incredibile progresso.
È per questo che mi sforzo di fare un nuovo contenuto al giorno – tra Instagram, YT, etc. Non posso sapere in anticipo quali video saranno utili, ma so che se ne faccio 7 alla settimana, ogni tanto il bersaglio lo colpirò.
E funziona allo stesso modo con quasi tutti gli obiettivi che potresti avere…
Arte. Se vuoi essere un grande fotografo, puoi fare una ricerca per capire come scattare una foto perfetta al giorno. Oppure puoi scattare 100 foto al giorno, imparare dai tuoi errori e affinare la tua arte.
Forza. Se vuoi essere più forte, puoi analizzare ogni movimento e fase dei tuoi esercizi finché non diventi blu in faccia. Oppure potresti metterti sotto la barra, imparare dai tuoi errori e concentrarti sul fare più ripetizioni.
Scrittura. Se vuoi scrivere un libro best-seller, potresti passare 10 anni a cercare di scrivere un libro perfetto. Oppure, potresti scrivere un libro ogni anno, imparare dai tuoi errori e avere fiducia che i tuoi libri ogni volta miglioreranno.
Affari. Se vuoi essere un imprenditore di successo, puoi progettare, pensare e provare a pianificare l’idea imprenditoriale perfetta. Oppure, potresti provare a ottenere un cliente, imparare dai tuoi errori e sperimentare nuove idee fino a quando qualcosa diventa semplice.
Non è la ricerca su come raggiungere un obiettivo in modo perfetto che ti rende migliore, ma le abilità che sviluppi che danno peso al tuo lavoro.
In altre parole, quando pensi ai tuoi obiettivi, non considerare solo il risultato che vorresti raggiungere. Concentrati sulle ripetizioni che portano in quel punto lì. Concentrati sulla massa di lavoro che viene prima del successo. Concentrati sulle centinaia di fotografie che dovrai scartare prima del capolavoro.
2. Trasforma i comportamenti in abitudini
La seconda indicazione è di trasformare i comportamenti da ripetere in abitudini.
Cioè quando inizi a osservare gli obiettivi in questo modo, ovvero come effetti collaterali dovuti alla ripetizione di determinate azioni, allora inizi a capire che è fondamentale impostare un sistema in cui puoi produrre facilmente queste ripetizioni. Perché tutti vogliono fare progressi, ma c’è solo un modo per farlo: continuare a riprovarci.
L’obiettivo raggiunto è un evento, qualcosa che non puoi controllare o prevedere completamente. Le ripetizioni, invece, sono ciò che può far accadere l’evento. Se ignori i risultati e ti concentri solo sulle ripetizioni, otterrai comunque dei risultati. Se ignori gli obiettivi e costruisci invece delle abitudini, i risultati ci saranno comunque.
E qui arriviamo quindi al cuore della questione: costruire buone abitudini. L’abitudine di scrivere ogni giorno qualche riga del mio prossimo libro. L’abitudine di andare ogni giorno a esercitarmi per X minuti. L’abitudine di scattare 100 foto ogni giorno.
Le abitudini si possono costruire, c’è un metodo semplice e chiaro che ti può aiutare in questo e se ti interessa dai un occhio al libro che ho scritto “Fattore 1%” che sta aiutando già decine di migliaia di persone a cambiare in meglio e raggiungere i propri obiettivi.
Se non vuoi leggere il libro no problem, non mi offendo, ma almeno tieni a mente questo: per quest’anno dimentica gli obiettivi. Concentrati, invece, sul tuo personale piano per concentrarti sulla ripetizione di quelle piccole azioni che saranno capaci di farti fare la differenza.
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L’articolo Raggiungere gli obiettivi: ecco cosa ti aiuta veramente sembra essere il primo su Psicologo Milano.