Al momento – fanno sapere dalla Asl – non si hanno ipotesi attendibili circa il contaminante che possa aver causato l’episodio in considerazione anche della atipicità della sintomatologia riportata dalle persone coinvolte
I casi precedenti
Già nel 2017 fece decisamente scandalo il tonno spagnolo con alti livelli di istamina che nel 2017 che causò 22 casi di sindrome sgombroide in tutta Europa, di cui 10 in Italia.
Mentre era nel 2018 che da una indagine di Altro Consumo su 36 filetti di tonno fresco acquistati in ristoranti, pescherie e al supermercato emerse che del tonno praticamente obeso era spacciato per pinne gialle (più pregiato e quindi più caro), nella maggior parte dei casi decongelato e in un caso con istamina alle stelle.
Cosa dobbiamo fare per difenderci
Se ci troviamo a un ristorante, molto poco. Dovremmo fidarci della bontà dei prodotti e della ottima gestione dei ristoranti, altrimenti desistiamo. Se invece il tonno o il pesce in generale lo compriamo per mangiarlo a casa, esaminiamo attentamente le offerte eccessivamente allettanti.
Ricordiamoci che un colore troppo brillante non è necessariamente indice di freschezza, anzi. Per questo, al momento dell’acquisto, osserviamo molto attentamente il colore del tonno: se è rosso vivo come fosse un lampone, allora è stato trattato con il monossido. Stessa cosa per il pesce spada. Rimane più sicuro un filetto di colore più scuro e meno brillante, anche se gli occhi non sono d’accordo.
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