Martedì 22 dicembre, Rai1 manderà in onda, in prima serata, “Natale in casa Cupiello”, film per la televisione con la regia di Edoardo De Angelis, con Sergio Castellitto nel ruolo di protagonista. Viene così riproposto, in forma filmica ed in prossimità delle festività natalizie, il capolavoro di Eduardo De Filippo.
La maniera migliore per ricordare un gigante del nostro 900, esattamente a 120 anni dalla nascita, avvenuta a Napoli il 24 maggio del 1900. “Natale in casa Cupiello” è un’opera del 1931, che ha subito, nel corso di quasi quattro anni, varie modifiche ed ampliamenti, che spinsero il suo autore a dire che la nascita dell’opera era paragonabile ad un parto trigemino. Nel corso dei suoi quasi novant’anni di vita, l’opera è andata in scena infinite volte, sempre con Eduardo nel ruolo principale di Lucariello, appassionato delle tradizioni natalizie e, soprattutto, del presepe, il suo presepe. Memorabile, a nostro giudizio, la rappresentazione che vedeva protagonisti, oltre al già citato Eduardo, suo figlio Luca, uno dei rari esempi nel mondo dello spettacolo di figlio d’arte degno di cotanto padre, assolutamente magnifico nel ruolo di Tommasino, figlio di Lucariello e l’indimenticabile Pupella Maggio, nel ruolo di Concetta, moglie di Lucariello.
Per molti non è Natale se, in quei giorni di magica atmosfera, non si rivede tutti insieme “Natale in casa Cupiello”. Vi sono altri che ripetono a memoria alcune battute dell’opera mentre sono lì, come il protagonista Lucariello, a preparare il presepe con grande attenzione, studiando meticolosamente la giusta posizione per ciascun personaggio. E poi, armati di chiodi e martello, battere e ribattere per la costruzione di casette, stalle e del luogo centrale della scena, la capanna.
Forse mai, come quest’anno, l’opera di Eduardo “Natale in casa Cupiello”, assume una valenza ed un significato che vanno oltre la mera tradizione. La vigilia di Natale, il riunirsi sotto lo stesso tetto, intorno ad uno stesso tavolo, di una famiglia. Al di là della trama, che unisce situazioni comiche ad altre più tragiche, vi è la centralità dell’evento: un’intera famiglia riunita per festeggiare insieme il Natale. Nei giorni che stiamo vivendo, di emergenza sanitaria per via della pandemia da Covid – 19, quello stesso evento attorno al quale ruota tutta la storia descritta nell’opera di Eduardo, che era il normale Natale per quasi tutti noi, fino allo scorso anno, diventa qualcosa in stridente contrasto con la realtà attuale.
Il Natale del 2020 sarà un Natale diverso. Politici e scienziati da settimane, ormai, ci ripetono, ossessivamente, come le festività natalizie dovranno essere vissute con prudenza, diversamente dal solito. No ai divieti provenienti dall’alto, perché difficilmente accettabili dalla popolazione, ma appassionati consigli, affinché le giornate di festa non si trasformino in preludio di una nuova ondata pandemica. Mai come ora occorre agire con coscienza, cercando di comprendere come l’autolimitare la propria libertà possa giovare all’intera comunità. Se vi sono delle regole da rispettare per limitare al massimo la diffusione del virus, occorre che tutti le rispettino. Non rispettarle può compromettere non solo, e non tanto, la propria salute, quanto quella di coloro che vivono accanto a noi, soprattutto anziani ed i soggetti più fragili.
Anche la politica, dal canto suo, deve dare il meglio di sé, in questa tragica fase del nostro tempo. Cosa che, però, non sta avvenendo completamente. Vi deve essere chiarezza e coerenza nelle decisioni che vengono prese. Se vi devono essere restrizioni, le persone hanno il diritto di essere informate dettagliatamente sul come e sul perché di certe decisioni. Nella gestione di un’emergenza sanitaria non si può cercare di accontentare tutti, perché non solo è impossibile, è anche pericoloso. Stringere la morsa dei divieti per poi allargarla, sotto le sollecitazioni di alcuni, crea soltanto confusione e, di conseguenza, sfiducia.
Chi ci governa deve decidere chi o cosa ha la priorità in questo momento, nel nostro paese. Se la priorità è la salute pubblica, allora anche l’ipotesi di ulteriori restrizioni non deve fare paura. La Germania, paese che si è sempre tenuto a modello, anche nell’emergenza pandemica, per la struttura sanitaria pubblica nazionale e per come ha gestito la pandemia fin dall’inizio, ha deciso per un lockdown nazionale dal 16 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021. La cancelliera tedesca Angela Merkel, con un discorso appassionato, fino alla commozione, ha motivato tale decisione con il fatto che oltre 500 morti al giorno, causa Covid – 19, sono inaccettabili.
Parimenti, se si ritiene, che il lavoro ed il mondo produttivo debbano procedere di pari passo con la tutela sanitaria, allora si deve continuare nella direzione che punti ad interventi mirati sul territorio, bloccando tutti i possibili focolai d’infezione.
Fondamentale rimane la comunicazione. Informare bene, per far comprendere pienamente il senso delle decisioni prese; soltanto così si può sperare che la maggioranza, o quasi, della popolazione, si adegui alle norme.
Auguriamoci che la magia del presepe di Eduardo/Lucariello ci indichi la strada per un futuro più sereno.
E che il Natale del 2021 non sia più un Natale diverso, ma ritorni ad essere il nostro solito, Natale normale.
Tanti Auguri di Buon Natale