“Non dico niente, ma …” È probabile che in più di un’occasione tu abbia sentito questa frase o l’abbia persino detta. Apparentemente è “rispettosa”, ma ci mette automaticamente sulla difensiva perché in fondo sappiamo che le parole dietro di essa sono inutili e possono causare danni.
La compulsione a condividere le nostre opinioni
Abbiamo un’opinione per tutto. Siamo opinionisti nati. E non c’è niente di sbagliato in questo. È importante esprimere i nostri giudizi su ciò che accade, e giungere alle nostre conclusioni.
Tuttavia, il problema inizia quando proviamo una forte compulsione a condividere le nostre opinioni con gli altri. Per dire quello che pensiamo. Esprimere un’opinione – spesso senza conoscenza di causa. E anche per criticare e giudicare.
Questa tendenza può farci diventare kamikaze della verità e commettere dei veri e propri sinceridi. Dietro un sincericidio non c’è un sano attaccamento alla verità, ma una posizione egocentrica in cui non prendiamo in considerazione l’impatto delle nostre parole sugli altri.
Il sinceridio nasconde spesso l’incapacità di essere empatici. Infatti, una delle frasi preferite del sincericida è: “te lo dico perché mi farebbe piacere che me lo dicessero”. Ciò dimostra che questa persona decide e agisce in base alle sue coordinate, indipendentemente da ciò che desidera o ha bisogno l’altro.
Farei meglio a non dire niente, ma …
C’è una linea molto sottile tra esprimere ciò che pensiamo e cadere nel vandalismo intellettuale, tra aiutare una persona indicandogli i suoi errori e schiacciarla sotto il peso di essi. Tra l’aiutarla a trovare una soluzione e lasciarla intrappolata in un problema.
Quando iniziamo una frase con le parole “è meglio se non dico niente, ma …” sappiamo in fondo che sarebbe meglio tacere su ciò che stiamo per dire. Infatti, quella persona probabilmente sa già cosa stiamo per dire e le nostre parole non sono altro che sale su una ferita già dolorante.
In altri casi, quelle parole non servono a trovare una soluzione, ma aggravano il conflitto, approfondiscono il divario e segnano la distanza con l’altro, probabilmente in un momento in cui quella persona ha bisogno di convalida e supporto, non di critiche e giudizi.
Riconoscere che non dovremmo dire nulla è anche un modo per scusarsi di quello che stiamo per dire, perché sappiamo che quelle parole non hanno motivo di essere, o almeno non in quel momento e luogo.
Pertanto, la prossima volta che stiamo per iniziare una frase con le parole “sarà meglio che non dico niente”, forse sarebbe meglio se non dicessimo nulla. O che almeno ci fermassimo a riflettere sull’impatto che ciò che stiamo per dire potrebbe avere.
I 3 filtri che dovremmo usare prima di parlare
1. Le opinioni non sono fatti. Le nostre opinioni possono basarsi sui fatti, senza dubbio, ma spesso si intrecciano anche con reazioni viscerali, emozioni, aspettative ed esperienze. Ciò significa che non dovremmo confonderle con la “verità” e, soprattutto, che non dovremmo credere che siamo possessori di una “verità assoluta”. Quando crediamo di avere la verità, agiamo con arroganza. E questo non è l’atteggiamento migliore per costruire ponti verso l’altro.
2. La frustrazione non è valutazione. Molte delle cose che ci accadono possono causare frustrazione quando non soddisfano le nostre aspettative, specialmente quando altre persone non seguono il modello che avevamo in mente. Ma non ottenere ciò che desideriamo non è una giustificazione per valutare negativamente qualcosa o disprezzarla. Il fatto che ci sentiamo infastiditi non è una scusa per scaricare quella frustrazione sugli altri perché la nostra opinione non sarà obiettiva.
3. Volere non è dovere. Quello che stiamo per dire è qualcosa che “vogliamo” dire o qualcosa che l’altra persona ha bisogno di sentire o che sentiamo il dovere di dire? La differenza è enorme. Ci sono verità dure o scomode che, tuttavia, devono essere dette perché non diventino un elefante in una cristalleria. Ma ci sono opinioni che non apportano nulla e che possono persino fare male.
La entrada Se la tua frase inizia con “meglio se non dico niente”, è meglio non dire nulla se publicó primero en Angolo della Psicologia.