Buon compleanno Johan Cruijff, che il prossimo 25 aprile avrebbe compiuto 74 anni. Auguri ad un rivoluzionario del calcio.
Hendrik Johannes Cruijff, o più semplicemente Johan Cruijff tra qualche giorno avrebbe festeggiato il suo compleanno. Gli anni sarebbero stati 74. Lo avrebbe festeggiato se un tumore ai polmoni non lo avesse portato via il 24 marzo del 2016 nella città che, dopo la natia Amsterdam, lo aveva adottato umanamente e sportivamente, Barcellona. Dobbiamo candidamente confessare ai nostri lettori che proviamo una profonda emozione a parlare di Johan Cruijff. Nell’archivio di Musa News potrete trovare un recente articolo dedicato a Pelé. Ve ne sono altri dedicati a Paolo Rossi, riferimentia Diego Armando Maradona ma, perdonate la nostra sincerità, Johan Cruijff è stato qualcosa di davvero diverso.
Cosa ha significato Johan Cruijff nella storia del calcio?
La storia del calcio è stata attraversata da almeno venti o trenta talenti straordinari, ciascuno dei quali ha segnato un’epoca e l’ha marcata con le prestazioni e le vittorie della sua squadra di club e/o della sua nazionale. Calciatori che con il loro estro, con la loro personalità, con il loro carattere sono diventati simboli immortali di un club, di una città, di una nazione.
Valentino Mazzola ed il Grande Torino, Alfredo Di Stefano ed il Real Madrid, Pelé, il Santos e la nazionale brasiliana, Franz Beckenbauer, il Bayern Monaco e la nazionale tedesca, Diego Armando Maradona, il Napoli e la nazionale argentina, Michel Platini, la Juventus e la nazionale francese, Marco Van Basten, il Milan e la nazionale olandese, Lionel Messi ed il Barcellona, sono soltanto i primi nomi venuti alla mente, grandi giocatori di diverse epoche.
Perché Johan Cruijff è stato diverso? Cosa lo ha reso unico? Che tipo di giocatore era? Per coloro che oggi hanno vent’anni o poco più e di Cruijff hanno soltanto sentito parlare dai loro padri oppure hanno visto qualche video su Youtube, possiamo definire il fuoriclasse olandese prendendo a prestito le parole di un famoso quotidiano sportivo francese che il giorno della morte di Cruijff titolò a nove colonne “Lui era il gioco”. Mai titolo di un giornale è stato più veritiero ed efficace.
Cruijff ed il Suo calcio
Johan Cruijff non è stato soltanto uno straordinario interprete del gioco del calcio, è stato lo straordinario interprete di un altro calcio, di un calcio nuovo e diverso, espressione massima di quel calcio totale nato in Olanda, che da quel momento in poi, ovvero nei primi anni 70’, avrebbe cambiato la storia di questo sport. Johan Cruijff è stato il diamante più brillante di una nidiata di fenomeni che hanno scritto pagine storiche del club olandese dell’Ajax di Amsterdam, come quelle riguardanti le tre Coppe dei Campioni consecutive vinte tra il 1971, battendo in finale l’Inter con una doppietta proprio di Cruijff ed il 1973, dove, nella partita decisiva, sconfisse la Juventus con una rete di Johnny Rep.
Quello stesso straordinario gruppo di campioni sfiorò la vittoria in due edizioni consecutive dei Mondiali di Calcio. Nel 1974 in Germania e nel 1978 in Argentina la nazionale olandese fu sconfitta soltanto in finale dalle nazionali padroni di casa, appunto Germania ed Argentina. Forse non fu soltanto sfortuna. Se la nazionale olandese avesse vinto soltanto una di quelle finali, come avrebbe ampiamente meritato, oggi il nome di Cruijff sarebbe accanto a quello di Pelé e di Maradona per l’elezione del più grande giocatore della storia del calcio.
Johan Cruijff, ecco perché è il più grande
Però non vogliamo fuggire dalla vostra curiosità di sapere perché consideriamo il fuoriclasse olandese più grande di Pelé e di Maradona. Siamo consapevoli di trattare un argomento che spacca in due, o meglio in tre, le opinioni di ciascuno. Cercheremo allora di spiegarlo brevemente e, speriamo, chiaramente, partendo dalle caratteristiche tecniche di Cruijff per arrivare, poi, all’impronta profonda che nella storia calcio ha lasciato il tulipano numero 14.
Johan Cruijff aveva un fisico prestante, un metro e ottanta di eleganza stilistica. Usava indifferentemente, e meravigliosamente, sia il piede destro che il sinistro, era dotato di uno straordinario strappo in velocità che inchiodava gli avversari sul posto ed era abilissimo nel gioco in acrobazia. Era armonico nei movimenti come Rudol’f Nureevemichelangiolescodal punto di vista della perfezione estetica.
Come Pelé, Cruijff sapeva fare tutto, ma ad una velocità tripla rispetto al fuoriclasse brasiliano. Non aveva il talento inarrivabile di Maradona, ma era molto più completo e tremendamente più bello da vedere. Pelé e Maradona hanno segnato le loro epoche. Cruijff ha fatto di più. Nella storia del calcio vi è stato un prima di Cruijff ed un dopo Cruijff, dove tutto era cambiato. Il calcio era cambiato. La sua grandezza, la sua personalità, il suo modo di leggere ed interpretare il calcio l’ha contraddistinto anche nella sua carriera di allenatore e di dirigente. Anche lì sempre Grande, Geniale, semplicemente Unico.
Ecco perché Johan Cruijff è stato, per noi, il MIGLIORE. Il numero 1, anzi il 14.
Articolo di Stefano Vori