David Gilmour la sua sentenza. Riflettendo… a bassa voce

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David Gilmour
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Ha appena compiuto 75 anni David Gilmour e forse i milioni di fan dei Pink Floyd, sparsi ai quattro angoli del mondo, attendevano da parte del loro indimenticabile chitarrista, un regalo di compleanno indimenticabile…per loro. Nei mesi passati, infatti, voci, più o meno incontrollate, parlavano di incontri tra i tre ex componenti superstiti del gruppo inglese dove, oltre allo stesso David Gilmour, erano presenti Roger Waters e Nick Mason. Il quarto, storico componente e co – fondatore del gruppo, il tastierista Richard Wright, è scomparso nel 2008.

Questi incontri avevano per oggetto il tentativo di ricostituire la formazione e ripartire con nuovi progetti artistici, Sarebbe stata la Reunion del secolo. Si narra che vi fossero due parti su tre che ritenevano possibile questa nuova partenza ed erano rappresentate da Waters e Mason. Proprio Gilmour era colui che riteneva ormai definitivamente chiusa quella meravigliosa avventura. Le sue parole, pronunciate qualche giorno fa, confermano la sua linea di pensiero e hanno il sapore di una sentenza. Definitiva.

Pink Floyd, the end. 

In un’intervista a Guitar Player, popolare rivista americana che strizza l’occhio ai più grandi virtuosi della chitarra, il musicista britannico chiude definitivamente la porta ad una possibile ricostituzione dei Pink Floyd: “Basta, ho finito con la band. Farlo senza Richard sarebbe sbagliato. E sono d’accordo con Roger Waters che fa quel che gli pare e si diverte, con tutti questi show su “The Wall”. Io sono in pace con tutto questo. E non voglio assolutamente tornare indietro e suonare negli stadi. Sono libero di fare esattamente quel che voglio e come voglio”.

Pink Floyd

Roger Waters lo aveva deciso 40 anni prima

Il riferimento di Gilmour a Roger Waters è tutt’altro che casuale. Waters il suo passo d’addio lo aveva attuato quarant’anni fa, con la pubblicazione dell’album “The Final Cut”, anno 1983. Allora fu lui a pretendere che anche gli altri tre componenti dichiarassero chiusa la storia dei Pink Floyd. Ma quella volta David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason dissero di no e continuarono la storia del mitico gruppo inglese per un altro decennio, regalando ancora emozioni indimenticabili dal vivo, come il concerto nella laguna di Venezia del 15 luglio 1989.

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Decisione triste, ma giusta

Le parole di David Gilmour mettono la definitiva parola fine ad una delle più straordinarie band della storia della musica. Si può definire una decisione dolorosa, perché toglie qualsiasi speranza di rivederli insieme; la si può definire, però, anche giusta, perché arriva nel momento in cui si ha la piena consapevolezza che quello che è stato non può più ritornare. I Pink Floyd sono stati un fenomeno talmente grande, innovativo che non è più ripetibile. Non c’è più un musicista silenzioso ma straordinario negli equilibri artistici del gruppo, Richard Wright, e non vi può essere più quello spirito creativo ed innovativo, quella genialità nelle composizioni che hanno reso il gruppo unico.

Il tempo passa. Inesorabile. Per tutti. Bisogna essere sempre in grado di riconoscere il momento in cui si deve dire “basta”, anche se costa fatica. Per tutti gli artisti è il momento più difficile, perché, il più delle volte, coincide con l’avanzata dell’età ed il riconoscere che non si può più dare, artisticamente, quanto dato in tanti anni, è dura davvero. Noi, fan irriducibili e senza età dei Pink Floyd, dobbiamo ringraziare David Gilmour per la decisione presa. Lui, Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason, senza dimenticare la geniale follia di un altro co – fondatore del gruppo, scomparso nel 2006 , ovvero Syd Barrett *,  la storia della musica l’hanno scritta a caratteri cubitali. A noi tocca il meraviglioso compito di continuare a tramandarla ai nostri figli e nipoti che, a loro volta, la tramanderanno ai loro figli e nipoti. Perché l’opera dei Pink Floyd è come un capolavoro dell’arte o della letteratura: eterna, unica e irripetibile.

P.S.

* Al loro amico scomparso Syd Barrett i Pink Floyd dedicarono una delle più belle canzoni della storia del Rock: “Wish You Were Here”.

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