Stoviglie in bioplastica: trovati Pfas, pesticidi e metalli pesanti in più della metà di piatti e cannucce

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Piatti, bicchieri, posate o cannucce a base di materie prime vegetali, alternative alla plastica, contengono composti pericolosi per l’ambiente e la salute, secondo un test francese su 57 prodotti

È necessario eliminare il più possibile la plastica e per farlo dobbiamo orientarci sull’utilizzo di materie prime di origine vegetale anche per quanto riguarda le stoviglie usa e getta. Ma piatti, bicchieri, posate o cannucce ecologiche e biodegradabili sono sempre un’alternativa migliore? Un nuovo test condotto in Francia cerca di fare chiarezza sulla questione.

Abolire la plastica monouso è un obiettivo importante fissato da molti paesi di tutto il mondo, Italia compresa. Ma dobbiamo stare estremamente attenti alle alternative che si scelgono. Parliamo in particolare delle stoviglie usa e getta che vengono prodotte attualmente con alternative alla plastica quali bambù, foglie di palma, canna da zucchero, fibre di grano o più semplicemente carta o cartone.

Sulle confezioni troviamo diciture che ci rassicurano come “biodegradabile” , “ecologico” , “100% naturale” ma davvero possiamo stare tranquilli che al loro interno non vi siano sostanze controverse?

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Per fare chiarezza su questo la rivista francese Que Choisir ha analizzato 57  prodotti scoprendo che, purtroppo, anche le alternative alla plastica, contengono composti indesiderabili per l’ambiente e la salute. Questa situazione è ancora più preoccupante sottolinea la rivista, dato che il cibo da asporto è in forte espansione.

Quasi tutti i piatti, ciotole e cannucce testati sono risultati contenere sostanze controverse. Le più preoccupanti sono i composti perfluorurati (tra cui Pfas), che consentono alle stoviglie di resistere a contatto con l’acqua e il grasso. La presenza di questi inquinanti estremamente persistenti è tanto più dannosa se consideriamo che le stoviglie usa e getta a base vegetale molto spesso in etichetta vengono segnalate come “compostabili”.


Come scrive la rivista francese:

“Tuttavia, mentre lo standard per l’idoneità al compostaggio industriale è fissato a 100 mg di sostanze perfluorurate per kg al massimo, i prodotti in canna da zucchero testate ne contengono da 5 a 28 volte di più!”

Che queste stoviglie siano compostate in una fabbrica dedicata o in casa, la sostanza non cambia: i perfluorurati che contengono finiranno nell’ambiente.

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Il test ha trovato la presenza di perfluorurati nel 66% dei campioni. Alcune di queste sostanze sono cancerogene, immunotossiche o agiscono da interferenti endocrini.  Viene segnalato inoltre il rischio di “effetto cocktail” per alcuni prodotti che presentano un accumulo di sostanze (in particolare composti perfluorurati, cloropropanoli, ammine aromatiche),  si tratta soprattutto di cannucce di cartone.  

Oltre ai composti perfluorurati, nelle stoviglie sono stati individuati anche derivati del cloro, residui di pesticidi e metalli pesanti, di conseguenza non solo l’ambiente è a rischio ma anche la salute dei consumatori.  

Se dunque la salute non è garantita e il reale beneficio per l’ambiente di queste stoviglie usa e getta di origine vegetale è ancora tutto da dimostrare, sembra che queste alternative non siano affatto raccomandabili. Come molte associazioni affermano da tempo, è il principio stesso dell’usa e getta che deve essere messo in discussione.

Visti i risultati preoccupanti ottenuti dal test,  l’associazione francese chiede un rafforzamento delle normative europee riguardanti i materiali autorizzati come sostituti delle plastiche. Nello specifico si rende necessario, scrivono:

  • Definire, nell’ambito della revisione entro la fine del 2022 della normativa sui materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti, un preciso elenco di materiali e additivi utilizzabili senza pericolo come sostituti delle plastiche per stoviglie usa e getta;
  • Rafforzare il controllo delle dichiarazioni ambientali, in particolare relative al compostaggio.

Non è certo la prima volta che si parla di questo argomento. La Svizzera, ad esempio, ha già proposto di mettere al bando le stoviglie in bambù mentre lo scorso anno la rivista Altroconsumo ha effettuato un test su prodotti venduti in Italia scoprendo che potrebbero rilasciare formaldeide e melamina. (Leggi anche:  Stoviglie in bambù, per Altroconsumo non sono green, né sicure: potrebbero rilasciare formaldeide e melamina)Come sempre, l’alternativa migliore è evitare l’usa e getta.

Fonte: Que Choisir

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