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Andrea Agnelli, L’AGNELLO(I) sacrificale

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L’AGNELLO(I) sacrificale, così appare il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che sta vivendo il periodo più difficile della sua presidenza. Cosa è successo e cosa l’aspetta?

C’era una volta un giovane appartenente ad un’illustre famiglia che, poco più che trentenne, fu scelto per guidare la più amata (ed odiata) società di calcio italiana: la Juventus. Il suo nome era Andrea ed il suo cognome Agnelli.

Correva l’anno 2010 ed erano passate quattro infinite, tormentate e difficilissime stagioni calcistiche per la Juventus dopo il 2006, la stagione di Calciopoli e della Serie B.

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La Juventus dal punto di vista societario non esisteva più, non si era ancora realmente ripresa da quello tsunami che aveva spazzato via tutto in un colpo solo: dirigenti, allenatore, giocatori, vittorie, storia e tradizione.

La società Juventus era una tabula rasa dove tutto doveva essere riscritto. Soprattutto andava riscritta e ricostruita una credibilità che le dolorose vicende del 2006 avevano cancellato.

Andrea Agnelli iniziò i lavori di ristrutturazione societaria, senza alcun tipo di bonus poiché i soldi in quel momento non c’erano, decidendo di partire dalle fondamenta, dai quadri dirigenziali, scegliendo Giuseppe Marotta come nuovo Amministratore Delegato e Fabio Paratici come Direttore Sportivo.

La scelta del tecnico cadde su Luigi Del Neri, che ebbe il difficile compito di porre le basi tecniche di una squadra che stava iniziando un nuovo ciclo.

Al termine del campionato la Juventus si classificò al settimo posto.

Il primo anno fu di assoluta transizione dal punto di vista dei risultati, ma segnò l’inizio di una rinascita societaria la cui forza e competenza si sarebbe vista nel decennio successivo.

Il secondo anno approdò sulla panchina bianconera Antonio Conte e da quel momento iniziò un periodo di interminabili ed irripetibili vittorie. Basti soltanto ricordare i nove scudetti consecutivi ed una manciata di Coppe Italia e Supercoppe Italiane ad arricchire la bacheca del Museo bianconero.

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Poi arrivò la Superlega

Nel decennio di presidenza di Andrea Agnelli la Juventus ha conseguito risultati straordinari dal punto di vista delle vittorie sul campo, della crescita economica e d’immagine nel mondo, soprattutto dopo il clamoroso acquisto di Cristiano Ronaldo.

In ambito europeo, le due finali di Champions League, seppure contraddistinte da due sconfitte, hanno segnato un ritorno importante sul palcoscenico internazionale.

La presidenza di Andrea Agnelli ha impresso un cambio di marcia così repentino alla stessa storia della Juventus, che ha portato con sé tanti benefici, ma anche uno strascico di problematiche irrisolte.

Arriviamo così ai giorni nostri ed al folle progetto della Superlega. Un’idea durata 48 ore. Tutto finito. Cancellato. Forse. Ora, però, tutti coloro che si erano opposti a questa rivoluzione calcistica, presentano il loro conto. L’Uefa ed alcuni presidenti di Serie A hanno già individuato il responsabile di tutto: Andrea Agnelli. La Superlega nasceva dall’accordo congiunto di 12 Top Club europei rappresentati ciascuno dal proprio presidente e/o proprietario. Qualora le cose fossero andate come tutti costoro speravano, sarebbe stata la vittoria di tutti.

Il tragicomico naufragio della Superlega, invece, è la sconfitta di uno soltanto: Andrea Agnelli. Tutto questo è giusto? Sbagliato?

Sicuramente saranno giorni, settimane, mesi da resa dei conti, dove tutti i panni sporchi, frutto di anni di pessime gestioni del calcio sia a livello europeo che nazionale, voleranno dappertutto.

Accuse, scuse, richieste di spiegazioni, dimissioni invocate e non ottenute, cambi ai vertici delle istituzioni calcistiche sia europee che italiane.

Andrea Agnelli ed il suo incerto futuro alla Juventus

In tutto questo, e a causa di tutto questo, il futuro presidente della Juventus potrebbe avere un nome ed un volto diverso da quello di Andrea Agnelli.

Nelle stanze della Continassa, dove sorge la sede della società bianconera, il presidente Agnelli studia il suo futuro in un rumorosissimo silenzio. Le voci di una probabile sua sostituzione ai vertici societari si susseguono ad intermittenza, ma sono presenti, forti e chiare. Il nome su cui si scommette per la nuova presidenza della Juventus, è uno ed uno soltanto: Alessandro Nasi. Questa, però, è un’altra storia.


Articolo di Stefano Vori

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