È probabile che a ciascuno di noi sia capitato di avere a che fare con affermazioni simili a: “Lei non sa chi sono io”. Spesso, in realtà questa tipologia di minacce non porta a delle vere e proprie conseguenze concrete e l’unico scopo è quello intimidatorio. C’è però un bambino inglese del Berkshire, iscritto alla Lambrook School, che dovrebbe invece preoccuparsi sul serio. Mentre litigava con un suo compagno, si è sentito dire: “Mio padre sarà re, quindi è meglio se stai attento“. Ma chi è questo suo compagno? Parliamo proprio del Principe George.
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La minaccia in questo caso è concreta: il piccolo George (9 anni) è nipote dell’attuale Re, Carlo III, e figlio del Principe William, primo della linea di successione al trono britannico. A raccontare il curioso aneddoto, è stata la giornalista del Daily Mail Katie Nicholl, nel suo ultimo libro The New Royals. Una reazione che potrebbe risultare eccessivamente presuntuosa, ma che potrebbe anche essere la naturale risposta al bullismo subito fin da quando frequentava la Thomas’s Battersea School di Londra.
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D’altronde non deve essere facile sopportare il peso della famiglia reale più importante al mondo. Crescere nella Royal Family non è sempre rose e fiori: noiosi impegni pubblici, l’obbligo mostrarsi sempre impeccabili (anche in occasione dei funerali della bisnonna Elisabetta II), per non parlare del fatto che si è sempre al centro dell’attenzione, con tutto ciò che questo comporta. George e Charlotte sono già perfettamente consapevoli di essere del privilegio che hanno, nonostante il sogno dei genitori di regalare loro una vita normale.
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Principe George scuola: importanti responsabilità già dall’infanzia
William e Kate stanno crescendo i loro figli, in particolare il primogenito, con la consapevolezza del ruolo che erediteranno, ma allo stesso tempo non vogliono appesantirli con l’eccessivo senso del dovere. Pare che i duchi di Cambridge abbiano iniziato a rivelare a George cosa lo aspetterà da grande da quando aveva appena 6 anni. Katie Nicholl a tal proposito ha dichiarato: “George sa che un giorno sarà re e, da bambino quale è, si è scontrato con il suo coetaneo dicendo questa frase”. La consapevolezza c’è, ma George la sta acquisendo gradualmente: resta un bambino di nove anni che, come tutti i suoi coetanei, ha il diritto di sbagliare.
