Psicoterapia integrativa: curare l’ansia concentrandosi su di te

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Se soffri di ansia, saprai che questo sentimento di apprensione e di angoscia costante non è solo psicologico, ma si esprime anche a livello fisico. Mancanza di respiro, palpitazioni, sudorazione, nausea o vertigini sono i segnali che il tuo corpo ti invia per dirti che non sei al sicuro. Allo stesso tempo, la tua mente accelera facendoti pensare di essere in pericolo.

L’ansia è un’esperienza molto fisica. Devi rilassarti per calmare la risposta di lotta-fuga, ma allo stesso tempo devi gestire i pensieri fuori controllo e imparare ad affrontare le situazioni che provocano ansia senza perdere la calma. Come la maggior parte dei disturbi mentali, l’ansia è una condizione complessa e multideterminata che richiede un intervento terapeutico globale.

Non è sufficiente cambiare i pensieri o i comportamenti. Né basta apprendere tecniche di rilassamento o di gestione dello stress. Per curare l’ansia è necessario un approccio a 360 gradi che metta al centro la persona. Questa è proprio la soluzione proposta dalla terapia integrativa.

Integrare e personalizzare, i segreti di una psicoterapia più olistica

La parola psicoterapia deriva dalle parole greche psyché, che significa spirito, anima o essere, e therapeia che significa servizio mentre il therápon era colui che serviva. Etimologicamente psicoterapia significa curare o assistere lo spirito o “essere”. Bisogna quindi andare ben oltre il disturbo per prestare attenzione alla persona.

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La terapia integrativa si propone proprio questo: offrire un trattamento su misura per ogni persona, tenendo conto della sua unicità e non solo del disturbo mentale di cui soffre.

Il modello di psicoterapia integrativa si differenzia dalle proposte eclettiche perché non utilizza tecniche psicologiche in modo isolato, ma parte da una concezione olistica dell’essere umano, che dà significato e coerenza agli elementi nel loro insieme. La psicoterapia integrativa raccoglie le più efficaci conoscenze scientifiche metodi e strategie cliniche provenienti dalle diverse scuole di psicoterapia, per creare un trattamento su misura per ogni persona.

Questa prospettiva riconosce i limiti dell’utilizzo degli approcci psicoterapeutici tradizionali su base individuale e amplia il modo in cui i terapeuti concettualizzano e affrontano i problemi dei loro clienti. Ammette anche che non esiste una forma di psicoterapia adatta a tutti e che lo psicologo deve approfondire le caratteristiche uniche della persona che ha di fronte senza dimenticare che è parte di un contesto sociale più ampio.

La psicoterapia integrativa offre un doppio vantaggio: fornisce ai terapeuti più strumenti psicologici e offre alle persone un trattamento più personalizzato che risulta essere più efficace nel risolvere i loro problemi, promuovere il loro benessere e migliorare la loro qualità di vita in un senso più ampio.

Come funziona la psicoterapia integrativa per l’ansia?

Nella psicoterapia integrativa multidimensionale, l’ansia viene affrontata attraverso diverse fasi:

1. Fase esplorativa, in cui lo psicologo cerca di comprendere la storia di vita della persona e il modo in cui si è sviluppato il disturbo d’ansia. Viene svolto un lavoro investigativo per esplorare l’iceberg che si nasconde sotto i sintomi più evidenti. Non marchia la persona con un’etichetta diagnostica, ma stabilisce gli obiettivi terapeutici e genera un clima di comprensione.

2. Fase psicodinamica, in cui si cerca di rendere la persona cosciente dell’irrazionalità di determinati comportamenti e l’eventuale utilizzo di meccanismi di difesa o altri processi mentali di natura inconscia che alimentano l’ansia. Il terapeuta può anche utilizzare tecniche di terapia narrativa per esplorare come, quando e dove si scatena l’ansia e quali effetti ha sulla persona e sulle sue relazioni.

3. Fase comportamentale focalizzata sullo sviluppo delle abilità per affrontare l’ansia, che di solito include tutto, dalle tecniche di desensibilizzazione sistematica per modificare la risposta condizionata agli stimoli ansiogenici, alla tecnica di rilevamento del pensiero per arrestare le idee irrazionali o la ristrutturazione cognitiva per sostituire le credenze inutili con credenze più adattive. Ovviamente il terapeuta è libero di scegliere le tecniche più efficaci per il suo paziente.

4. Fase strategica e di follow-up, in cui viene promosso l’uso delle capacità di coping acquisite in situazioni di vita quotidiana che producono ansia per rafforzare la sicurezza e la fiducia in se stessi. In questo modo, il terapeuta riesce a rafforzare comportamenti e pensieri adattivi, evitando ricadute e provocando un cambiamento reale a lungo termine.

Ovviamente queste fasi della psicoterapia integrativa multidimensionale non sono scolpite nella pietra, ma sono dinamiche e devono essere adattate ai bisogni e alle caratteristiche della persona. La cosa più importante in questo approccio è che il terapeuta riesca ad ampliare la visione del mondo del suo paziente generando spiegazioni alternative che gli permettano di flessibilizzare, strutturare, dare significato alla sua esperienza e riconcettualizzare la sua percezione delle situazioni che generano ansia.

Deve tendere a promuovere un processo di creazione di nuovi costrutti per dare un nuovo significato alle situazioni vissute e offrire una risposta più adeguata alla situazione specifica, perché si basa sull’idea che siamo costruttori attivi della nostra realtà.

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La psicoterapia integrativa dell’ansia non tiene conto solo della dimensione cognitiva (pensieri ansiogeni) e affettiva (le reazioni emotive che genera) ma anche delle dimensioni comportamentali, psicodinamiche e relazionali, nonché delle loro implicazioni a livello fisico. Tutto ciò consente un approccio più complesso ed efficace in un clima di fiducia e sostegno.


Un percorso più promettente per trattare le persone ansiose

La psicoterapia integrativa unisce il meglio di varie scuole psicologiche, quindi non sorprende che si tratti di un approccio terapeutico efficace per trattare l’ansia. Uno studio condotto presso l’Università di Alzahra, ad esempio, ha scoperto che la psicoterapia integrativa “era più efficace nel trattamento dell’ansia generalizzata rispetto alla terapia cognitivo-comportamentale”, che era il trattamento che dava i migliori risultati.

Un’altro studio condotto presso la Pennsylvania State University ha rilevato che la psicoterapia integrativa ha ridotto significativamente i sintomi del disturbo d’ansia generalizzato nel 76,5% dei partecipanti, mantenendo i suoi benefici fino a 1 anno dopo il trattamento, effetti che superavano altri approcci psicoterapeutici applicati individualmente.

Anche i ricercatori dell’Università Iberoamericana affermano che la terapia integrativa multidimensionale è benefica per l’80,6% delle persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo, rispetto all’efficacia del 34,4% del trattamento farmacologico, ed è molto efficace per affrontare gli attacchi di panico.

Uno dei segreti dell’efficacia di questo tipo di trattamento dell’ansia consiste nell’integrazione delle tecniche e dei metodi della Terapia Focalizzata sulla Soluzione e della Terapia Breve Strategica. Di conseguenza, gli psicologi vedono la terapia come un percorso che deve essere il più breve possibile, deve essere adattato al cliente e non il cliente al modello teorico, mantenendo l’efficacia come principio guida.

Attraverso la psicoterapia integrativa vengono svelati i processi che sono alla base dell’ansia, tenendo sempre presente che ogni persona è diversa ed esprime la propria ansia in modo diverso. In questo modo è possibile togliere protagonismo all’ansia in modo che la persona riprenda il controllo della propria vita e raggiunga uno sviluppo olistico che le consenta di funzionare al massimo delle sue potenzialità.

Riferimenti:

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