Antibiotico in gravidanza: qual è il rischio di questi farmaci per la salute del feto?

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L’antibiotico in gravidanza è una tipologia di farmaco che va assunta con molta cautela, per la salute della mamma, ma soprattutto perché il feto non corra alcun rischio di malformazioni o di sviluppare malattie infiammatorie croniche intestinali. Tuttavia, l’antibiotico in gravidanza può rendersi necessario: una donna incinta corre pari pericolo di contrarre infezioni batteriche, e un rischio superiore rispetto alla media di contrarre infezioni delle vie urinarie. Scopriamo assieme tutto quello che è il caso di sapere sull’assunzione di farmaci antibiotici in gravidanza.


Quali sono le infezioni batteriche in gravidanza più pericolose per il piccolo?

Durante la gravidanza, alla futura mamma può succedere di contrarre delle infezioni batteriche: questo comporta un rischio per il feto, dal momento che il batterio potrebbe attraversare la placenta e infettare il piccolo, oppure infettarlo durante il passaggio nel canale del parto. Conseguenza di ciò è un aumento del pericolo di aborto spontaneo, soprattutto nel primo trimestre, in cui il piccolo è più vulnerabile. Bisognerà quindi, per salvaguardare la salute di entrambi, combattere gli agenti patogeni, ma senza che il futuro bambino corra alcun pericolo nella crescita a causa dei farmaci assunti.

Alcune infezioni risultano essere particolarmente pericolose per il piccolo. È il caso, ad esempio, della Listeria monocytogenes, un batterio che fa parte della flora intestinale di diversi mammiferi e che provoca la listeriosi. Per evitarlo bisogna fare attenzione a non mangiare frutta e verdura cruda durante la gravidanza se non ben lavata, cane cruda o poco cotta, latte e derivati non pastorizzati: si tratta dei cibi che possono essere facilmente contaminati da questo batterio e comportare un serio pericolo per la salute del bambino, con alta possibilità di aborto spontaneo o meningite (se contratto nel canale del parto).

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Per il neonato può risultare molto pericoloso anche lo Streptococcus agalactiae, che può portare gravi conseguenze (persino letalità) se contratto nel momento del parto. Tra la 35esima e la 37esima settimana di gravidanza, non a caso, viene eseguito un tampone per controllarne la presenza: nel caso si abbia lo streptococco sarà fondamentale ricorrere alla terapia!

Altrettanto rischiose sono le infezioni date da Chlamydia trachomatis e Troponema pallidum, che possono comportare la prima parto prematuro, polmonite e congiuntivite nel bambino, la seconda addirittura morte in utero.

Sono, infine, soprattutto le infezioni delle vie urinarie quelle che colpiscono maggiormente le donne in gravidanza e possono comportare rischi sia per la salute della mamma che per quella del bambino: rischio di aborto spontaneo, parto pre-termine e gestosi. Anche in questi casi sarà importante svolgere già dal primo trimestre gli esami delle urine per controllare che non siano presenti infezioni delle vie urinarie o, nel caso, trattarle con una terapia antibiotica mirata.

Antibiotico in gravidanza: i rischi

Nel caso in cui gli antibiotici assunti in gravidanza attraversino la placenta arrivando fino al feto, potrebbero influire sullo sviluppo del futuro neonato. Se nella prima settimana di gravidanza il pericolo è quello di un aborto spontaneo, nelle successive settimane del primo trimestre questi farmaci risulterebbero molto pericolosi per il suo sviluppo futuro, con rischio di malformazioni al sistema nervoso centrale e non solo.

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L’assunzione di antibiotici in gravidanza potrebbe inoltre comportare malattie infiammatorie croniche intestinali a carico del bambino, obesità, morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa.

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Antibiotico in gravidanza e malattie infiammatorie croniche intestinali nel bambino

Secondo uno studio condotto da dei ricercatori svedesi, il “contatto” indiretto con farmaci antibiotici durante la gravidanza aumenta di due volte il rischio di sviluppare una malattia infiammatoria intestinale nei primi anni di vita. Gli antibiotici, infatti, modificano il microbiota intestinale, che ha il compito di regolare il metabolismo e il sistema immunitario. L’alterazione indotta dal contatto col farmaco, porterebbe a sviluppare uno squilibrio in queste funzioni fondamentali.

L’alterazione del microbiota del neonato dovuta all’assunzione di antibiotico in gravidanza da parte della madre avrebbe un ruolo importante nell’insorgere di malattie infiammatorie croniche intestinali come morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa.

Antibiotici in gravidanza: quali scegliere per la salute di mamma e bambino?

Come comportarsi, allora, se durante la gravidanza si contrae un’infezione che necessita l’assunzione di antibiotici? Prima di tutto è importante cominciare una terapia antibiotica sotto controllo medico solo e soltanto che non è stato sufficiente nessun altro tipo di trattamento. Bisogna ricorrere a questo tipo di farmaco, insomma, solo se strettamente necessario. Da evitare del tutto (sempre se possibile) nel primo trimestre di gravidanza.

Bisognerà poi scegliere un farmaco sicuro e assumerlo nella dose più bassa possibile con comprovata efficacia. Se nel primo trimestre un farmaco sbagliato o una dose non adeguata potrebbero comportare un alto rischio di malformazioni per il feto (che proprio in quelle settimane di gravidanza sta formando i suoi organi), nel secondo e terzo trimestre il pericolo è più ridotto, ma sempre presente.

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Classificazione degli antibiotici assumibili con meno rischi durante la gravidanza

Per quanto riguarda gli antibiotici considerati sicuri in gravidanza, i migliori sono le penicilline, perché attraversano la placenta, ma solo in concentrazioni molto basse. A questi appartiene l’amoxicillina, contenuta per esempio nei farmaci Augmentin e Zimox, considerati sicuri da usare durante la gravidanza. L’amoxicillina viene usata spesso assieme all’acido clavulanico per aumentarne la capacità di azione. Resta il fatto che amoxicillina e acido clavulanico – per quanto più sicuri di altri farmaci – non vanno presi se è possibile in qualche maniera evitarli!

Non pare comportino danni fetali o aborto spontaneo anche le cefalosporine, l’eritromicina e la fosfomicina. Sono invece sconsigliati in gravidanza gli aminoglicosidi, la claritromicina, la vancomicina.

I farmaci che risultano essere a più alto rischio per il feto sono le tetracicline (che possono comportare gravi danni al sistema nervoso centrale e ai tessuti ossei) e il cotrimossazolo, che aumenta la possibilità di problemi ai sistemi cardio-circolatorio e urinario. In casi di estrema e assoluta necessità, tuttavia, anche questo genere di farmaco può essere prescritto: fidati sempre del tuo medico per ogni decisione e lascia stare il fai da te!

Per ulteriori informazioni sull’argomento, puoi consultare il sito della Fondazione Veronesi.

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