Passata Petti, l’azienda si difende dalla maxi frode: “erano prodotti destinati all’esportazione fuori dall’Italia”

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Si continua a parlare del sequestro delle passate Petti. Dopo la scoperta del falso “pomodoro 100% italiano” (ma etichettato come tale)  è arrivata ora la replica dell’azienda.

Nei giorni scorsi, il sequestro di ben 4477 tonnellate di pomodoro, per lo più confezioni di conserve (3.500 tonnellate) già falsamente etichettate, ha scioccato e fatto discutere tutta Italia. Petti ha deciso ora di replicare a quanto avvenuto in una nota inviata a clienti e fornitori in cui si legge:

“In merito alle notizie pubblicate in questi giorni sulle indagini attualmente in corso da parte del nucleo carabinieri di Livorno per la Tutela Agroalimentare, la società Italian Food Spa presenterà nei prossimi giorni tutta la documentazione più dettagliata e completa per dimostrare la tracciabilità del prodotto semilavorato oggetto delle indagini e la conseguente richiesta di dissequestro merce”

Ma come si è difesa quindi l’azienda?

In questo momento, la priorità per la Società è di verificare e chiarire tutti gli aspetti con le autorità preposte in quanto la merce semilavorata industriale di provenienza estera, rinvenuta tra lo stock di prodotto toscano e italiano stivati nei magazzini, viene regolarmente utilizzata come da altre aziende del settore conserviero per il confezionamento di prodotti a marchi terzi, destinati all’esportazione fuori dall’Italia”

In pratica, quello che sostiene l’azienda, è che la merce scoperta (semilavorata e non italiana) era destinata al mercato estero, appunto per realizzare “prodotti a marchi terzi”. Non ci sarebbe dunque frode. 

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I dubbi comunque restano: come mai le forze dell’ordine avrebbero sequestrato allora questi prodotti, se davvero destinati al mercato estero e se non presentavano già etichette che dichiaravano all’interno un prodotto 100% italiano? 

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L’Azienda ha piena fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e delle pubbliche autorità e non intende rilasciare ulteriori dichiarazioni finché le indagini non saranno concluse, nel pieno rispetto delle stesse. Restiamo a disposizione per fornire chiarimenti sul prosieguo della vicenda nelle prossime settimane”

Rimaniamo fiduciosi anche noi che le indagini  riusciranno a chiarire tutti gli aspetti di questa delicata questione. Se confermato dalla indagini, il comportamento dell’azienda è assolutamente da stigmatizzare. Certamente quello che, dal canto nostro, possiamo dire è che servirebbero più controlli, su tutte le marche e di qualsiasi prodotto.

La spiegazione che Petti ha fornito è plausibile? Se si dovesse accertare che quanto affermano è la verità, chi li ripagherà mai di questo danno d’immagine?


Fonte:  Livorno Today

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