Coronavirus, e se per andare al cinema si riaprissero i drive in?

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Drive in a Düsseldorf lo scorso 7 aprile. (Getty Images)

Solo immaginarlo fa sorridere, ma la scena ripresa a Colonia, in Germania, in cui una band locale suona davanti a un pubblico di spettatori seduti comodamente in auto, potrebbe diventare una realtà anche in Italia.

Del resto, lo ha scritto anche il Wall Street Journal: «I drive in sembrano essere stati fatti apposta per una pandemia globale».

Riapriamo i cinema drive in

Le associazioni dello spettacolo, abbattuti dalla chiusura delle sale, stanno riflettendo sulle possibili soluzioni per rilanciare il settore del cinema. E per fare uscire tutti quei film bloccati da febbraio in poi, aprono, per l’estate, anche all’ipotesi dei “film sotto le stelle”.

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In tempi di emergenza coronavirus, infatti, si parla da più parti di un possibile ritorno al cinema drive in: «Drive in e arene possono riportare la gente al cinema, essere un volano per tutta la filiera, fino a quando non riusciremo a riaprire noi, a settembre o ottobre», spiega Pierluca Sforza, membro del direttivo di Anec Lazio e gestore a Roma di quattro strutture, Intrastevere, Odeon, Tibur e Lux.

Le proiezioni all’aperto consentirebbero di rispettare le restrizioni della fase 2 del distanziamento sociale e della prevenzione del contagio. I biglietti potrebbero essere venduti e acquistati online.

Il tavolo è aperto

Tra le iniziative messe in campo in questo senso, c’è CineDrive, progetto, nato dalla collaborazione tra Cna Cinema e Audiovisivo e una rete di esercenti, che fa da apripista. Un primo passaggio, ha spiegato Stefano Di Niola, Segretario della Cna di Roma, per le successive aperture delle Arene cinematografiche nell’attesa della riapertura delle sale cinematografiche che, ormai, tutti abbiamo capito non sarà immediata.

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Di un secondo progetto si parla per piazza Maggiore a Bologna che potrebbe trasformarsi anche lei in un enorme drive-in. Secondo Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna che si occupa dell’iniziativa, essendo il cinema in piazza già una delle iniziative più attese dell’estate bolognese, per quest’anno si potrebbe valutare se convertire i migliaia posti a sedere, in coppie di passeggeri nella propria auto.

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“Grease”.

Il primo drive in in Italia

Il primo drive-italiano è considerato il Metro Drive-In di Casal Palocco, a Roma: quando fu inaugurato, nel 1957, era il più grande d’Europa. E se in questi ultimi anni, c’è stato in Italia un piccolo revival, i drive-in aperti, sono sempre stati visti come alternative interessanti e un po’ nostalgiche ai cinema tradizionali o agli ormai comuni cinema all’aperto. 


Dal 2019 a Milano c’è, per esempio, il Bovisa Drive-In che al momento non sta proiettando film ma che fa sapere di essere «al lavoro per riaprire il prima possibile» e che su Facebook ha scritto: «In teoria potremmo essere a prova di decreto».

L’idea amplia i confini

Non solo Germania e Italia pensano alla soluzione drive-in. In Austria, dove da qualche giorno ha riaperto addirittura McDonald’s, con la stessa modalità, di modo che hamburger e patatine possono essere ritirati in macchina, nei prossimi riaprirà anche l’ultimo cinema drive in fallito nel 2015 a Gross Enzersdorf, nei pressi di Vienna.

E in Texas (USA), uno dei circuiti cinematografici più importanti del paese (EVO Entertainment) ha deciso di dipingere con vernice bianca una parete del suo cinema, trasformandola in un mega schermo dove proiettare i suoi film, lasciando gli spettatori dentro le proprie auto.

Mai dimenticare l’imprevedibile

«Chi l’avrebbe mai immaginato»ha detto al New York Times Josh Frank, proprietario di un drive-in ad Austin in Texas – «che questi cinema sarebbero diventati la più interessante opzione per passare una serata». E invece, grazie al Coronavirus, questa bizzarra e un po’ passatista alternativa ai normali cinema, è diventata il tipo di cinema che sembra prestarsi meglio alle nuove necessità di distanziamento sociale. Dell’imprevedibilità bisognerebbe tenerne conto sempre.

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