Coronavirus e quarantena: «così noi studenti ripartiamo da noi»

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La giornata tutta da riorganizzare, la mancanza di contatti diretti con gli amici, ma anche le scoperte su di sé, sulle proprie risorse, sui nuovi obiettivi: è un successo il gruppo Facebook “Coronavirus e quarantena: cresciamo insieme” creato dalla Facoltà di Psicologia dell’università Cattolica di Milano, che ha già raggiunto quasi 400 iscritti, e presto potrebbe aprirsi a tutti.


«L’abbiamo pensato come un supporto personale agli studenti, più che didattico, un modo per aiutarli a passare questo periodo così difficile», dice il preside della facoltà, Alessandro Antonietti. «Ogni giorno proponiamo uno spunto per degli esercizi: per esempio, mettiti in un punto della tua casa dove non sei mai stato e vedi cosa percepisci, e gli studenti intervengono liberamente, dandosi una mano anche tra di loro. Ci sono quelli che si sono appena laureati, e non riescono ora a mettersi a cercare lavoro; così gli altri suggeriscono di fare dei corsi online, per imparare qualcosa in attesa di tempi migliori».

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Bisogna imparare a fermarsi

Ma che cosa emerge dagli interventi degli studenti? La quarantena, oltre a creare problemi di riorganizzazione dei tempi e degli spazi, può essere anche un’esperienza utile? «Senz’altro», risponde il professore. «Emergono molte positività: intanto, la riscoperta delle relazioni familiari, con una dinamica più ricca; i genitori raccontano episodi del passato che i figli neanche conoscevano. Poi, c’è la scoperta di nuovi bisogni: le telefonate alle persone che si tende a dimenticare, la cura della casa, la passione per la cucina, più tempo per leggere, il sapersi focalizzare sugli obiettivi senza disperdersi. In generale, c’è una ridefinizione delle priorità della vita, e una scoperta di risorse che non si pensava di avere. Una ragazza ha scritto di aver scoperto di non avere più bisogno della psicoterapeuta, perché poteva farcela da sola. Ma la nuova consapevolezza più diffusa è quella sul tempo: tutti hanno capito che non bisogna più andare di corsa, che bisogna fermarsi». Una lezione che sarà utile a tutti, quando torneremo alla vita normale.

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