Il distacco della placenta può avvenire in qualsiasi momento durante i 9 mesi di gravidanza: si parla di distacco parziale o completo a seconda dei casi, ma la maggior parte delle volte se si interviene in tempo si potrà efficamente risolvere il problema. I motivi per cui la placenta può staccarsi prematuramente dalla parete uterina sono tanti, in questo articolo ne vedremo alcuni, ma prima ecco un video per approfondire sull’aborto spontaneo.
Distacco della placenta: in cosa consiste?
Come già anticipato, il distacco della placenta è una condizione che fa parte delle complicanze della gravidanza. La placenta, ovvero l’organo che permette il trasferimento di ossigeno e sostanze nutritive dalla mamma al feto, può staccarsi del tutto o in parte dall’utero prima della nascita del bambino.
Sappiamo bene che alla nascita e quindi nel momento del parto, è fisiologico la placenta si stacchi: si tratta di una fase fondamentale del parto stesso; il problema sorge quando il distacco si verifica prima del parto, perché viene a mancare tutto il rifornimento di ossigeno al bambino garantito fino a quel momento al bambino.
Con queste premesse, ci stiamo riferendo a distacchi della placenta che possono avvenire dopo le 20 settimane di gravidanza, per i quali non c’è possibilità di recupero. Questi sono totalmente diversi dai piccoli distacchi della placenta “primaria” (trofoblasto), che si possono verificare fino a 14-15 settimane di gravidanza, si manifestano con perdite e sanguinamenti e sono nella maggior parte dei casi senza conseguenze.
I sintomi del distacco di placenta
C’è un modo per accorgersi che sta avvenendo un distacco della placenta? Sì, devi osservare i seguenti sintomi:
- sanguinamento vaginale, che però potrebbe anche non essere presente
- utero indurito e contrazioni forti e persistenti
- dolore addominale ad ogni contrazione, che può estendersi alla schiena.
Le perdite ematiche potrebbero non manifestarsi se il distacco riguarda la parte centrale della placenta. In questo caso, infatti, il sangue si infiltra nell’utero anziché trovare una strada verso l’esterno.
Questo non vuol dire che se non hai perdite o ne hai poche devi sottovalutare la situazione.
Cerca di prestare attenzione anche ai movimenti del feto: se da mamma percepisci che il bambini si stia muovendo meno del solito, meglio consultare subito il proprio medico o recarsi al pronto soccorso per una visita accurata. Può darsi che non sia nulla, o che siano in gioco altre cause meno gravi, ma è sempre meglio controllare.
Se il distacco di placenta è piccolo o comunque procede lentamente, bisogna comunque sottoporsi ad ulteriori e specifici controlli medici: la situazione potrebbe rivelare un ritardo di crescita o un ridotto quantitativo di liquido amniotico non sufficiente per il feto.
Le cause alla base del distacco di placenta
È sempre molto difficile capire quali siano le cause di un distacco di placenta. Tra le più note ci sono sicuramente i traumi addominali, in seguito ad incidenti in auto oppure cadute accidentali. Ecco qui di seguito una lista di altri fattori da considerare:
- predisposizione (distacco di placenta già verificato in gravidanze precedenti)
- vizio del fumo
- età della mamma superiore ai 35/40 anni
- infezioni uterine
- ipertensione
- gravidanza gemellare, che porta a una distensione eccessiva dell’utero, oltre che alla presenza di grandi quantità di liquido amniotico
- consumo di cocaina e altre sostanze stupefacenti
Distacco della placenta: cosa comporta per la mamma e per il bambino
Per quel che riguarda il bambino, un distacco placentare minimo non è considerato pericoloso per lui, ma la situzione andrà costantemente monitorata. Quando invece, il distacco di placenta è massiccio, al bambino non arrivano più sostanze nutritive e ossigeno a sufficienza, ne deriva una sofferenza fetale con restrizioni anche importanti della crescita, fino alla morte in utero. L’unica via d’uscita, ma che comporta dei rischi, è il parto prematuro.
Per quanto riguarda la mamma, invece, se il distacco della placenta si accompagna a perdite di sangue importanti, si renderà necessaria una trasfusione di sangue.
Se l’emorragia continua dopo il parto sarà d’obblido procedere con l’asportazione dell’utero (isterectomia).
Per le mamme che hanno avuto un distacco di placenta ci potrebbero essere conseguenze a lungo termine. Tra tutti, da segnalare il rischio alto di mortalità per malattie cardiovascolari.
Diagnosi ed intervento
Per diagnosticare un distacco della placenta bisogna sottoporsi ad una ecografia, oltre alle classiche analisi cliniche. Se il distacco è molto visibile l’ecografia sarà in grado di identificarlo; in altri casi invece, sarà necessaria una diagnosi di tipo clinico.
Come si interviene?
- Se il distacco è minimo
Se la situazione non è grave, il distacco della placenta è minimo e il feto non mostra segni di sofferenza, si può provare a prendere tempo e vedere cosa succede. Potrebbe rendersi necessario un ricovero affinché la mamma venga costantemente monitorata. Se ci sono le condizioni per effettuare un parto di emergenza, si prova a somministrare dei farmaci corticosteroidi al feto per promuovere la maturazione dei polmoni fetali.
- Se il distacco della placenta è completo o quasi
Se invece la situazione è critica e la placenta si è distaccata completamente o quasi, sarà molto probabile che il feto mostri segni di sofferenza: l’unica possibilità in questi casi, è ricorrere ad un parto cesareo d’urgenza.
Prevenire il distacco della placenta è possibile?
Il distacco placentare è una condizione che si verifica nell‘1% delle gravidanze, quindi per fortuna si può considerare un evento raro. Ma c’è un altro dato interessante: le forme più gravi, che prevedono un distacco quasi completo della placenta e possono portare alla morte del feto in utero, sono ancora più rare, e interessano le donne in un parto ogni 800-1600.
Non esiste un protocollo di prevenzione da seguire per evitare il distacco placentare, va da sè che deve essere nelle intenzione della futura madre astenersi da fumo, droghe e da altri fattori di rischio che abbiamo menzionato nei paragrafi precedenti. È anche vero che se ci sono condizioni di predisposizione, (esempio: gravidanze gemellari o ipertensione), la gravidanza andrà seguita in modo molto attento, con controlli frequenti e mirati.
Fonte articolo Alfemminile