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Dipendenza affettiva: cause, sintomi e come uscirne

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Chiunque si sia mai innamorato sa che nei primi momenti che si condividono con il partner si vorrebbe diventare un’unica entità. Si cerca di instaurare un buon rapporto di complicità e sintonia, provando un istintivo attaccamento a quella relazione appena nata. Questa frenesia e tale entusiasmo vanno attenuandosi nel corso del tempo, in modo assolutamente normale. Tuttavia, quando ciò non avviene e, anzi, va ad aumentare esponenzialmente la dipendenza di uno solo dei partner nei confronti dell’altro, allora ci si trova di fronte a quello stato psicologico definito come dipendenza affettiva disfunzionale.

Perciò, se all’inizio di una storia d’amore una sorta di dipendenza è considerata più che normale, dopo la fase dell’idillio amoroso diventa una condizione a cui bisogna prestare attenzione. Tutto ciò si può verificare soprattutto in presenza di un partner cosiddetto “narcisista“, ovvero una persona che tende a prevalere sull’altra con i suoi desideri e le sue necessità, esercitando un controllo più o meno evidente sulla mente di chi gli sta accanto.

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Per questo è importante saper riconoscere se la propria relazione rientri nel campo delle “relazioni tossiche” e se si sta vivendo un rapporto di coppia che ha portato a una vera e propria dipendenza. Essa è ritenuta simile alle dipendenze da droghe o alcol, perché chi ne soffre trova come una ragione di vita proprio quella “sostanza”, in questo caso lo “pseudo amore” per il partner.


Le cause della dipendenza affettiva

Iniziamo con il dire che nessuno può essere immune del tutto dalla dipendenza affettiva e non stiamo parlando solo di quella che si verifica all’inizio di una relazione, ma di quella che gli esperti definiscono “disfunzionale”. In generale, le caratteristiche di chi soffre di dipendenza affettiva corrispondono in parte a quelle di presenta il Disturbo Dipendente di Personalità. Per queste persone, infatti, la propria autostima, personalità e considerazione di sé sono legate alla presenza di una relazione salda e stabile.

Dietro a questi disturbi, ci sono delle cause che possono portare più facilmente di altre a questa condizione. La maggior parte delle cause della dipendenza affettiva risalgono al periodo dell’infanzia della persona dipendente.

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  • Gli (ex) bambini iperprotetti: ancora oggi, molti genitori commettono l’errore di sostituirsi ai figli nel prendere decisioni. Tutto ciò ha delle ripercussioni nell’età adulta. Così, la maggior parte dei dipendenti affettivi risulta non essere in grado di agire in maniera autonoma e hanno bisogno di consultare qualcuno che, essenzialmente, dica loro che cosa fare.
  • Chi ha subito il trauma di un abbandono: percepire il senso dell’abbandono sin dall’infanzia porta a due comportamenti estremamente differenti. Il primo è quello della mancanza di fiducia negli altri e un inevitabile rifiuto ai legami, mentre il secondo è quello dell’attaccamento quasi morboso al partner, accettando qualsiasi cosa pur di non dover vivere l’ennesima separazione.
  • Coloro che non riescono a stare da soli: questa caratteristica può prescindere dall’infanzia del dipendente affettivo. Infatti, molte persone nell’età adulta riscontrano delle serie difficoltà a stare in solitudine e, quindi, tendono a fare affidamento esclusivo e ad attaccarsi al partner nonostante i rischi che questo comporta. Sapere di avere una relazione – benché questa possa essere considerata tossica e porti poca o addirittura alcun tipo di felicità – è sufficiente a placare la paura dei dipendenti affettivi del vivere senza qualcuno al loro fianco.
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Sapere se si soffre di dipendenza affettiva: i sintomi

La dipendenza affettiva può diventare una condizione semi-patologica quando la relazione che si sta portando avanti viene vista come l’unica ragione che sta alla base della propria vita. Per riconoscere se si soffre di questo stato psicologico esiste una serie di sintomi che è possibile individuare.

  • Si dà la priorità alle emozioni del partner tralasciando le proprie: è vero che quando la felicità del proprio compagno diventa anche la nostra, allora si può parlare di vero amore. Tuttavia, non bisogna mai perdere di vista i propri sentimenti ed emozioni, perché quando ciò avviene significa che ci si sta completamente annullando per un’altra persona.
  • Non si riescono a prendere decisioni in modo autonomo: compiere ogni scelta, da quelle più importanti alle più banali, risulta impossibile se non si ha l’approvazione del partner.
  • Quando si è lontani dal partner si vive nell’ansia di poterlo perdere: una persona dipendente dal punto di vista affettivo ritiene il proprio compagno fondamentale per mantenere il suo equilibrio psichico e non ne tollera la distanza, perché questa provoca una costante paura di venire abbandonata.
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  • Non si dedica più tempo a se stessi: questo fatto si ricollega direttamente al non tollerare la distanza dal partner. Così, si riduce drasticamente o si annulla del tutto il tempo trascorso in autonomia, fondamentale per una relazione sana e non tossica, e non si soddisfano più i propri bisogni personali, in fatto di attività ricreative o uscite con gli amici.
  • La propria autostima dipende dal giudizio dell’altro: la personalità di chi soffre di dipendenza affettiva si eclissa rispetto al parter e così anche la sua fiducia in se stessa.
  • Assumersi sempre la colpa: quando si compie una decisione senza consultare l’altro, si viene assaliti dai sensi di colpa. Allo stesso modo, ci si dà la responsabilità di ogni evento o situazione negativa.
  • Non riuscire a essere in disaccordo con gli altri: ciò avviene perché una persona dipendente non si sente abbastanza importante da esprimere il proprio giudizio.
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Come uscire da una situazione di dipendenza affettiva

A seconda del caso e dalla gravità di pressione subita durante la vita di coppia, per uscire da una condizione di dipendenza affettiva c’è bisogno di un percorso da affrontare in parte da soli e in parte affiancati da uno specialista, attraverso la psicoterapia.

1. Riconoscere e accettare ciò che si è vissuto

Come accade per tutte le dipendenze, il primo passo da compiere per poter uscire da quel loop consiste nel loro riconoscimento. Capire e ammettere di essere vittima di una dipendenza, in questo caso affettiva, è fondamentale per iniziare un lavoro con e su se stessi e chiedere aiuto. Il dipendente affettivo può cercare in modo quasi istintivo delle relazioni con persone che lo sopraffanno e che non lo trattano come merita. Necessita, così, di iniziare a riconoscere questa situazione, accettarla e cominciare una ricerca su come mai ciò avvenga.

2. Imparare a stare da soli

Qualsiasi siano le cause recondite che hanno portato a una condizione di dipendenza, è chiaro che chi ne soffre trovi particolari difficoltà a restare in solitudine. Stare da soli provoca a queste persone una sorta di disturbo, che si può tramutare in paura, ansia e angoscia. Tutto ciò fa sì che sentano il bisogno di “attaccarsi” a qualcun altro, con i rischi che questo comporta. Per uscirne, il dipendente affettivo deve imparare a non vivere di luce riflessa, ma ad autodeterminarsi. Per fare ciò, deve trascorrere del tempo solo con se stesso e vedere la solitudine non come un incubo, ma come una possibilità di conoscere pienamente il suo io interiore.

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3. Ricercare le cause che hanno portato alla dipendenza

Soprattutto quest’ultima fase non va affrontata da soli ma con l’aiuto di un esperto nel percorso di psicoterapia. Forse si è caduti nella dipendenza affettiva perché si ha un’idea sbagliata dell’amore, dovuta a degli stereotipi che si hanno sin dall’infanzia. Oppure, è successo a causa di un abbandono o perché non si è in grado di gestire in modo corretto le proprie emozioni. Una volta svelato il motivo che si cela dietro a questi tipo di comportamenti, sarà più facile lavorare sulla propria autostima e sull’assertività della personalità e dei propri pensieri, oltre a modificare le concezioni errate che si hanno dell’amore e delle relazioni.

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