L’isterosuzione è una tecnica d’intervento chirurgico che rientra nell’ambito dell’aborto, che si tratti di aborto spontaneo o di Ivg (interruzione volontaria di gravidanza). Più delicata del raschiamento, l’isterosuzione consiste nel rimuovere embrione ed endometrio dall’utero per mezzo di un’apposita cannula. In Italia l’isterosuzione è l’intervento più utilizzato per l’interruzione volontaria di gravidanza, seguita dal raschiamento. Prima di guardare da vicino in cosa consiste e quali sono le sue conseguenze, ecco a te un video sull’Ivg in Italia:
Cos’è l’isterosuzione?
L’isterosuzione, come abbiamo detto, è un intervento ben preciso da svolgersi in sala operatoria, che consiste nell’aspirare il contenuto dell’utero, ossia l’embrione e l’endometrio derivanti dall’avvenuto concepimento, in seguito a un aborto.
Il contenuto dell’utero viene aspirato dopo aver fatto dilatare il collo dell’utero tramite la somministrazione di farmaci alla donna. L’isterosuzione vera e propria viene effettuata per mezzo di un’apposita cannula che riesce a passare attraverso il collo dell’utero, la cosiddetta “cannula di Karman”, collegata direttamente a un aspiratore.
L’intervento di isterosuzione può essere effettuato sia in anestesia locale che in anestesia generale e dura solo pochi minuti. Si tratta di una procedura che può essere svolta soltanto nel primo trimestre di gravidanza, e in particolare tra la quarta e la sesta settimana di gestazione.
Se l’aborto tramite interruzione volontaria di gravidanza avviene invece all’ottava settimana di gestazione (non oltre) sarà necessario affiancare all’isterosuzione anche il raschiamento, per garantire una totale asportazione del materiale rimasto attaccato alle pareti interne dell’utero.
Come funziona l’intervento di isterosuzione in un aborto chirurgico?
L’isterosuzione può seguire un aborto spontaneo o rientrare nella procedura di un’interruzione volontaria di gravidanza, così com’è regolata dalla legge italiana (bisognerà, ovviamente, trovare un medico non obiettore di coscienza).
L’aborto chirurgico può essere fatto in sala operatoria da un medico specialista in ginecologia ostetricia tramite anestesia locale o tramite anestesia generale. Nel caso in cui si proceda con un aborto con anestesia locale, la donna che ha scelto di abortire riceverà delle piccole punture alla bocca dell’utero. Il medico, quando l’anestesia avrà fatto effetto, potrà procedere con la dilatazione della cervice, in modo tale da poter inserire la cannula all’interno dell’utero.
La cannula, a questo punto, potrà aspirare endometrio ed embrione e lo specialista controllerà tramite ecografia che l’utero sia stato del tutto svuotato. L’intervento di isterosuzione non dura più di qualche minuto e non è doloroso in sé, ma potrebbe portare alla donna dei crampi all’addome subito dopo l’intervento, non diversi da quelli del ciclo mestruale, dovuti alle contrazioni dell’utero stesso.
Se l’aborto viene effettuato in anestesia totale, invece, alla donna verrà iniettato un anestetico che le permetterà di dormire per tutto il tempo dell’intervento. Al suo risveglio, sarà tutto finito. Durante il sonno, verrà introdotta la cannula nel collo dell’utero tramite allargamento della bocca dell’utero stesso, sollecitato dallo specialista in ginecologia ostetricia. Anche in questo caso, la cannula aspirerà tutto il contenuto, senza provocare alcun dolore.
Quali sono i rischi e le conseguenze?
Se l’intervento di isterosuzione viene svolto con competenza non dovrebbero presentarsi particolari dolori o problemi. Ad ogni modo, le complicazioni che si presentano più di frequente sono danni alla cervice, emorragie, infezione dell’utero o una rimozione del tessuto gravidico non completa.
A distanza di qualche giorno dall’intervento, invece, potrebbero presentarsi altri sintomi quali perdite di sangue di diversa entità, dolore al seno, crampi addominali e febbre. Una visita di controllo dal ginecologo dopo un paio di settimane è consigliata per essere sicure che sia andato tutto per il meglio. Se invece la febbre è alta e i dolori sono intensi o l’emorragia eccessiva, sarà bene chiamare subito il proprio medico.
Dopo un’isterosuzione, bisognerà aspettare almeno un mese e mezzo prima di rivedere il ciclo mestruale: l’ormone beta hCG (ossia l’ormone della gravidanza) deve avere il tempo di abbassare i suoi valori perché tornino le mestruazioni. Il tempo di attesa, tuttavia, può variare di donna in donna.
Non vanno sottovalutate, infine le conseguenze psicologiche di un’isterosuzione e, in generale, di un aborto (che si tratti di aborto spontaneo o di interruzione volontaria della gravidanza): per nessuna donna si tratta di un momento facile o di una scelta leggera e la sua salute fisica e mentale potrebbe essere messa a dura prova, portando a stati di ansia, attacchi di panico, depressione. Se l’aborto ha minato la tua salute fisica e mentale e non riesci a superare questo momento, non sottovalutare il problema e parlane con uno psicologo che potrà di sicuro aiutarti a stare meglio.
Isterosuzione o raschiamento?
Spesso si tende a fare confusione tra isterosuzione e raschiamento: sebbene questi due interventi si colleghino entrambi all’aborto, non si equivalgono tra loro e, anzi, in certi casi potrebbe essere necessario sottoporsi a entrambi.
Il raschiamento non prevede un’aspirazione, ma un vero e proprio “raschiare” tramite bisturi i frammenti di endometrio all’interno dell’utero. Questa operazione, praticata in sala operatoria, dura circa un quarto d’ora e non ha particolari controindicazioni o conseguenze.
L’isterosuzione, invece (come abbiamo visto), consiste non nel raschiare, ma nell’aspirare il tessuto gravidico, risultando quindi più delicata e veloce. L’isterosuzione, però, può essere effettuata solo entro l’ottava settimana di gravidanza. Se l’aborto avviene dopo, bisognerà combinarla con il raschiamento, affinché anche i frammenti più piccoli di endometrio possano essere rimossi dall’utero.
Nel caso di un aborto spontaneo, di conseguenza, sarà più probabile dover procedere con un raschiamento che con un’isterosuzione, che è invece preferita dalla maggior parte delle donne che si sottopongono a un’interruzione volontaria di gravidanza.
Che conseguenze ha su di una nuova, possibile gravidanza?
Sempre che durante l’intervento non si siano verificate delle complicazioni di grave entità, l’isterosuzione non avrà conseguenze sulla possibilità futura per una donna di avere una nuova gravidanza. Se tutto si è svolto come si deve, non ci saranno danni di alcun tipo all’utero e al sistema riproduttivo in generale e si potrà tornare presto a tentare un nuovo concepimento.
Per ulteriori informazioni sull’argomento, puoi consultare questo pdf dell’ULSS7 Regione Veneto.