Perché non dovresti MAI succhiare le teste di gambero e né riciclarle per farci il brodo

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Succhiare la testa di gamberi e crostacei? Sconsigliato, così come farci il brodetto. Secondo quanto riportato dall’Agenzia spagnola per gli affari dei consumatori, la sicurezza alimentare e la nutrizione (Aesan) le teste contengono troppo cadmio. Meglio evitare, quindi, perché un consumo eccessivo potrebbe compromettere fegato e reni. E non solo.

È proprio nelle teste dei crostacei, infatti, che si accumula questo metallo tossico per il nostro organismo: contamina la carne scura dei crostacei, che troviamo principalmente nella testa, ma proprio per questo motivo andrebbe evitato sia succhiarla che usarla per il sugo. Detto ciò, è anche vero che la concentrazione di cadmio nel brodo sarà molto più bassa di quella in testa, poiché utilizziamo pochi pezzi per un volume d’acqua variabile di cui, alla fine, consumiamo solo una parte. 


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L’Aesan avverte in ogni caso che il cadmio può causare disfunzione renale e demineralizzazione ossea, direttamente o indirettamente. Dopo un’esposizione prolungata, “può portare a insufficienza renale e, a lungo termine, cancro“, secondo i rapporti dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che ha classificato il cadmio come agente della categoria 1 (cancerogeno per l’uomo).

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Il cadmio ha molte applicazioni industriali e viene impiegato anche nei fertilizzanti, e, sebbene il suo assorbimento nel sistema digestivo sia basso, tende ad accumularsi nel corpo, principalmente nel fegato e nei reni , per un tempo stimato di 10-30 anni.

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Quali sono i livelli di assunzione di cadmio tollerabili?

L’EFSA ha stabilito un’assunzione settimanale tollerabile (TSI) di cadmio pari a 2,5 µg / Kg di peso corporeo, che è la quantità massima di cadmio che una persona può ingerire settimanalmente per tutta la vita senza manifestare effetti avversi.

Nel caso dei crostacei, il contenuto massimo stabilito si applica alla “carne bianca” delle appendici e dell’addome, ad eccezione dei granchi. La presenza di cadmio in queste parti dei crostacei è considerata “bassa”. Sul tema si è espressa anche la Direzione generale della Salute e della protezione dei consumatori della Commissione europea (DG SANCO) che recentemente ha pubblicato una nota informativa sul cadmio nei crostacei, sollecitando gli Stati membri in cui vi è un elevato consumo di questi molluschi a formulare specifiche raccomandazioni.

Fonte: Aesan

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