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Vitamina D ai neonati: fino a quando somministrarla e perchè?

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Tenere il bebè in buona salute sarà la sfida maggiore una volta che sarà nato e ti procurerà non poche ansie! Dovrai anche adottare dei nuovi comportamenti e un rinnovato stile di vita in casa, soprattutto per quanto riguarda l’igiene.
Se segui 10 semplici regole per la cura del neonato non avrai problemi! Segui i nostri consigli in questo video e poi continua con la lettura per sapere tutto sulla vitamina D.

 

Cos’è la vitamina D e dove si trova in natura

Prendersi cura di un bambino appena nato è uno dei principali compiti di un neo genitore. Ci sono tantissime cose da tenere a mente, e una delle prime nozioni che ti verranno spiegate già in ospedale sarà la somministrazione di alcune preziose vitamine di cui il bebè è naturalmente carente, ma ha comunque necessità di avere in corpo: una di queste è la vitamina D.


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Questo ormone viene di norma prodotto nella pelle, grazie all’assimilazione dei raggi solari e delle radiazioni ultraviolette. La nostra pelle va a trasformare il deidrocolesterolo, un derivato del colesterolo, in vitamina e dopo aver transitato nel fegato diventa a tutti gli effetti la vitamina D3. Quindi possiamo dire che è qualcosa che il nostro organismo tende a produrre in maniera naturale.

La sostanza può essere tuttavia assunta anche tramite il cibo, sebbene la maggior parte del fabbisogno si concentri nell’esposizione al sole. Gli alimenti ricchi di vitamina D sono il pesce grasso (salmone, aringhe, sardine fegato di pesce), il tonno in scatola, il tuorlo d’uovo, il burro, le verdure a foglia verde e alcuni tipi di latte (vedi altri alimenti nella foto sotto).

Come mai questa sostanza è così importante per la salute tanto da essere somministrata fin dai primi giorni di vita di un neonato?

vitamina d neonati: alimenti che la contengono© GettyImages

Perchè l’integratore vitaminico D fa bene ai neonati

Tutti i pediatri sono concordi: assumere dosi adeguate di vitamina D fin dalla nascita è fondamentale per il corretto sviluppo del neonato. L’ormone permette infatti che alcune funzioni vitali funzionino correttamente: ad esempio assorbire nell’intestino il calcio e il fosforo, che andranno a sedimentarsi nelle ossa.
È di primaria importanza che questi elementi si aggancino alle ossa perchè sono quelli che conferiscono loro solidità e robustezza. Recentemente si è anche scoperto che la vitamina D apporta benefici notevoli anche al sistema immunitario. Un vero portento per la crescita del tuo bebè! Se unita all’assunzione di vitamina K, fondamentale per la coagulazione del sangue, avrai un alleato in più.

La tua preoccupazione come mamma sarà quindi quella di far assumere al piccolo livelli di vitamina bilanciati con la sua età: il rischio di un’insufficienza di vitamina D è uno sviluppo non corretto dell’apparato scheletrico e perfino rachitismo, ovvero una malattia infantile che se scatenata va a creare dei difetti nella mineralizzazione delle ossa. Vogliamo tranquillizzarti: per fortuna il rachitismo nel nostro paese è una malattia rara, soprattutto se i neonati sono nati nei mesi con più luce, quindi in primavera o in estate e quindi sono stati portati spesso all’aperto.

Ciononostante ad oggi si stima che circa il 50-70% dei bambini italiani registra una carenza di vitamina D, pertanto è necessario integrare per un periodo di tempo abbastanza prolungato.

 

vitamina d neonati: integrare per farli stare bene© GettyImages

La carenza di vitamina D nei bambini

Se per gli adulti è stato dimostrato che è sufficiente un’esposizione solare di 20 minuti al giorno per avere quantità sufficienti di vitamina D da assimilare, (mani e viso al sole senza filtri solari) per i bambini e i neonati i dati non sono ancora certi.
Senza dimenticare che fino ai 6 mesi di vita, esporre un bebè direttamente alla luce non è consigliato.

Ecco perchè i pediatri prediligono una somministrare di vitamina D per bocca, solitamente poche gocce ogni giorno, così da averne in sufficienza anche per i mesi invernali quando il sole è meno forte e fa capolino meno spesso.

Non vi è differenza se il neonato è stato allattato al seno materno o se ha assunto il latte artificiale, perchè il fabbisogno giornaliero di questo ormone è poco influenzato dai cibi. Viene prodotto principalmente dal nostro corpo in seguito allo stare all’aria aperta e sotto il sole.

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Inoltre, gli stili di vita moderni hanno fatto sì che questa carenza si acuisse: i bambini stanno meno all’aperto di prima e sono, comprensibilmente, protetti da creme solari. Ecco spiegato il deficit comune nei bambini in età prescolare. Altri fattori di rischio possono essere la carnagione scura, l’allattamento esclusivo prolungato al seno e l’obesità.

 

vitamina d neonati: da assumere per bocca© GettyImages

Per quanto tempo somministrarla ai neonati?

La profilassi che di solito viene raccomanda dalle associazioni nazionali e internazionali è la supplementazione di vitamina D solo entro il 1° anno di vita, con un dosaggio di 400 U.I. al giorno.
Per i bimbi più grandi non vi è nessuna obbligatorietà, ma se dovesse rendersi necessaria sappi che puoi darla fino all’adolescenza, con un dosaggio pari a 600 U.I. al giorno. I casi in cui l’assunzione di vitamina deve essere supplementata anche dopo i 12 mesi sono quelli di alcune categorie a rischio, come bambini con patologie croniche che non riescono ad assorbire del tutto l’ormone nell’intestino.

In parole povere, quanta somministrazione dare a un bimbo appena nato? E come fare?
Verrai esortata a comprare alcuni flaconcini di vitamina D che puoi tranquillamente trovare in farmacia. Non vi sono delle marche migliori rispetto a delle altre, ma la scelta ricade tendenzialmente in base al consiglio del medico di fiducia o sulla praticità del flacone stesso. Come prevenzione puoi dare 2-4 gocce di vitamina D3 al giorno. Se il bambino è appena nato puoi far scivolare le gocce al lato della sua bocca, grazie all’apposita pipetta, altrimenti, appena sarà un pelo più autonomo, puoi somministrarle al bebè con un cucchiaino o ‘nascosto’ all’interno del pasto.
L’operazione è molto veloce e il gusto è quasi del tutto neutro, quindi non dovresti avere particolari difficoltà a compiere questa azione quotidiana… il difficile è ricordarselo per un anno intero!

 

vitamina d neonati: al mare per assimilarla© GettyImages

Altri casi in cui l’integrazione risulta utile

Difficilmente si riescono davvero a raggiungere i livelli di vitamina D3 consigliati dalla comunità medica e non parliamo solo dei bimbi appena nati.

Nonostante si parli molto spesso del deficit nei bebè, meno conosciuta è l’incidenza che ha sugli adolescenti: circa 8 ragazzi su 10 sono infatti carenti di questo ormone. Un dato abbastanza preoccupante.
La colpa starebbe sempre nella tendenza, soprattutto in queste fasce d’età, a scartare il gioco e gli hobby all’aria aperta per altri al chiuso. In più, negli anni della pre adolescenza, scatta anche il fattore dieta, che inizia a essere sregolata e poco sana a causa degli impegni extra scolastici.
Esistono nello specifico alcune categorie di ragazzi che sono proprio predisposti a questa carenza vitaminica: i bambini con una pelle molto scura, quelli con ridotta esposizione solare, chi segue regimi alimentari inadeguati come il veganesimo e infine ragazzi con insufficienza renale o epatite cronica.

Come ovviare? Esortando i propri figli a passare molto tempo all’aperto e supplementando con l’aiuto delle stesse gocce che si danno ai più piccoli. Possibilmente, se la condizione familiare lo permette, far trascorrere loro dei periodi al caldo, magari in località di mare dove si è più propensi a rimanere fuori casa.

Gli integratori possono poi essere assunti anche dalle donne in gravidanza e/o in allattamento come forma di prevenzione nei confronti dei nascituri.

 

vitamina d neonati: rischi da eccesso© GettyImages

I rischi da eccesso

Come abbiamo identificato poco prima, è difficile che si raggiungano i livelli ottimali di vitamina al giorno d’oggi. Ci sono però, alcuni rari casi, in cui la supplementazione risulta eccessiva: si tratta di ipervitaminosi.

L’ipervitaminosi significa un alterato assorbimento di calcio per eccesso che non si registra con eccessiva esposizione al sole o assunzione di alimenti specifici, ma solo per un uso errato di farmaci.

Come capire se si è affetti da questo disturbo? I sintomi più comuni sono nausea, vomito, diarrea e se la somministrazione è prolungata nel tempo persino danni renali e cardiaci, in quanto il calcio va a depositarsi nei reni e nel cuore. Rivolgiti sempre al medico di fiducia se devi assumere un dosaggio extra di integratori di vitamina D o se devi somministrarla a qualcuno, specie se si tratta di tuo figlio.

Fonte articolo Alfemminile

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