Dalle finestre, abbiamo visto la natura rinascere e sbocciare, senza che noi ne potessimo godere a pieno i benefici. Abbiamo provato dispiacere. Struggimento. Talvolta disagio. come se qualcosa fosse andato perduto
La “fame” di natura è genetica
«Anche se ci siamo persi l’inizio della primavera il nostro legame affettivo con la Natura resta forte, perché è iscritto nei nostri geni» spiega Giuseppe Barbiero, biologo all’Università della Valle d’Aosta, direttore del Laboratorio di Ecologia Affettiva. Gli esseri umani si sono evoluti nella Natura selvatica e sono predisposti al contatto con la Natura, non con gli ambienti artificiali. Il contatto con la Natura stimola lo sviluppo di schemi ambientali e di mappe cognitive che permettono di reagire allo stress e di recuperare dalle fatiche mentali.
La natura è un ottimo anti stress
Questo spiega perché dopo aver studiato, o lavorato a lungo (fase di fatica mentale), abbiamo bisogno di alzarci e muoverci, magari di fare una passeggiata nella Natura (fase di recupero), che è tanto più efficace quanto più possediamo le mappe cognitive che ci permettono di interagire con la Natura. Più mappe cognitive abbiamo, più la rigenerazione sarà efficace. Se non possiamo fare un gesto così semplice come alzarci e fare una passeggiata, allora a livello inconscio percepiamo questa “disfunzione” (discrasia), come una “mancanza”.
Gli alberi in fiore e l’effetto wow
Il meccanismo di “fascinazione” (quello che ci fa dire: “wow!”) si è evoluto in contesti di Natura selvatica. Ogni volta che stiamo nella natura, nel nostro organismo si registra questa fascinazione, che consiste in una temporanea attivazione dell’attenzione involontaria, che è priva di sforzo, consentendo alla “concentrazione” (che invece richiede sforzo per essere mantenuta) di riposarsi e di recuperare.
E’ questo il meccanismo che spiega perchè coltivare il contatto con la Natura ha un forte impatto sul nostro benessere, sul piano fisico, emotivo e mentale: quando ci muoviamo nella natura, scarichiamo elettricità statica, neutralizziamo le tossine, dissolviamo gli ormoni dello stress e regolarizziamo le funzioni cardiocircolatorie.
Ricucire con la Natura in città
«Se non riusciamo a fare una passeggiata nel bosco o sulla spiaggia, in silenzio, o a sdraiarci su un morbido tappeto erboso, possiamo comunque coltivare gli spazi di Natura presenti in città: passeggiando nei parchi pubblici e nei viali pieni di alberi frondosi; coltivando fiori, frutti ed erbe aromatiche nei balconi, ripristinando il piacere di mettere le mani nella terra», spiega Barbiero.
Ci si può “ricaricare” con i video
«Più questa immersione coinvolgerà tutti e cinque i sensi, più questo contatto ci restituirà un sensazione di rilassamento, di svuotamento mentale: come se ci stessimo liberando di peso». Se poi non fosse possibile utilizzare il contatto diretto, aggiunge l’esperto «possiamo comunque ricorrere al contatto simbolico con la Natura, attraverso quadri, fotografie, video audio e letture. Il livello di efficacia sarà inferiore, ma non inutile».
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