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Raffaella, Carràmba! Che mazzata

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Raffaella Carrà
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Raffaella Carrà ci ha lasciato. Aveva 78 anni


Sabato è festa, domenica è festa, non c’è mai lunedì”, così cantavi in quei sabato sera che hanno segnato la nostra adolescenza. Il lunedì è servito soltanto ad una malattia a portarti lontano, via da noi. Sgomento, incredulità, quel terribile ed ingenuo desiderio di non accettazione. Come quando, da bambini, si rompeva un giocattolo a cui eravamo legatissimi e non potevamo crederci, non volevamo crederci, anche se sapevamo, noi per primi, che quel giocattolo non si sarebbe riaggiustato mai più.

Con te non se ne va soltanto il sorriso più coinvolgente e contagioso della nostra televisione, non se ne va soltanto una straordinaria professionista che il mondo intero ha amato e da cui tanti artisti hanno tratto ispirazione. Se ne va, prima di tutto, una donna che ha costruito il suo successo passo dopo passo. Studio, sacrificio, feroce determinazione e quella naturale simpatia, quel senso di accoglienza a braccia aperte, quella capacità di mettere tutti a proprio agio che è tipico della tua terra.

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Raffaella Carrà hai abbattuto tabù che sembravano inchiodati nelle nostre retrograde coscienze con la leggerezza del Tuca Tuca o attraverso un vestito che lasciava fuori l’ombelico. Libertà, questo era il tuo modo di intendere la vita, liberi di scegliere, liberi di amare chiunque, ovunque senza limiti e vincoli, Sotto quel rivoluzionario ed iconico caschetto biondo vi era una mente illuminata, capace di intendere e di vedere la vita come mai nessun personaggio televisivo aveva fatto prima di te. E questa sua visione la portavi in scena ed era sempre un successo.

Raffaella Carrà ed allora “Musica maestro

“Chi vuole cantare si può prenotare
Per fare un bel coro con me”

Ora chissà quanti ne troverai che si metteranno in fila per cantare con te. Tu che hai duettato con i più grandi cantanti, adesso potrai mettere in scena duetti paradisiaci.

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“Ma che giornata (ma che giornata) movimentata!”.

Una giornata movimentata da una notizia che non avremmo mai voluto leggere né ascoltare. Raffaella, perdonaci, ma questa è stata davvero la peggiore Carràmbata che avresti potuto regalarci. Dove sei adesso, però, potrai farla tu una bella carràmbata a qualche tuo vecchio amico. Magari a Diego Armando Maradona, che passò una notte in carcere a Buenos Aires perché aveva aggirato la vigilanza per poterti vedere da vicino oppure a Fabrizio Frizzi, che, come te aveva, una risata trascinante e contagiosa.

“E allora dai dai dai
Viva le feste se in un mese son cento in più
Viva le feste se in un anno son mille in più”.

E allora grazie. Grazie per tutti i momenti di festa, di semplice serenità che ci hai regalato. Saranno stati cento, mille e forse più. Grazie anche per quel profondo senso di vuoto che proviamo in queste ore e che si prova soltanto quando si perde una persona speciale, perché vuol dire che quel vuoto tu lo avevi riempito a modo tuo. Con il tuo sorriso, con la tua eleganza, con la tua gioia di vivere e con tuo talento. Accidenti non immaginavo minimamente quanto sarebbe stato difficile salutarti Raffaella. Anche questo è un segno della tua unicità.

Articolo di Stefano Vori

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