Il calcio cambia, la domenica era appena passata quando in tutte le redazioni arrivava un comunicato che potremmo definire storico. Si annunciava la nascita di una Superlega di calcio, formata da (quasi) tutti i top club europei. Il comunicato recitava:
“Dodici prestigiosi club europei hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai club fondatori. Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham hanno aderito in qualità di club fondatori. È previsto che altri 3 club aderiranno come club fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile”.
Cosa significano queste parole? Che il calcio vuole regalarsi una veste nuova. Migliore? No. Probabilmente solo estremamente più ricca. Il calcio vuole cambiare perché così non può più andare avanti. Colpa della pandemia di Covid-19? No. Colpa di politiche gestionali fallimentari dal punto di vista economico – finanziario, che per molti, troppi anni hanno gravato sui conti delle società. Altrettanto improvvisate e fallimentari sono risultate innumerevoli conduzioni legate al patrimonio tecnico (i calciatori), acquistati per decine di milioni di euro, stipendiati con ingaggi spropositati e poi rivenduti ad 1/3, quando va bene, del prezzo d’acquisto.
Per anni tanti top club italiani ed europei, hanno continuato a consumare caviale e champagne quando le loro casse andavano lentamente, ma inesorabilmente, svuotandosi. Occorreva trovare un rimedio ed occorreva trovarlo subito, perché non c’era più tempo. Altrimenti rimanevano soltanto i tribunali dove portare i libri contabili. Ed ecco, bella e pronta, la soluzione. La creazione di una Superlega europea di calcio, che comprenda tutti, o quasi tutti, i grandi club europei.
Un grande finanziatore che dona liquidità a tutti i club grazie a miliardi di euro messi sul tavolo ed il gioco è fatto. Niente di più facile e pulito. In un colpo solo si possono ripianare i debiti pluriennali e magari mettere un po’ di denaro in cascina. Ma moralmente è un progetto giusto? È un progetto e basta. Non si può cercare la moralità in un mondo che non conosce la morale. Tutte le componenti avverse a questa nuova idea di calcio, hanno definito la Superlega un cinico progetto. Cinico e spietato.
E i tifosi che cosa pensano?
I tifosi? Non esistono più i tifosi. I tifosi sono ufficialmente venuti a mancare quando nel calcio sono entrate le televisioni. I tifosi, da quel momento, sono diventati clienti. Come al supermercato o all’interno di un negozio di scarpe. Il cliente deve essere accontentato, gli dobbiamo fornire tutti i servizi che desidera, l’importante è che questi servizi li PAGHI, profumatamente. I signori del calcio sanno bene che i clienti di oggi sono i tifosi di ieri, che sono innamorati della loro squadra del cuore e che, quindi, “non batteranno ciglio quando loro batteranno cassa”.
Non è divertente scrivere queste cose, sono ovvietà che tutti conoscono. Però fanno male lo stesso. Essere considerati clienti da spremere quando in campo scende la propria fede calcistica è qualcosa che i tifosi sanno da sempre. Ma a tutto c’è un limite e quando questo limite viene considerevolmente, e incoscientemente, oltrepassato, il tifoso – cliente deve avere la forza di fermarsi e dire: BASTA. Vi sono situazioni che diventano inaccettabili perché ingiustificabili.
E allora cosa si può fare?
La soluzione più semplice e naturale sarebbe uno SCIOPERO GENERALE DEL TIFOSO – CLIENTE. I tifosi provino a chiudere i rubinetti di questi signori, da dove esce denaro contante frutto di lavoro e sacrifici, del lavoro e dei sacrifici dei tifosi – clienti. Se questi signori vi chiedono un atto di fede con bonifico di pagamento allegato, concedete loro l’atto di fede più grande. Staccate la spina, per un po’, dalla vostra fede calcistica, per poi riprendervela con gli interessi. I vostri. Questi signori devono comprendere, una volta per tutte, che le squadre di calcio non sono Aziende come le altre e loro non ne sono i padroni assoluti.
Tutte le aziende normali hanno dei proprietari. Loro sono i responsabili e tutto grava sulle loro spalle. Le società di calcio dovrebbero essere gestite con l’oculatezza che è propria di tante aziende, ma si è visto che così non avviene. Soprattutto le società di calcio hanno sì un proprietario, ma i veri padroni morali delle società sono i tifosi. Nell’arco di una vita un tifoso di calcio conosce tanti proprietari e/o presidenti della Sua squadra, ma la Sua squadra di calcio è stata, è e rimarrà sempre la stessa. Una ed unica. I Proprietari / Presidenti passano, i Tifosi restano. La differenza è tutta qui e non è una piccola differenza.
Articolo di Stefano Vori