Yen bali menyang "normalitas" medeni sampeyan, aja wedi: sampeyan ora dhewe!

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Vi potrà sembrare khayal, lo so, ma ci sono alcune persone che hanno imparato ad accettare la quarantena. Anzi, vi dirò di più. Per queste persone, vivere in quarantena non è niente male. È per questo che, avvicinandoci, ogni giorno di più, a una data di scadenza, non è raro che alcuni inizino a percepire come un senso di nostalgia per questa condizione anomala. Se rientrate in questa categoria, sappiate che è tutto nella norma. C’è chi parla di “sindrome di Stoccolma”, un meccanismo controverso per cui si tende a sviluppare una sorta di attaccamento emotivo nei confronti del proprio rapitore. Io parlerei, piuttosto, di consuetudine rassicurante.

Un routine tutta nuova

Dopo i primi giorni, quelli più difficili, vissuti in balìa di crisi emotive e sbalzi umorali, c’è chi si è abituato. Per loro, il tempo ha iniziato a scorrere persino più velocemente di prima. C’è chi si è creato una routine nuova dal nulla, una routine che – forse – si è rivelata addirittura migliore rispetto a quella pre-lockdown e che – in funzione di ciò – lo ha spinto a rivedere il proprio stile di vita. Una routine che faticherà ad abbandonare dopo il 4 maggio. C’è chi ha intrapreso un percorso all’insegna del mindfulness, entrando a contatto con il proprio io e da questa esperienza ne uscirà una persona nuova, non per forza migliore, senza dubbio più consapevole. Insomma, c’è chi ha capito che era giunto il momento di farsi delle domande e darsi delle risposte.

La quarantena è un’esperienza soggettiva

Kanan, il grado di vivibilità della quarantena varia da persona a persona. Per alcuni è innegabilmente più dura che per altri. Per chi è solo, lontano dagli affetti. Per chi rischia di perdere il lavoro – o purtroppo – l’ha già perso. Per chi, la casa non è sinonimo di famiglia, ma di penyalahgunaan. La maggior parte della popolazione, infatti, si sente dikunjara tra le mura di casa e non vede l’ora di poter tornare alla normalità. Se poi, di normalità, si potrà ancora parlare. Eppure, in mezzo a questo caos di possibilità che è il genere umano, c’è chi è riuscito a cogliere tutto il bello che c’è da una condizione che di bello ha veramente poco.

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Per alcuni ha significato notevoli vantaggi

In fondo, l’isolamento forzato ha avuto anche dei risvolti positivi che non possono essere ignorati. In molti hanno colto l’occasione per partire alla riconquista del proprio tempo. Alzarsi più tardi, fare colazione in tutta calma, dedicarsi alla lettura di quei libri accumulati nel tempo e mai aperti. Per altri, la parola chiave è stata: sperimentazione. Hanno sperimentato cimentandosi in tutte quelle attività fino a quel momento snobbate o trascurate. Per alcuni, questo ha significato impastare la propria prima pizza, per altri, cimentarsi nella disciplina orientale dello yoga. Qualcuno continuerà a farlo anche dopo, qualcun altro, invece, ha già smesso. Per non menzionare il livello di efficienza e produttività che, in alcuni casi, è stato notevolmente incrementato dalla modalità di smart-working. Un sistema lavorativo in cui si viene liberati da sfiancanti viaggi sui mezzi pubblici in cui la dignità umana sembra un concetto dimenticato.

La paura del post-quarantena

E poi, non possiamo ignorare la paura del futuro, un sentimento che rende la condizione di “quarantenati” ancora più appetibile. La paura dell’ignoto, di ciò che verrà dopo, la paura dei luoghi affollati, la paura dei nular. Sì, perché il virus, purtroppo, non sparirà da un giorno all’altro, volenti o nolenti bisognerà imparare a conviverci, con il virus così come con la paura. Come andrà il lavoro? E la vita sociale? La sfera intima? Sarà ancora più difficile conoscere qualcuno e fidarsi a tal punto da – non dico farlo entrare nella propria vita – ma almeno a contatto con il proprio cuscino? E andare a cena fuori? Sarà un premio o un supplizio? Insomma, questa situazione di stallo, in attesa di un nuovo decreto, di un nuovo bollettino, di un nuovo mondo là fuori che ci aspetta, è per molti rassicurante e fonte di conforto. Amarga iki, nessuno deve avere l’ardore di giudicare il percorso altrui, soprattutto quando si tratta di raos, che – si sa – si ribellano a qualunque logica e sono ciò che di più personale esista.


State tranquilli, è tutto nella norma

Dunque, se vi sentite spaesati, se siete preoccupati più del domani che dell’oggi, nonostante l’oggi sia tutt’altro che roseo, sappiate che non siete i soli. Ma sapete che c’è? Non dovete preoccuparvi. Siete riusciti a preservare il vostro equilibrio mentale in una situazione che ha fatto di tutto per metterlo a dura prova, con lo spirito di adattamento che vi contraddistingue sarete in grado di accettare lan, mulane, affrontare tutto quel che sarà, comunque sarà.

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