Fase 2 e animali, gli esperti: «Potrebbero soffrire di ansia da separazione»

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Fonte di gioia sempre, in questi giorni di quarantena, sono stati addirittura fondamentali: i nostri animali ci hanno fatto compagnia, hanno spezzato molti dei momenti di tristezza da isolamento e ci hanno aiutato a superare lo “stress da ordinanze”, perché grazie a loro abbiamo anche avuto la libertà di una passeggiata di più. 

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Rimodulare (di nuovo) le abitudini

Ora, però, le nostre vite, lo speriamo, stanno cominciando a tornare ad una specie di normalità, soprattutto per quel che riguarda i ritmi lavorativi. Questo però significa che anche i nostri animali domestici, che per due mesi hanno vissuto (finalmente) 24 ore su 24 sempre insieme al loro amato padrone, accumulando un’enorme ed eccessiva dipendenza, dovranno rimodulare la loro vita e le loro abitudini. 

Stress da rientro anche per Fido

Ma come le modifiche improvvise ai nostri ritmi, alle nostre abitudini, a cui siamo stati obbligati dal confinamento richiesto, ci hanno causato forti stress, lo stesso è successo agli animali, cani ma anche gatti, ancora più di noi bisognosi di prevedibilità e routine. 

Lo spiega al Times l’esperto di psicologia degli animali Roger Mugford, conosciuto per essersi occupato dell’addestramento dei Corgi della regina Elisabetta: «I quattrozampe “viziati” durante questo periodo, potrebbero soffrire quando i genitori torneranno al lavoro». In particolar modo, il disturbo principale sarà uno stato di ansia da separazione.

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Quali segnali?

Ma quali sono i segnali che ci possono evidenziare uno stato di stress dell’animale? Secondo l’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals l’ansia da separazione è uno dei disturbi comportamentali più difficili da superare per i cani e le loro famiglie e, una maggiore pressione psicologica si può notare, per esempio, in atteggiamenti di regressione, come nelle feci e nell’urina fatta in casa, l’eccessivo abbaiare, la masticazione di oggetti o tentativi di fuga. 

Grande attenzione

Per chi non ha animali, spesso alcuni atteggiamenti di chi invece li possiede possono sembrare eccessivi, ma non è così. Non significa trattarli come figli, significa però comprendere che un animale è un essere vivente e come tale ha bisogno di attenzioni specifiche. In questo particolare caso, come spiega a Insider la comportamentista veterinaria Karen Sueda «i cani stanno bene quando vivono nella prevedibilità e proprio, come tutti noi, ogni volta che c’è un brusco cambiamento, lo stress è in agguato».

Prepararli per tempo

Aggiungendo che in queste situazioni è fondamentale prepararli prima, lasciandoli nuovamente un po’ più da soli, per riabituarli gradualmente alle assenze. 

Questo servirà soprattutto al cane, visto che il gatto i suoi spazi se li prende da solo, per evitare di sottoporlo ad uno stress eccessivo. Naturalmente, sono sempre graditi i piccoli premi, chiamati “rinforzo positivo” tipo il croccantino concesso all’animale perché ha avuto un atteggiamento corretto (quando per esempio il cane va alla porta per chiedere di uscire invece di fare lappi in casa) o carezze e complimenti. Loro lo apprezzeranno e lo capiranno.


Ristabilire la routine pre-quarantena

Secondo l’esperta, una delle cose più importanti che i proprietari di cani possono fare ora è ristabilire una routine che ricordi sempre di più quella che l’animale aveva prima che ci dovessimo “rinchiudere” in casa. 

Chiaramente, questo non si deve tradurre nel “ok fido adesso mi posso dimenticare di te”. Anzi, quando torneremo alla quotidianità, ricordiamoci di quanto i nostri amici a quattrozampe ci hanno sostenuto e aiutato questo periodo così difficile. Pertanto non lasciamoci vincere dalla pigrizia o dalla stanchezza e continuiamo a portarlo a fare delle belle passeggiate o a giocare con loro.

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