Intersessualità: cosa vuol dire essere intersex

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Negli ultimi anni, il termine intersessualità ha ottenuto una sempre maggiore eco. Trattasi di una condizione in cui i caratteri sessuali non rientrano nella tradizionale classificazione “corpo maschile” e “corpo femminile”. A oggi, nel mondo, a essere intersessuale è l‘1,7% della popolazione mondiale, una percentuale che corrisponde a 30 milioni di persone. Questa cifra, non certamente indifferente, rende quanto mai urgente avviare un processo di sensibilizzazione sul tema e aprire uno spazio in cui legittimare l’intersessualità e condividere informazioni corrette a riguardo. A questo proposito, scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sull’intersex!

 

Il significato di intersessualità

Intersessualità è un termine ombrello che indica la presenza di variazioni nei caratteri sessuali a livello genetico, cromosomico, anatomico e ormonale. Nonostante la complessità del concetto, in questi anni è stato possibile chiarirne il significato soprattutto grazie agli studi e alla ricerca di Anne Fausto-Sterling, professoressa di biologia e di studi di genere per l’ISNA (società intersessuale del Nord America). Una persona è definita intersex quando caratterizzata da alcune anomalie che riguardano quegli elementi del corpo riconosciuti come “sessuali”, quali cromosomi, genitali, gonadi (testicoli e ovaie), marker genetici, ormoni, organi riproduttivi e gli aspetti di sesso secondari come barba e peli. Affrontando questa tematica, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato che, in generale, il corpo delle persone intersessuali “non corrisponde alla definizione tipica dei corpi maschili o femminili”, dunque non è possibile ricondurre l’intersex alla tradizionale classificazione binaria “maschile” e “femminile”.

L’intersessualità è attestabile già dalla nascita, quando determinata da evidenti alterazioni biologiche riguardanti la sfera sessuale (per esempio: difformità palesi nei genitali), o dalla pubertà, laddove questa condizione dovesse influire sul comportamento ormonale della persona interessata. Inoltre, esistono persino forme di intersessualità invisibili, come ad esempio quella cromosomica, per il cui riconoscimento urgono determinati esami medici.

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Il significato di intersessualità© Getty Images

L’intersessualità non è un orientamento sessuale

Non esiste alcun legame tra l’intersessualità e l’orientamento sessuale di una persona. Gli individui che si riconoscono in questa condizione possono essere eterosessuali, omosessuali, bisessuali, pansessuali, monogami, asessuali, poli-amorosi o queer a prescindere dalla propria intersessualità. Tuttavia può capitare che una persona intersessuale sperimenti nel corso degli anni una serie di traumi e disagi dovuti, per esempio, a controlli medici assidui, umiliazioni e interventi di medicalizzazione più o meno forzata e che questo influisca negativamente sulla qualità della sua vita sessuale. In questo caso, l‘intersex potrebbe sentirsi frenato dal vivere liberamente la propria sessualità poiché condizionato da una lunga serie di stereotipi e pregiudizi che l’hanno bersagliato già dalla più tenera età.

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L’intersessualità non è un orientamento sessuale© Getty Images

Qual è la relazione tra intersessualità e identità di genere?

Così come per l’orientamento sessuale, l’asessualità non ha alcun impatto sull’identità di genere. In questo senso, le persone intersessuali, come tutti, possono essere cis-gender e, di conseguenza, riconoscersi nel sesso assegnato loro alla nascita, oppure transgender, intendendo la propria identità di genere come opposta rispetto a quella con cui sono nati. Anche in questo caso, la persona intersex può incontrare o, peggio, scontrarsi con alcuni disagi nel corso del proprio sviluppo identitario per via delle categorizzazioni impostegli da parte della società, dei medici e dei genitori che faticano a concepire tutto ciò che elude la divisione binaria tra maschile e femminile.

 

L’intersessualità non è un’identità di genere© Getty Images

Essere intersessuali non vuol dire essere malati

Sebbene a volte possano verificarsi degli scompensi ormonali, urge ribadire che l’intersessualità non è una malattia e questo è un concetto che merita tutta la nostra attenzione. A causa di preconcetti errati e di una scarsa informazione a riguardo, non sono poche le persone, medici compresi, che tutt’oggi credono di avere a che fare con una patologia. Nulla di più sbagliato. Una persona intersex non è una persona malata poiché l’intersessualità non compromette in alcun modo il suo stato di salute. Al contrario, una visione distorta di questo tipo può nuocere gravemente alla salute psico-fisica delle persone coinvolte e innescare nei genitori di bambini intersessuali una serie di timori infondati che possono sfociare in atteggiamenti sbagliati e repressivi rispetto a questa condizione.

 

L’intersessualità non è una malattia© Getty Images

Le difficoltà degli intersessuali

Diverse sono le difficoltà che l’intersessuale è costretto ad affrontare nel corso della propria vita, a volte persino al momento della nascita. Non sono rari i casi in cui, riscontrate determinate anomalie genitali, i medici sottopongano i bambini intersessuali a interventi chirurgici piuttosto invasivi nel tentativo di “correggerli” e reinserirli all’interno del tradizionale schema sessuale “maschile” – “femminile”. Nonostante ciò, può capitare che, una volta cresciute, queste persone mantengano comunque la propria intersessualità, manifestando atteggiamenti e caratteristiche sessuali tipiche del sesso opposto e rendendo così vane le operazioni e le pesanti cure ormonali somministrate loro senza consenso. Questo accanimento terapeutico, insieme allo stigma che gli intersessuali vivono giornalmente sulla propria pelle, anche in famiglia, possono nuocere gravemente alla loro salute e stabilità psichica, rendendo inutilmente gravosa una condizione che, al contrario, andrebbe accettata di buon grado.

 

Le difficoltà degli intersessuali© Getty Images

Accettare l’intersessualità: un percorso necessario

L’intersessualità va accettata come parte integrante del proprio essere e come una peculiarità di cui non vergognarsi, ma, al contrario, andare orgogliosi. Per quanto possa suonare banale, è importante che questo messaggio venga ribadito e recepito da tutti poiché, tutt’ora, le persone intersessuali sono spesso vittime di offese e commenti fuori luogo che ne ostacolano il processo di accettazione. Una volta preso consapevolezza della propria condizione, occorre aprirsi e parlarne con le persone di cui ci si fida veramente e da cui non ci si sente giudicati. A volte, però, è necessario chiedere aiuto, rivolgendosi a psicoterapeuti specialisti o iscrivendosi a gruppi di sostegno con cui condividere il proprio disagio e trovare l’empatia di cui si ha bisogno. Se sei intersessuale o conosci qualcuno che lo è, ricordati sempre che a minare la salute di una persona non è l’intersessualità, ma la chiusura mentale di coloro che la circondano.

Fonte articolo Alfemminile

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Redazione MusaNews
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