Sanremo 1969
Il diciannovesimo Festival della Canzone Italiana, si svolse al Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, andò in onda dal 30 gennaio al 1 febbraio 1969 e fu condotto da Nuccio Costa insieme a Gabriella Farinon. Al termine della gara canora, la classifica fu la seguente:
- Canzone vincitrice: “Zingara”, interpretata da Bobby Solo – Iva Zanicchi;
- Seconda classificata: “Lontano dagli occhi”, interpretata da Sergio Endrigo – Mary Hopkin;
- Terza classificata: “Un sorriso”, interpretata da Don Backy – Milva.
La diciannovesima edizione del Festival di Sanremo passerà alla storia, però, soprattutto per un evento musicale straordinario. Da quel momento in poi, infatti, nulla sarà come prima nella storia della nostra canzone.
Quel Festival vide l’esordio di Lucio Battisti
Dopo aver partecipato alle due precedenti edizioni del Festival di Sanremo in qualità di autore, Lucio Battisti scende nell’agone musicale nell’edizione numero diciannove.
Si esibì per primo e in quel Festival di Sanremo, Lucio Battisti non riuscirà ad andare oltre la nona posizione, per i 69 voti ottenuti. Estremamente duri furono i giudizi pubblicati sulla stampa in riferimento alla sua esibizione.
Senza citare gli autori di tali giudizi, alquanto negativi, possiamo però dire che ci fu chi definì la prova di Battisti “impacciata”, e la sua canzone “un discreto pezzo rhythm and blues, che può al massimo sperare di avere successo nelle balere e night”.
Altri andarono oltre, arrivando a criticare la voce di Lucio Battisti, parlando di “chiodi che gli stridono in gola”. Fu criticata persino la capigliatura “selvaggia” di Battisti, che fu equiparata a quella di Attila, re degli Unni.
A distanza di oltre mezzo secolo, con un‘eredità musicale come quella che ci ha lasciato Lucio Battisti, che nei decenni successivi è diventò la pietra angolare della canzone italiana, e non solo, il minimo che si può dire è che quei giudizi furono un po’ avventati.
Il 5 marzo 2021 Lucio Battisti avrebbe compiuto 78 anni
Il prossimo 5 marzo Lucio Battisti avrebbe compiuto 78 anni. Li festeggerà altrove, magari nei meravigliosi Giardini di marzo, che lo stanno ospitando da quel triste 9 settembre 1998, quando scomparve a causa di un male incurabile.
Musicista dotato di un talento sopraffino, perfezionista estremo, ha capovolto la storia della canzone italiana inserendo suoni provenienti da altri generi musicali, provenienti, a loro volta, da altri paesi, creando melodie che mai prima di lui si erano lontanamente percepite.
Riuscì a creare delle commistioni sonore e ritmiche che, inizialmente, lasciarono interdetti persino gli addetti ai lavori ed i critici, i quali, con il tempo, compresero che dinanzi a loro avevano un artista di qualità eccelse.
Lucio Battisti era un visionario della musica, viaggiava dieci anni in anticipo rispetto agli altri.
Con Giulio RapettiMogol, in arte Mogol, a sua volta straordinario paroliere, hanno dato vita ad un connubio artistico unico, insuperato e, forse, insuperabile, nell’ambito della canzone italiana. Innumerevoli i loro successi, che sono entrati nella mente e nel cuore di milioni di persone, divenendo dei classici della canzone.
L’importanza della loro opera, all’interno della storia della canzone italiana, a giudizio di chi scrive, è paragonabile a quella che ebbe il repertorio del duo John Lennon e Paul McCartney nella storia della musica mondiale, perché se è vero, come è vero, che i due geni di Liverpool cambiarono il corso della storia della musica Pop/Rock, così il duo Mogol/Battisti creò un nuovo modo di fare musica in Italia, rivoluzionando gli spartiti musicali ed i testi delle canzoni e creando, parallelamente, una scia infinita di autori e cantanti, che da loro traevano ispirazione.
La fama nazionale ed internazionale
Non a caso i produttori dei Beatles si fecero avanti attraverso Paul McCartney, che conosceva bene i dischi di Lucio: erano pronti a investire su di lui per lanciarlo nel mercato americano, ma, con sorpresa di Mogol, lui rifiutò.
Forse per motivi meramente economici o forse perché non voleva lasciare l’Italia. Salvatore Accardo disse di lui “È uno dei migliori musicisti italiani. Come compositore ha una vena genuina, ha istinto, fantasia, facilità espressiva…”.
Ennio Morricone, parlava così di Lucio Battisti: “È stato un innovatore. Con lui non si ebbero più tonalità prese a caso, ma corrette e coerenti con l’interpretazione e capaci di dargli un senso vero”.
David Bowie, volle una traduzione di Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi, negli anni ’70 citò Battisti come il suo italiano preferito e nel 1997 lo definì il miglior cantante del mondo insieme a Lou Reed. Questo è stato Lucio Battisti.