Parasite
è stato forse l’unico fenomeno cinematografico del 2020, considerata la chiusura delle sale e tutti i titoli congelati o messi in streaming. E stasera, dopo una marcia lunghissima iniziata con la Palma d’oro a Cannes e quattro Oscar storici (primo film coreano e in lingua straniera a vincere come miglior film), ecco la prima tv. Su Sky Cinema Due alle 21.15 e alle 21.45 su #IoRestoACasa 2 (infine on demand su Sky e in streaming su Now Tv).
Fenomeno perché il film di Bong Joon-Ho – che include nella colonna sonora anche In ginocchio da te di Gianni Morandi –, ha messo d’accordo tutti. Critica e pubblico. E sono casi di unanimità piuttosto rari. Con i toni della farsa che acquista potenza più aumentano gli intrecci e le sorprese, Parasite è del resto una costruzione insieme ardita e commerciale, facilmente assimilabile. Un boccone semi arty che ha pacificato gli animi sia del pubblico alto sia di quello basso. Di quello attento al design per la casa-set tutta scale e vetrate, e quello attento alle grandi metafore sociali.
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Inoltre, per come nel frattempo si sono messe le cose, quarantena e reclusione in casa, Parasite è diventato suo malgrado un film ancora più contemporaneo – e urgente – di prima. Sulla situazione sociale non solo coreana. Con quella casa dai grandi spazi prima solo sogno proibito e adesso, dopo le dirette Instagram dei vip dalle loro regge circondate di verde rigoglioso, qualcosa da prendere come la Bastiglia. Perché i membri della famiglia di disgraziati seppellita dagli scatoloni siamo diventati noi: imbrutti, con la mascherina e con balconi con vista su altro cemento.
La trama
La storia è quella della famiglia Kim – padre, madre, figlio e figlia – tutti molto uniti, ma anche molto disoccupati, che hanno davanti a loro un futuro incerto. La speranza di un’entrata regolare si accende quando il figlio, Ki-woo, viene raccomandato da un amico, studente in una prestigiosa università, per un lavoro ben pagato come insegnante privato. Con sulle spalle il peso delle aspettative di tutta la famiglia, Ki-woo si presenta al colloquio dai Park. Quando il ragazzo, falsificando diploma e identità, diventa il tutor privato dell’erede della ricchissima famiglia, i quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi definitivamente. Ma anche una strategia perfetta nasconde conseguenze imprevedibili.
Parasite instant classic: perché?
Il bollo di qualità di Cannes, che lo ha premiato a maggio 2019. E la scoperta che, superata la diffidenza per le giurie e i loro premi a roba astrusa, era una scelta meritata. Gli Oscar poi hanno dato la “certificazione” definitiva: alla storia, al cast eccezionale, a un film di genere che si trasforma in una terza cosa molto più avvincente, perché non rispetta i codici né tantomeno i temi. Che in Parasite includono il rapporto tra le classi. Una questione data per morta ma invece più viva che mai. Uno sguardo lugubre e action sul riscatto con più piani sovrapposti, perché c’è sempre chi sta peggio o chi è più a sud di altri.
Poi metteteci la componente esotica sud coreana, dei bassi fondi e del design tecnologico, di una casa che in rete ha fatto schizzare alle stelle le ricerche dei suoi interni, e infine il passaparola.
Bon Joon-Ho
«Sebbene il titolo possa far pensare a un film di mostri o di fantascienza, Parasite è a tutti gli effetti quella che definirei una commedia umana, fortemente imbevuta di contemporaneità», così il regista Bong Joon-Ho descrive il suo film di maggior successo. «Anche se il plot è composto da una serie di situazioni uniche e peculiari, è comunque una storia che potrebbe accadere nel mondo reale. In questo senso è un dramma molto realistico. Ma è pur vero che nel mondo reale, i percorsi di una famiglia come quella composta dai nostri quattro protagonisti disoccupati e della famiglia Park non si incrocerebbero mai».
«L’unica possibilità di un incontro tra queste classi è un rapporto di lavoro, come quando qualcuno viene assunto come tutor o lavoratore domestico. In queste situazioni ci sono momenti in cui le due classi sociali sono così a stretto contatto da poter sentire l’uno il respiro dell’altro e vengono entrambe trascinate in una situazione in cui anche il più piccolo passo falso può portare a fratture ed esplosioni».
Parasite la serie tv
Annunciata da HBO a inizio anno, la serie tv tratta dal film è per ora un grumo sospeso. Ignoto se è stata cancellata oppure solo congelata vista la situazione a Hollywood e su ogni set. Anche se è basata su una storia parallela con ambientazione coreana, o se tutto è america centrica. C’era però, sempre a gennaio, la conferma di Bong Joon-ho come produttore esecutivo assieme a un professionista del genere, Adam McKay: producer tra l’altro di Le ragazze di Wall Street e della serie HBO Succession. Vedremo.
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