Ennio Morricone e la memoria volatile
Ennio Morricone e quella strana cosa chiamata memoria. Indro Montanelli non è stato soltanto uno degli intellettuali più acuti del secolo scorso, era un italiano che conosceva bene i nostri vizi, tanti ed indiscutibili e le nostre virtù, rare ma uniche. Una volta scrisse che “gli italiani non hanno memoria” e forse mai frase riassume al meglio l’italica essenza. La modernità, con la sua frenesia, con i suoi tempi ultraveloci come la fibra ottica che guida le nostre connessioni con il mondo intero, spinge, quasi naturalmente, a bruciare tutto e subito.
Ma non bisogna esagerare. Vi sono eventi, persone, personaggi che hanno segnato un giorno, un anno o addirittura un periodo storico, che hanno condizionato la nostra vita, le nostre scelte, i nostri gusti. Eventi, persone e personaggi che hanno marcato la nostra esistenza, regalandole gioia e brividi di emozione che, a distanza anche di decenni, sono impresse sulla nostra pelle e nelle nostre menti. E questo non si può dimenticare, non si deve dimenticare.
Il dolore e l’Omaggio…
Era il 6 luglio 2020 quando al mondo è stata annunciata la morte del Maestro Ennio Morricone. Una fitta al cuore. In quell’attimo milioni di persone, sparse nei quattro angoli del mondo, è come se avessero perduto la loro stella polare. Quella luce che per decenni aveva regalato loro la sensazione che la Grande Musica potesse essere ascoltata, fruita, fatta propria anche da chi non la conosceva, anche da coloro che non avevano mai saputo distinguere le diverse note collocate chissà con quale logica su quelle strane righe chiamate pentagramma, si era spenta per sempre.
La grande onda emotiva per quella dolorosissima perdita ha travolto davvero tutti. Anche i politici. L’allora sindaca di Roma, Virginia Raggi, dopo il voto dell’Assemblea Capitolina, annunciò: “Oggi è una giornata storica. Abbiamo voluto rendere omaggio al maestro Morricone rinominando l’Auditorium Parco della Musica in auditorium Ennio Morricone”. Queste le sue testuali parole. Purtroppo non tutto è andato come il primo cittadino capitolino aveva previsto.
…Tradito!
Per la famiglia Morricone, per Maria Travia, la sua Musa ispiratrice e madre dei suoi quattro figli, era la notizia più bella che si potesse ricevere, dopo tanto dolore. Qualche giorno fa uno dei figli del Maestro, Giovanni Morricone, ha voluto testimoniare, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, quanto la famiglia del compositore sia profondamente delusa da quanto realizzato dall’amministrazione capitolina: “Papà non avrebbe nemmeno mai potuto sognarne l’intitolazione. Ma quando abbiamo visto la targa che gli hanno dedicato, il modo in cui è stata realizzata, e l’assenza del suo nome sul sito dell’Auditorium… in famiglia si è risvegliato un sentimento di dispiacere” (Fonte La Repubblica).
“Auditorium Ennio Morricone” solo sulla carta
Sul sito dell’Auditorium non appare alcun riferimento all’intitolazione ad Ennio Morricone e quella targa poi… “Ha un titolo (“Auditorium – Parco della Musica”, ndr) mentre il nome di mio padre è ridotto a un sottotitolo. Lo stesso non è mai indicato online. È come se la sala Sinopoli si chiamasse “sala grande”, con il nome del maestro ridotto a sottotitolo. Non è così”. (Fonte La Repubblica). Ed in certi momenti ritornano alla mente di suo figlio Giovanni le parole di suo padre quando parlava di “vittoria nata sulla propria sconfitta”, quando generazioni di musicisti ritenevano la sua musica figlia di un Dio minore.
Ennio Morricone è riuscito nella duplice, straordinaria impresa, di creare una musica che fosse una componente indispensabile per i film, ma che potesse poi essere ascoltata, goduta in ogni momento della giornata e della nostra vita. Quella è stata la sua grande vittoria. Che la capitale d’Italia non si macchi di tale mancanza di rispetto e di uno sfregio alla memoria così volatile in molti, ma, fortunatamente, non in tutti.
Articolo scritto da Stefano Vori