Luis Sepúlveda, il ricordo di una libraia

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«Se c’e’ una cosa di cui mi sono sempre pentito è di non aver tenuto un elenco delle librerie che ho visitato negli ultimi trent’anni, nel mio
cammino di scrittore che incontra amici, e lo fa in casa sua, perché è questo che sono le librerie: la casa, la dimora fuori dal tempo dello
scrittore, e i librai e le libraie sono i custodi che, quando uno ritorna, gli dicono: è tutto a posto, puoi ricevere i tuoi amici».
Luis Sepúlveda

Ritratto di Luis Sepulveda, 23 Novembre 2019 (Photo by Sophie Bassouls/Sygma via Getty Images)

Ci sono scrittori con i quali si instaura negli anni un rapporto quasi di parentela, anche se non ci si vede spesso. Noi viviamo con i libri e ogni giorno spostandoli, esponendoli, consigliandoli, passandoci accanto, percepiamo il valore della loro presenza nelle nostre esistenze, spesso onorate dalla conoscenza personale con i loro autori. Con Luis e sua moglie Carmen è così e continuerà ad esserlo ancora.

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Come dimenticare gli incontri organizzati a Formia, Gaeta e Orvieto, le risate, gli abbracci (i suoi così avvolgenti..), la cioccolata che amava tanto e gli portavamo in ogni occasione possibile in confezioni annodate con un segnalibro stampato ad hoc con una sua frase. Ma soprattutto il grande privilegio di poter essere noi gli officianti dell’incontro amoroso tra uno scrittore e i suoi lettori. Luis ha fatto sì che la nostra comunità, dopo averlo ascoltato, fosse ancor più coesa!

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E oggi, che purtroppo la libreria è chiusa per arginare proprio quel male che lo ha portato via, chi non può venire a piangerlo qui con noi (perché così avrebbero fatto i suoi lettori, credetemi), ci inonda di messaggi, telefonate, email quasi fossimo suoi parenti, appunto.


Ecco un altro onore: raccogliere le lacrime, i ricordi, il dolore di chi lo amato, di chi conserva gelosamente una dedica, una foto con lui o la gioia ricevuta dalla lettura dei suoi libri. L’ultimo abbraccio? Alla cena a Milano per i suoi 70 anni, io e mio fratello Riccardo tra i suoi amici italiani: risate, ricordi, aneddoti, la torta con le candeline, i brindisi e una dedica canora ” Viva la vida”. Ça va sans dire, Luis…

Enza Campino
libraia

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