Gigi Proietti: “È più bravo di Gassman, perché sa anche cantare”.
Questo giudizio netto, chiaro ed inequivocabile, non è di un famoso critico cinematografico, teatrale o televisivo, ma era una frase che mia madre ripeteva spesso, quasi ogni volta che le capitava di vedere Gigi Proietti. Inizio il ricordo di questo straordinario artista che ci ha lasciato nel giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni, con un giudizio che, nella sua assoluta semplicità, descrive, però, perfettamente lo spessore dell’artista.
Perché volendo dare una generica connotazione artistica di Gigi Proietti, si dovrebbe soltanto dire che è stato un’artista che sapeva fare tutto. Benissimo. Poteva farti ridere fino alle lacrime con sketch esilaranti, dove toni di voce, mimica facciale e corporea creavano dei mix di straordinaria creatività artistica. Poteva, però, anche farti uscire lacrime di commozione dopo aver recitato un sonetto del Belli o di Trilussa, o aver cantato una struggente melodia napoletana.
Il suo libro
Da allora, era il 2 novembre 2020, sono passati oltre sei mesi, ma non è certo passato il rimpianto di averlo perduto. Ad aiutarci a non sentire troppo la sua mancanza, viene in nostro soccorso un libro: “Ndo cojo cojo. Sonetti e sberleffi fuori da ogni regola”. Questo il titolo del libro che Gigi Proietti aveva iniziato a scrivere e che non ha potuto portare a termine, a causa dell’improvvisa e prematura scomparsa. Lo ha fatto per lui la sua famiglia che, come ricorda una delle due figlie dell’attore, Carlotta Proietti, si è ritrovata, dopo la scomparsa di Gigi, con una miniera d’oro tra le mani, senza sapere bene cosa farne. Un materiale infinito figlio della genialità dell’artista romano. Il libro ha visto poi la luce esattamente il 20 aprile scorso.
“È papà che ci sta dicendo cosa farne: “‘Ndo cojo cojo, unire i puntini e creare un apparente caos… solo apparente”; come a dire, nel suo repertorio dove cogli, cogli bene…”. Così è stato fatto, il criterio di lavoro è stato unire tante tessere di un mosaico infinito ed eterogeneo il cui risultato finale ha portato a circa ottanta sonetti scritti tra il 1997 e il 2020, insieme a una quindicina di poesie in versi liberi e alcune riflessioni scritte durante il lockdown della scorsa primavera. Leggendo questi scritti, sembra che risuoni nelle orecchie la sua voce. Declama da par suo poesie e sonetti, dove il sorriso si alterna ad una lacrima di commozione.
In questo libro c’è tutto Gigi Proietti. L’uomo, il marito e il padre, amatissimo dalla sua famiglia. L’artista, completo, geniale, umano e popolare. Un compendio di un’artista che ha accompagnato tre/quattro generazioni più quelle che verranno dopo di noi e che si nutriranno di tutto il materiale artistico che ha lasciato. Da parte nostra non possiamo far altro che ringraziare Sagitta Alter, per quasi sessant’anni compagna di Proietti e le figlie Carlotta e Susanna per questo grande regalo che hanno confezionato.
Nel ricordo del loro e…del nostro Gigi Proietti.
“Questo libro è da parte sua l’ennesimo regalo, aiuterà tutti noi a non dimenticare il bello che ci ha donato”. (Carlotta e Susanna Proietti)
‘Er furbo’, inedito scritto durante il lockdown che inizia così:
“Dice: tornamo alla normalità! Si la normalità rimane quella che avemo conosciuto insino a adesso, se farebbe mejo a nun tornacce mai”
Articolo di Stefano Vori