In una ventina di anni in cui Gianni Versace ha guidato la sua Maison, le sue creazioni sono diventate la celebrazione di una vita vissuta in maniera facile e agiata, una vita fatta di aerei privati e palazzi maestosi, una vita formata da delicatissimi abiti da sera illuminati dai flash dei paparazzi o dalle luci della discoteca, insomma l’espressione del puro glamour italiano.
Gianni e le donne
Gianni Versace aveva un concetto ben preciso della femminilità. La sua era una femminilità felina, una donna sicura di sé, senza preoccuparsi dei pregiudizi o di debordare nella volgarità, vestiva la donna in ogni momento della sua vita ispirandosi sempre a sua sorella Donatella.
Quando si trattava di giorno i suoi capi adottavano quel senso di praticità e disinvoltura tipico all’abbigliamento maschile senza sacrificare la silhouette femminile. I suoi capi da sera invece diventavano immediatamente oggetto di desiderio. L’inconfondibile esplosione del lusso contraddistingueva Versace in ogni capo.
L’invenzione della maglia metallica
Nel 1982 Gianni Verace crea Oroton, un tessuto composto da minuscoli dischetti collegati tra di loro che creavano l’effetto di una sostanza liquida che veniva versata sul corpo donando un grande impatto alle sue curve. Dopo poco tempo l’oroton si trasformò in capi luccicanti, abiti da cocktail riempito di diamanti assumendo così il codice distintivo della sua Maison, apparendo in tutte le sue collezioni fino ad oggi.