Aspirinetta in gravidanza: principio attivo, rischio ed effetti indesiderati della cardioaspirina

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L’aspirinetta in gravidanza è tra i farmaci antinfiammatori utilizzati per prevenire patologie quali la preeclampsia e ridurre il rischio di aborto. Il suo principio attivo è l’acido acetilsalicilico, noto per le sue proprietà analgesiche e antipiretiche. L’aspirinetta in gravidanza (anche detta cardioaspirina) può tuttavia comportare più di un rischio e avere effetti indesiderati, per cui bisogna assumerla con attenzione. Ecco a te tutto quello che c’è da sapere, intanto guarda questo video su come coccolare il bimbo nella pancia:

Aspirinetta in gravidanza: a cosa serve e quando prendere la cardioaspirina

L’aspirinetta in gravidanza viene spesso prescritta per la prevenzione di alcune patologie. Il suo principio attivo, l’acido acetilsalicilico, agisce da antipiretico abbassando la febbre, antinfiammatorio e analgesico o antidolorifico. Nella confezione di compresse di aspirinetta o cardioaspirina sono contenute 24 o 30 compresse da 100 mg di acido acetilsalicilico, assieme ad altre componenti quali cellulosa in polvere, amido di mais, saccarina sodica e aroma di lampone.

L’aspirinetta, in generale, è tra i farmaci antinfiammatori usati per curare la malattia reumatica o la sindrome di Kawasaki, comune nei bambini. Durante la gravidanza è usata invece da alcune donne a rischio per prevenire problemi alla placenta e patologie quali preeclampsia, ritardo nella crescita o distacco della placenta, riducendo inoltre la possibilità di un nuovo aborto in donne che ne hanno giù avuti altri. All’origine di queste patologie, infatti, ci sarebbero problemi di coagulazione del sangue che portano a infiammazioni: l’aspirinetta in gravidanza, grazie all’acido acetilsalicilico, agisce quindi da anticoagulante, inibendo l’aggregarsi delle piastrine nel sangue e riducendo il rischio di infiammazione.

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L’aspirinetta, quindi, è utile durante la gravidanza per tutte quelle donne che sono a rischio di una grave preeclampsia, ma per essere davvero efficace va assunta entro la dodicesima settimana di gravidanza e non oltre la sedicesima settimana: è proprio in questa prima fase della gestazione che si forma la placenta e il rischio di preeclampsia o aborto è più alto!

La difficoltà principale nel decidere di prescrivere l’aspirinetta a una donna in gestazione sta proprio nel riuscire a diagnosticare la preeclampsia, il cui rischio non è sempre facile da identificare. La preeclampsia, infatti, è una complicazione della gravidanza pericolosa sia per le donne che per i futuri bambini, che si manifesta con pressione alta del sangue, presenza di proteine nelle urine e altri disturbi che possono andare dal mal di testa a problemi alla vista, da solore addominale e vomito a improvviso aumento di peso.

Le cause della preeclampsia, i cui rischi possono essere scongiurati dall’assunzione controllata (e nella giusta dose) del farmaco Aspirinetta compresse, non sono state ancora del tutto identificate, purtroppo. Si conoscono, però, i fattori di rischio: la presenza di preeclampsia durante una gravidanza precedente o nella propria storia famigliare, l’ipertensione, l’obesità, la presenza di malattie renali, diabete o sindrome da anticorpi antifosfolipidi. Anche l’età della mamma può avere la sua influenza: nelle donne con un’età superiore ai 40 anni il rischio è maggiore.

Aspirinetta in gravidanza: ecco chi è a rischio nel prenderla

L’assunzione di cardioaspirina durante la gravidanza può, però, rappresentare un rischio per alcune gestanti o aspiranti madri: se si sta cercando un figlio, si è incinta o si sta allattando, bisogna sempre rivolgersi al proprio medico prima di assumere l’aspirinetta!

L’Aspirinetta compresse va presa solo dopo aver consultato il medico e valutato con lui il rischio dell’assunzione nel corso del primo e del secondo trimestre di gravidanza. Per nessuna ragione, invece, va assunta nel terzo mese di gravidanza o durante l’allattamento.

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I rischi del prendere l’aspirinetta in gravidanza

Secondo quanto riportato dallo stesso foglietto illustrativo dell’Aspirinetta compresse, la cardioaspirina potrebbe influire negativamente sulla gravidanza o sullo sviluppo del feto: l’inibizione della sintesi delle prostaglandine potrebbe portare a un aumento del rischio di aborto o di malformazione cardiaca e grastroschisi nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni, invece, aumenta da meno dell’1% a circa l’1,5% in base alla dose e alla durata dell’assunzione.

Nel primo e nel secondo trimestre di gravidanza, quindi, l’acido acetilsalicilico non va assunto se non in caso di effettiva necessità, che sarà il medico specialista a valutare. Durante il terzo trimestre, invece, l’aspirinetta comporta gravi rischi per il feto: tossicità cardiopolmonare, disfunzione renale. Sia la mamma che il bambino sarebbero poi esposti a sanguinamento, inibizione delle contrazioni uterine e prolungamento del travaglio.

Effetti collaterali dell’aspirinetta durante la gravidanza

Gli effetti indesiderati, o effetti collaterali, dell’aspirinetta sono diversi. Nelle donne con una particolare ipersensibilità, le reazioni allergiche all’acido acetilsalicilico sono piuttosto comuni e si presentano con i seguenti segni e sintomi: asma, rinite, gonfiore del volto e delle mucose, prurito, orticaria. Le reazioni allergiche all’aspirinetta in gravidanza sono a più alto rischio nelle donne che hanno già presentato reazioni allergiche ad altri farmaci o sostanze.

Altri effetti indesiderati possono essere a carico dell’apparato grastrointestinale (attenzione: la cardioaspirina va assunta a stomaco pieno per limitare questi effetti!); patologie del sistema nervoso (cefalea, capogiro), patologie dell’orecchio e del labirinto; patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche (da sindrome asmatica a congestione nasale ed epistassi); patologie cardiache o dell’occhio (congiuntivite); patologie della cute come eruzioni cutanee o orticaria, causate da ipersensibilità e reazioni allergiche.

Anche un dosaggio sopraelevato di aspirinetta può comportare degli effetti indesiderati, anche molto gravi, che vanno da alterazioni del gusto a eruzioni cutanee e prurito, da congiuntivite a sonnolenza e riduzione della vista. L’importante, lo ricordiamo, è assumere l’aspirinetta in gravidanza sempre e solo sotto consiglio e controllo medico.

E l’aspirina in gravidanza, invece?

L’acido acetilsalicilico non è alla base solo dell’aspirinetta, ma anche dell’aspirina, tra i medicinali più diffusi, utile per un trattamento antinfiammatorio, antifebbrile e analgesico. Se ti stai chiedendo se anche l’aspirina sia concessa durante la gravidanza o se sia meglio evitarla, è presto detto: l’aspirina è da evitare nel corso del primo trimestre, e questo perché aumenta il rischio di malformazioni allo stomaco del feto.

L’aspirina, inoltre, proprio come l’aspirinetta, appartiene ai FANS, ossia dei medicinali antinfiammatori non steroidei, che portano a un aumento osservato del rischio di aborto spontaneo, che però non è scientificamente provato al momento. Nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, invece, via libera all’aspirina, ma (come tutti i FANS) non oltre la trentesima settimana di gestazione. Insomma, anche nel caso dell’aspirina sarà assolutamente consigliata la prudenza e un dovuto consulto medico prima di procedere col trattamento.

Per ulteriori informazioni sull’aspirinetta in gravidanza, puoi consultare questo pdf dell’Agenzia Italiana del farmaco.

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