Piercing all’orecchio: come si fa e quando disinfettarlo per evitare infezioni

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Se stai pensando di decorare il tuo orecchio con qualche orecchino in più, devi sapere che le opzioni sono numerose: dai tradizionali orecchini al lobo, ai piercing all’elice (il famoso helix), ai piercing al trago. Ogni orecchino darà un tocco di personalità al tuo look e puoi personalizzare il tuo orecchio con molti tipi di gioielli, questa è una delle tendenze di questa stagione! Naturalmente, è necessario prendere in considerazione alcune regole igieniche di base in modo che il vostro nuovo accessorio non diventi un fastidio. Sì, i piercing all’orecchio possono facilmente infettarsi, specialmente se l’hai fatto alla cartilagine, quindi è bene seguire alcune linee guida quando lo pulisci per evitare qualsiasi tipo di problema.

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Piercing all’orecchio: che cos’è?

Il piercing all’orecchio è un’operazione molto semplice, che consente poi di indossare qualsiasi tipo di orecchino. Le tendenze, però, si spingono ben oltre il semplice piercing al lobo, tanto che c’è chi preferisce farsi più buchi alle orecchie per poter utilizzare gioielli diversi.
La moda ormai non è più solo una tendenza femminile, fortunatamente l’interesse comprende oggi anche il mondo maschile. A confermarlo, sono proprio le statistiche: anche l’uomo, nell’83% dei casi, ha un piercing almeno a uno dei due lobi. In questa guida, vediamo quali sono i tipi di piercing che è possibile applicare e quali sono le tendenze in fatto di orecchini.

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piercing all’orecchio© Getty Images

Piercing all’orecchio e moda sono sempre andati di pari passo. Ogni cultura, in passato, ha usato questa tendenza per esprimere uno status sociale, oppure per indossare gioielleria anche pesante, dunque preziosa.
Dalle nobili europee alle donne delle tribù africane, il buco all’orecchio è stato utilizzato come segno di riconoscimento e di eleganza soprattutto femminile. Tra gli anni Cinquanta e Settanta, il piercing all’orecchio è diventato un simbolo di rinascita e di ribellione, tanto che viene vietato in alcune scuole.
Ora, è un medico ad occuparsi dei fori, in qualsivoglia parte dell’orecchio e dunque l’ambiente in cui si opera è sterile. Il piercing all’orecchio è ormai fatto solo da specialisti, che possono lavorare anche nel settore dei tattoo e garantiscono pertanto che tutto si svolga in totale sicurezza e igiene.
Solo negli anni ’80, però, gli orecchini con piercing non sono più un problema e diventano accessori di bellezza al pari di collane e bracciali, volti a rappresentare il proprio stile.

Tutti i tipi di piercing all’orecchio

Se stai pensando di regalarti un piercing all’orecchio, le domande e i dubbi che ti assalgono sono diversi. Quale scegliere? Fa male? Dove è più doloroso? Qual è il piercing più adatto a me? Tutte domande piuttosto banali, ma più che lecite. Esistono di base 8 tipi di piercing all’orecchio, ma alcuni sono possibili solo con una certa conformazione dell’orecchio. Inoltre, come per ogni cosa, il dolore è soggettivo. Viene spesso chiesto di valutare una “scala del dolore” che va da 1 a 10, ma la risposta è puramente teorica perché ognuno ha un livello di sopportazione differente e, soprattutto, è una procedura talmente veloce che a stento te ne accorgerai!

1. Foro al lobo

Si tratta del “piercing” più comune e ormai sdoganato a tutti gli effetti. Spesso ricevuto sin da bambini, talvolta anche da piccolissimi, consiste nel forare il lobo, la parte carnosa dell’orecchio, all’estremità inferiore del padiglione auricolare. A seconda della dimensione e della forma del lobo di ciascuno, è possibile forare più o meno volte in diversi punti.

 

piercing all’orecchio© Getty Images

Come si realizza un piercing al lobo delle orecchie? Anche se è tuttora comune, NON si usa la pistola spara-orecchini, che è proibita dalla legge per una serie di motivi ragionevoli. Usare la pistola spara-orecchini costerà pure di meno, ma devi sapere che ci sono dei rischi. Non solo non è possibile sterilizzare totalmente, ma è anche un processo traumatico per l’orecchio e rende infatti la guarigione del piercing difficoltosa e più propensa ad infettarsi.
Nonostante la sua diffusione, il foro al lobo è un piercing e come tale va fatto con l’ago.

2. Conch piercing

Il conch è un piercing che riguarda la conca del padiglione auricolare, quindi la parte centrale ed interna dell’orecchio. La pratica consiste nel forare la cartilagine utilizzando un ago la cui dimensione varia leggermente in base al gioiello che preferisci mettere.
Il tempo di guarigione oscilla dai 4 ai 6 mesi e la scala di dolore si aggira attorno ai 5/10.

3. Helix piercing

L’helix piercing riguarda la parte superiore del padiglione auricolare, chiamata infatti “elice” e anche in questo caso si realizza forando la cartilagine. È un piercing molto di moda e assai versatile: cerchietti, orecchini normali, barbell, labret, sono davvero pochi i limiti di questo piercing!
Richiede però particolare attenzione: la sua guarigione richiede molta cura e il rischio che si formi la temutissima “pallina” dietro l’orecchio è alto. Bisogna quindi attendere che la guarigione sia completa prima di cambiare il gioiello e soprattutto deve essere ben pulito e disinfettato, stando attenti a non irritare il foro.
Il tempo di guarigione oscilla dai 4 ai 6 mesi, la scala di dolore attorno ai 5/10.

 

piercing all’orecchio© Getty Images

4. Anti helix piercing

L’anti helix è un piercing che interessa una piega cartilaginea che si trova di norma circa a metà dell’orecchio, nella parte esterna. Non tutti lo possono realizzare, in quanto chi ha una piega poco sviluppata o non ce l’ha del tutto, ha difficoltà a fare questo piercing.
Il tempo di guarigione oscilla dai 4 ai 6 mesi e la scala di dolore sui 6/10.

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5. Trago piercing

La cartilagine che si trova davanti al foro del padiglione auricolare prende il nome di trago, da cui il nome del piercing. Gli orecchini scelti per questa zona sono generalmente il labret o, talvolta, l’anellino. Gioielli più ingombranti potrebbero rendere difficoltosa la pulizia del canale auticolare.
Il tempo di guarigione tendenzialmente va dai 3 ai 4 mesi, la scala di dolore sui 4/10.

 

piercing all’orecchio© Getty Images

6. Daith piercing

Questo piercing viene realizzato forando la radice dell’elice, un’altra piega della cartilagine questa volta interna al padiglione auricolare. Essendo un punto dell’orecchio leggermente chiuso e per nulla semplice da raggiungere, di solito si sceglie un anellino o un barbell piccolo per decorarlo. Inoltre, è fondamentale pulirlo bene, perché in questo punto dell’orecchio tende a depositarsi più sporcizia (pelle morta, cerume, forfora, sapone, altri scarti biologici).
Il tempo di guarigione oscilla dai 4 ai 5 mesi e la scala di dolore sui 5/10.

 

piercing all’orecchio© Getty Images

7. Rook piercing

Il rook piercing riguarda una parte dell’orecchio chiamata branche dell’antelice e di fatto è l’area che si trova sotto alla curva a nord del padiglione auricolare, superiore alla conca. Meno popolare dell’helix o del conch piercing, offre comunque svariate possibilità. Infatti, ci sono dei gioielli molto carini e, trattandosi di un punto dell’orecchio particolarmente in vista, vale la pena prenderlo in considerazione.
Il tempo di guarigione oscilla dai 4 ai 5 mesi e la scala di dolore intorno a 6/10.

8. Industrial piercing

Solo per i veri amanti dei piercing di ogni tipo. Questo piercing viene realizzato forando l’elice in ben due punti, in modo tale che l’orecchino attraversi il padiglione auricolare trasversalmente da parte a parte. Potrebbe sembrare un piercing poco grazioso, ma in realtà ci sono dei gioielli davvero stupendi per l’industrial!
Il tempo di guarigione oscilla dai 6 ai 7 mesi e il dolore è leggermente più alto, sui 7/10.

 

piercing all’orecchio© Getty Images

Piercing all’orecchio: perché farlo da un professionista

Anche se può sembrare ovvio, molte volte ci basiamo sulla fiducia e non sempre abbiamo l’aiuto di un professionista per farci un piercing. È comune, infatti, affidarsi a dei tutorial su come procedere per farsi un piercing all’orecchio… sbagliato! Rivolgiti sempre a un centro specializzato, che ha materiale sterilizzato e rispetta tutte le norme igieniche appropriate. Evita di forarti le orecchie con una pistola, garantiscono meno sicurezza degli aghi, perché permettono una minore precisione durante il piercing e inoltre non sempre garantiscono una corretta sterilizzazione.

Come disinfettare il piercing per evitare infezioni

Una volta che si è fatto il piercing all’orecchio, è essenziale pulire il foro ogni giorno per evitare che si infetti. Lavare 2 o 3 volte al giorno con una soluzione salina e spruzzare qualche goccia di clorexidina sulla ferita, un antisettico che impedirà al foro di infettarsi. Un’altra opzione è quella di lavare il foro 2 o 3 volte al giorno con acqua saponata, questo terrà i batteri lontani dalla ferita e impedirà che il piercing si infetti.


Normalmente, i piercing al lobo dell’orecchio non sono complicati da gestire, anche se è necessario seguire queste misure igieniche. I piercing alla cartilagine, d’altra parte, sono più soggetti a complicazioni perché il piercing in questa parte dell’orecchio causa più infiammazione e richiede più tempo per guarire. In questi casi, infatti, è normale provare dolore per i primi giorni, anche le prime settimane. La ferita probabilmente darà fastidio quando dormi e potresti doverti sdraiare dall’altro lato per evitare il dolore nella zona interessata.
Niente da temere però, se pulisci il foro più volte al giorno con i prodotti giusti, eviti di toccare il foro con le mani sporche e tieni i capelli raccolti il vostro piercing guarirà bene e non presenterà problemi.

 

piercing all’orecchio© Getty Images

Altre raccomandazioni da prendere in considerazione

Dopo aver fatto il piercing all’orecchio, ricordati di non togliere l’orecchino per almeno 1 mese. Se il foro è stato fatto nella cartilagine, si raccomanda di aspettare ancora di più, tra 2 e 3 mesi. In questo modo, si potrà essere più sicuri rispetto alla corretta e completa guarigione del foro e all’assenza di batteri nel cambio dell’orecchino. Evitare di usare alcool o acqua ossigenata per pulire la ferita, questi prodotti sono molto aggressivi ed eliminano le cellule sane della ferita, necessarie nel processo di guarigione. Optare sempre per acqua saponata o soluzioni saline, come la soluzione salina o la clorexidina, sono alternative più rispettose del pH della nostra pelle.
Lavarsi spesso le mani ed evitare di toccare la zona colpita con mani sporche. Se hai i capelli lunghi, cerca di tenerli legati il più possibile, il contatto costante dei capelli con il foro può favorire l’infezione.

I materiali scelti fanno la differenza

Quando scegli il materiale dei tuoi gioielli, ti consigliamo di optare per l’acciaio chirurgico per l’orecchino, in quanto è quello che tiene i batteri più lontano. Poi, scegli un orecchino fatto di materiale ipoallergenico, come oro, platino o acciaio chirurgico.
Ecco dove acquistare piercing di qualità:

Quando andare da un medico?

Se dopo diverse settimane dopo aver forato la parte la zona è ancora gonfia, calda, dolorosa o trasudante, è consigliabile considerare la rimozione dell’orecchino. Se hai la febbre o l’infezione non cessa, la cosa migliore da fare è consultare un medico per valutare la gravità dell’infezione e fornirti la migliore raccomandazione per risolvere il problema il prima possibile. Ricorda che l’orecchio è una zona meno delicata rispetto, per esempio, alla lingua, ma dovresti comunque tenere d’occhio la ferita per evitare complicazioni.

Fonte articolo Alfemminile

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Redazione MusaNews
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