Il film è un prodotto che butta squallore sui momenti più fragili della vita di una Diva.
Dalle notizie che stanno trapelando su quest’opera, si evince che la regista abbia giocato su una miscela di fatti reali e pura invenzione con l’intento di raggiungere un risultato che forse deve andare ben oltre alla biografia del Mito che per sempre sarà una icona mondiale della bellezza e di una vita meravigliosa, almeno in apparenza.
L’accento è stato messo sulla promiscuità sessuale del personaggio, una svendita del proprio corpo che è tipica di chi non ha una personalità forte e ben strutturata tale da attribuirsi un valore di moralità e di etica personale pari al nulla, di chi è sempre pronto ad abbandonarsi ad ogni buona occasione, in pasto a lupi famelici, false amicizie che giocano sulle fragilità altrui per avere i propri loschi vantaggi, entità senza scrupoli che vagano dannati, in un mondo effimero pronto a divorare le anime e la carne delle sprovvedute più promettenti e ignare (apparentemente), in cambio del ricevere di false o pseudo vere promesse, di un qualcosa che comunque alla fine, si, potrà sembrare in un primo momento ciò che si desidera, ma che poi, si rivelerà inesorabilmente e puntualmente come l’inevitabile risultato di un autodistruzione della psiche e della propria anima, il carissimo conto che prima o poi inevitabilmente verrà sempre presentato.
Si viaggia in un contesto di falso pentimento, una costruzione fatta a tavolino per placare i propri sensi di colpa quasi sempre da lacrime di coccodrillo, concedendosi giorno dopo giorno ogni tipo di alibi, recitando eterne parti di finto vittimismo utili per costeggiare e sopravvivere alle cause dei propri comportamenti che portano sempre a risultati disastrosi.
Pentimenti veri o presunti che giungono sempre troppo tardi per queste personalità così fragili, che hanno tratti marcatamente infantili nonostante l’età anagrafica.
Si portano dietro per tutta la vita, delle antiche e profonde ferite psicologiche che segnano per sempre un percorso molto difficile da affrontare, che porta sempre ad una destinazione senza mai ritorno, fatta di angosce e tormenti per un futuro che appare all’orizzonte cupo e senza obiettivi chiari.
A mio parere, in questo film viene messo in luce come agli occhi di chi non conosce realmente queste personalità e le ammira da lontano, in realtà siano cosi spaventosamente fragili, mostrando superficialmente solo una visione finta di essere un bellissimo diamante che brilla e che si immagina essere destinato solo a pochi fortunati al mondo.
La dura realtà è ben lontana e diversa, ci si logora nella consapevolezza di essere solo uno zircone che ha un valore pari a zero e che si è alla portata di chiunque sia capace di giocare in bene e maniera subdola le proprie carte pur di ottenere un pezzo di quella carne.
Qui si cerca di dare forma a come la strato superficiale dell’esistenza voglia dare un “valore” a tutto e a tutti i costi a ciò che in realtà di valore non ne ha.
Uno dei pochi aspetti di gradimento di questo film è forse la cruda verità di ciò che tutti i giorni viviamo, raccontata attraverso la vita di una splendida ragazza di nome Norma, lo specchio di una normalità che tanto normale alla fine tutti sappiamo che non è, ma che purtroppo questi stili di vita sono alla base di molti individui che noi stessi riconosciamo o abbiamo riconosciuto in anime che hanno rinnegato consapevolmente le alternative giuste e benevole che la vita comunque offre loro tutti i giorni e queste a discapito di un cammino fatto di tutto ciò che è contrario al proprio consapevole vero bene, personalità che accettano con orgoglio terribili compromessi che segneranno per sempre la propria esistenza.
“L’animo non sempre si riflette nel volto”.
L.V.