La carne biologica ha meno probabilità di essere contaminata da batteri resistenti agli antibiotici

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Un nuovo studio ha evidenziato che la carne certificata biologica ha meno probabilità di essere contaminata da batteri pericolosi, compresi quelli resistenti agli antibiotici, rispetto alla carne prodotta in maniera convenzionale.

A sostenere questo è uno studio condotto dai ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School su carne biologica certificata dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Per avere tale certificazione gli allevamenti non somministrano antibiotici o ormoni agli animali e utilizzano mangime e foraggio 100% biologici.

La ricerca si è basata su test condotti a livello nazionale dal 2012 al 2017 nell’ambito del National Antimicrobial Resistance Monitoring System (NARMS) degli Stati Uniti.

La carne oggetto di studio era di varie tipologie: petto di pollo, carne macinata, tacchino macinato e maiale, campionati casualmente per qualsiasi contaminazione e specificatamente per contaminazione da organismi multiresistenti. L’analisi si è soffermata in particolare su quattro tipi di batteri: Salmonella, Campylobacter, Enterococcus ed Escherichia coli.

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Dei 39.348 campioni di carne analizzati, 1.422 sono risultati contaminati da uno o più organismi multiresistenti. Il tasso di contaminazione è risultato essere del 4% nei campioni di carne convenzionali e meno dell’1% in quelli biologici.

Analizzando tutti i dati, il team di ricerca ha concluso che, rispetto alle carni tradizionali, quelle biologiche avevano il 56% di probabilità in meno di essere contaminate da batteri multiresistenti.  

tabella studio carne biologica

@Environmental Health Perspectives

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Ricordiamo che l’antibiotico resistenza è una delle minacce più gravi per il nostro futuro, un problema che riguarda tutto il mondo e che anche l’Italia deve affrontare seriamente.

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Ma cosa rischia il consumatore alle prese con una carne contaminata? La presenza di alcuni batteri può far ammalare le persone. Come ha spiegato l’autore principale dello studio Meghan Davis, professore associato presso il Dipartimento di salute ambientale e ingegneria della Bloomberg School:

“La presenza di batteri patogeni è di per sé preoccupante, considerando il possibile aumento del rischio di contrarre malattie di origine alimentare. Se le infezioni si rivelano multiresistenti, possono essere più mortali e più costose da trattare”.

Lo studio ha rilevato anche un altro particolare importante: il tipo di impianto di lavorazione può influenzare la probabilità di contaminazione della carne. Ve ne sono di tre categorie: esclusivamente biologici, esclusivamente convenzionali o che trattano sia carni biologiche che convenzionali.


Lo studio ha rilevato che tra le carni convenzionali, quelle lavorate in strutture che gestivano esclusivamente carni convenzionali erano contaminate da batteri un terzo delle volte, mentre quelle trattate in strutture che lavoravano sia carni convenzionali che biologiche erano contaminate un quarto delle volte. 

La ricerca è stata pubblicata su Environmental Health Perspectives.

Fonte: Environmental Health Perspectives Science Daily

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