Tra le domande più frequenti che mi avete mandato per questa rubrica c’è quella che è anche una delle tendenze più cercate sul web in questo periodo di quarantena: come vestirsi a casa?
Sembra una domanda banale, ma la risposta in realtà non è scontata perché il look da perfetta smartworker è comodo, ma non trasandato; bello, ma non complicato da gestire; facile da lavare e stirare… insomma: sembrerebbe più facile avvistare un unicorno.
Anche se di moda non mi intendo (va detto, a ciascuno la sua competenza) sono smartworker da sette anni, perchè quando non sono sul set lavoro da casa. Quindi penso di avere una certa esperienza.
Non ho più venticinque anni (da altrettanto tempo) e perciò ho anche la consapevolezza di poter essere affascinante dentro una tuta di flanella. Per non parlare del fatto che la necessità di fare la messa in piega da sola e provvedere a tutto il resto in autonomia (le signore sanno cosa intendo) rende il tutto… meno facile.
Con la praticità che mi contraddistingue quando si tratta di organizzazione, mi sono data delle regole. E sembrano proprio funzionare. Quindi le condivido volentieri con voi.
La vestaglia? Mai dopo le 10
La quarantena dilata i tempi: ma stare in pigiama tutto il giorno non è sexy (questa regola non si applica all’1% della popolazione, ma solo al restante 99%, di cui io mi sento di far parte). La prima colazione in vestaglia va bene, ma alle dieci deve lasciar spazio ad altro. Scegliete una vestaglia che sia in un bel tessuto (sì a lino, seta e velluto, no al pile). Che abbia un taglio ampio, a kimono, e che sia lunga sino alla caviglia (quante donne avete visto stare bene con una vestaglia al polpaccio? Io pochissime). Averne di diversi colori aiuta l’umore, oltre che l’eleganza. Con la vestaglia potete: leggere il giornale, fare colazione, sistemare la cucina o mangiarvi una pizza per un brunch in terrazza, chiedere a vostro marito di portarvi il caffè a letto. Stare sul divano dopo cena a guardare un film (senza indossare le vostre ciabattine di peluche preferite). Per tutto il resto, andate al punto due.
No alla tuta, sì al wrap dress
La tuta da ginnastica lasciatela alle teenagers. Non ve lo devo certo dire io: non vi valorizza. No, neanche quella firmata (che va benissimo per la palestra e il circolo sportivo, certo). In casa meglio un abito semplice, di un buon tessuto, magari facile da mettere. Che gli abiti siano poco comodi è un mito da sfatare. La scelta migliore che possiate fare per stare in casa, essere pratiche ed eleganti in 1 solo minuto è indossare un “wrap dress”. Io ne ho diversi e li uso sempre. Inventato nel 1974 da Diane Von Furstenberg, è un abito che non ha bottoni né cerniere, ma solo una cintura attaccata al corpo del vestito, realizzata con lo stesso tessuto dell’abito, che lo chiude intorno al corpo. Sta bene a tutte perché è morbido, ha il taglio a vestaglia quindi è pratico, esiste per ogni budget e in ogni colore o tessuto. Sceglietelo al ginocchio, in cotone leggermente elasticizzato. Si lava in lavatrice e spesso non serve neanche stirarlo. Ai piedi? Infradito gioiello per uscire, in cuoio o velluto per stare in casa. Ballerine, oppure friulane. A voi la scelta.
I jeans non sono comodi, la gonna invece sì
I mitici jeans, che molte ragazze adorano (anche a 70 anni) non sono poi così comodi come vogliono farci credere. Stringono, e segnano. Non aiutano a nascondere un po’ di arrotondamento in zona pancia. Un paio di jeans un po’ morbidi, se il vostro fisico può permetterselo, va sicuramente bene. Ma l’eleganza di una gonna lunga alla caviglia, in casa? Con la bella stagione, in cotone o in lino, anche stropicciata dalle sedute quotidiane, è sempre meglio. Sopra potete scegliere una maglietta semplice, oppure una camicetta con le maniche al gomito. Un maglioncino a pelle se fa freddo. Sotto, vietate le calze. Che in casa vi consiglio di nascondere quando un uomo gira sotto lo stesso tetto. Se la lunghezza alla caviglia non fa per voi, accorciate le distanze, ma non salite troppo sopra il ginocchio. A meno che la vostra età stia sopra i trent’anni.
Infine, gli errori da non fare
Una regola sopra tutte: anche se a volte è scomodo, pensateci due volte prima di girare per casa senza aver indossato il reggiseno. A meno che non siate in quarantena da sole.
Quello che è vecchio va buttato, almeno nell’armadio. Ingrigito e slabbrato, non dona più. Fuori moda? Meglio accantonare. Di una taglia troppo ampia? Buttare immediatamente (non vorrete mica pensare di metterlo quando ingrasserete…). Se è fuori dalla vostra palette di colori, probabilmente non vi regala un buon incarnato. Se quando lo indossate un uomo vi fa i complimenti… avete trovato il capo giusto. Non serve girare per casa in sottoveste per essere sexy. Piacere all’altro è anche una questione di vedo e non vedo.
CREDITI FOTO
Vestaglia: Once Milano
Wrap dress: Max & Co., Diane Von Furstenberg, Banana Republic
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