Per ora sono chiusi, ma per niente inattivi. Anzi, i negozi di vicinato non solo stanno mettendo a punto delle strategie per sopravvivere con le serrande abbassate, ma si preparano al dopo, per vincere la partita. È quanto emerge da una ricerca condotta in queste settimane da 21 studenti del MiMeC, il master in Marketing e Comunicazione dell’università Bocconi di Milano, nell’ambito del Laboratorio Retailing diretto dalla professoressa Chiara Mauri.
I 21 studenti, rientrati nelle loro città o paesi d’origine, hanno passato al setaccio ciascuno un negozio che conosceva bene nel suo quartiere, scegliendolo in una tra 5 categorie: pasticcerie, farmacie, librerie, articoli da regalo, parrucchieri. I ragazzi sono andati a guardare le vetrine, controllando l’assortimento e i prezzi (prima che ci fosse il lockdown), ma soprattutto hanno contattato i titolari, e si sono fatti spiegare come stavano ragionando sul futuro. «Naturalmente c’era tanto sconforto, paura di perdere terreno rispetto alla grande distribuzione e all’ecommerce, ma anche tanta volontà di riscossa», dice la professoressa Mauri. Oltre al report di gruppo sulle 5 tipologie di retail, gli studenti hanno preparato ciascuno una relazione singola. Ed è qui l’aspetto più interessante, perché pur venendo da realtà diverse, e analizzando negozi diversi, sono arrivati alle stesse conclusioni: i piccoli commercianti stanno cercando di mantenere le relazioni con i loro clienti. E visto che quelle fisiche sono stoppate, ora comunicano con i social, con WhatsApp o Facebook, in chiave di marketing.
Alcuni negozi hanno coinvolto i commessi, perché spesso sono loro ad avere il rapporto diretto con il cliente. Una pasticceria di Verona ha raccontato a una studentessa che siccome al momento della chiusura forzata aveva grandi scorte di panna e uova, ha chiamato i suoi clienti proponendo di comprare una torta per la festa del papà; ha avuto un gran successo. La consegna a domicilio o l’asporto è uno strumento che prima adoperavano in pochi, e che d’ora in poi sfrutteranno di più». Puntare sul rapporto con il cliente, sul servizio personalizzato in chiave 2.0: da lì può partire la riscossa del negozio al dettaglio.
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